Regione Toscana: la crocefissione del Presidente del Consiglio Giani

L'ex esponente socialista si converte ai simboli cristiani all'indomani della visita fiorentina del Papa. Domenica 13 dicembre i rappresentanti istituzionali di tutte le religioni alla mostra Bellezza divina. Stella (FI): "Basta offese ai credenti, le Istituzioni intervengano"

Redazione Nove da Firenze
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13 novembre 2015 23:53
Regione Toscana: la crocefissione del Presidente del Consiglio Giani

Firenze– Dagli uffici del Consiglio regionale si erano già mossi per richiedere una meraviglia del Trecento di proprietà di Casa Siviero. Poi, spiega Eugenio Giani, poi sono arrivate le vicende di questi giorni: “Quando sento che ci sono degli insegnanti che quasi si vergognano di mostrare il crocifisso ai loro studenti allora, da laico, dico che questa non è laicità né rispetto delle altre religioni, ma nichilismo verso la nostra storia”. Così il crocifisso, nello studio del presidente del Consiglio regionale, è attaccato al muro da questa mattina.

Non è una meraviglia del Trecento, non è di proprietà della Regione, è suo personale, di Giani, che dice: “Voglio che nella mia stanza, che è un ufficio pubblico, ci sia il segno di ciò che rappresenta al di là della credenza religiosa”. Perché il presidente, che dice di sé “sono cristiano, cattolico”, ci tiene a ribadire che parla “da laico”. “Apparteniamo ad una civiltà, quella europea, che si è formata su duemila anni di civiltà cristiana, di cui non si può non riconoscere il valore nella formazione, crescita e trasmissione dei valori”.

E’ un fatto che “vale per tutti, credenti e non credenti”. Perciò il crocifisso, nello studio del presidente dell’assemblea toscana, c’ha da stare “a viso aperto”, citando Dante. Per rispetto “della storia di tutti e non solo dei cattolici”, e quindi “per rispetto della religione nel suo complesso”. E anche perchè Firenze e la Toscana, regione d’Europa, tolleranza e rispetto ce l’hanno nel proprio patrimonio culturale e civile.

"Tanto la presunta mostra negata agli studenti quanto l'inaugurazione del crocifisso ad opera del presidente Giani sono sintomi di un medesimo problema: l'idea distorta di laicità che affligge il nostro Paese. Anzichè lasciarsi andare ad esibizionismi in favore di telecamera, le Istituzioni farebbero bene ad interrogarsi sul senso della laicità, avviando un ragionamento serio che prevenga una volta per tutte ambiguità e pregiudizi, alimentati da sceneggiate come quella messa in piedi oggi dal Presidente del Consiglio regionale toscano". Lo afferma la senatrice toscana di SEL Alessia Petraglia. "Pochi giorni fa - prosegue - abbiamo salutato con gioia l'ennesima sentenza della Corte costituzionale che ha smontato definitivamente la vergogna oscurantista della Legge 40, la cui genesi affonda profondamente le radici in un concetto distorto del rapporto tra Stato e religione.

E' molto comodo ridurre tutto ad una questione di crocifissi da togliere e mettere, appellarsi alla storia, all'identità, alla tradizione, così come è molto semplice abbandonarsi al relativismo in nome della difesa delle sensibilità di tutti. La laicità dello Stato è altro, è una pratica e un orizzonte valoriale che passa anche attraverso alcuni simboli. Giani dice di aver affisso da laico il crocifisso perchè rappresenta tutti. Mi permetto di suggerirgli altri due simboli che rappresentano davvero tutti cui mi sorprende non abbia pensato, dato il ruolo istituzionale: la Costituzione repubblicana e il tricolore".

Il 13 dicembre verrà organizzata dalla Direzione centrale degli affari dei culti presso il Dipartimento delle libertà civili del Viminale una visita, con rappresentanti di tutti i culti, alla mostra di Palazzo Strozzi, curata da è dedicata alla riflessione sul rapporto tra arte e sacro tra metà Ottocento e metà Novecento attraverso oltre cento opere di grandi maestri, come Chagall. Anche se dall'attenta lettura dei documenti ufficiali della scuola fiorentina pare proprio che non sia mai stato vietato ai bambini di terza elementare di andare a vedere la mostra "perché i crocifissi dipinti possono urtare la sensibilità degli alunni non cattolici".

"Stiamo assistendo a una continua aggressione ai valori fondanti della nostra civiltà -afferma il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella (Forza Italia)- E questo è inammissibile. Come è inammissibile che si vogliano privare i ragazzi a scuola della possibilità di formarsi paragonandosi con i capolavori dell'arte. La cultura è apertura al confronto, e in modo particolare al confronto con la tradizione in cui siamo cresciuti. Purtroppo certe ideologie, dure a morire, confondono una laicità positiva con il laicismo nichilista".

Venerdì 13 novembre alla Fortezza da Basso si sono chiusi i lavori del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale, con la condivisione delle sintesi e delle proposte elaborate nei gruppi di lavoro.

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