Regione: Pd e Italia Viva ai ferri corti sulla sicurezza urbana

Una proposta del consigliere Baldi (Iv) per aprire alla "integrazione" con istituti privati come avviene nella leghista Cascina ha rischiato di spaccare la maggioranza. Consiglio sospeso ma alla fine i renziani hanno fatto pace con i dem

Marco
Marco Bazzichi
12 febbraio 2020 14:25
Regione: Pd e Italia Viva ai ferri corti sulla sicurezza urbana

Alla fine, il rischio che Italia Viva votasse con Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, contro il Pd, su un tema molto delicato per l'opinione pubblica, si è soltanto sfiorato. Ma c’è mancato poco. Il tema si chiama sicurezza urbana, Italia Viva cerca di aprire alla “integrazione” della vigilanza con istituti privati ed ecco che il Consiglio regionale va in totale subbuglio. Tutto nasce da un ordine del giorno presentato da Massimo Baldi (Iv), collegato alla legge, portata in Aula dalla Giunta regionale, che ridefinisce le norme in materia sicurezza urbana e polizia locale.

Il convitato di pietra è il Comune di Cascina, dove l’allora sindaco leghista Susanna Ceccardi (oggi eurodeputata) ha attivato un servizio di vigilanza privata a supporto dalla normale polizia locale, per il monitoraggio del territorio e la sicurezza delle uscite da scuola. Ed è così che la Lega, in Regione, legge la proposta di Baldi: “Siamo contenti -afferma in Aula Jacopo Alberti- che venga istituzionalizzato il modello Cascina, un modello che ha portato sicurezza ai cittadini, grazie ai progetti Sentinella Scuola e Sentinella di Notte attraverso l’utilizzo di vigilanza privata”.

Tuonano le opposizioni, in primis Irene Galletti, che sarà anche la candidata presidente dei Cinque Stelle: “Più di contrario come gradazione di voto non si può esprimere. E’ un’abdicazione delle funzioni pubbliche per affidarsi a società private. Se questo è il modo che Italia Viva intende, lo prenderemo come posizione della Regione Toscana, che dice che servono i privati anche per la sicurezza. Quello che è successo a Cascina è un’operazione vergognosa”.

Il capogruppo del Pd, Leonardo Marras butta acqua su fuoco: “Non ho scorto nessuna delle posizioni così forti che abbiamo sentito in aula. Si tratta solo di riordinare le funzioni della polizia. La funzione pubblica del servizio della polizia locale non può essere demandata all’esterno. O un’operazione del genere ha bisogno di un approfondimento politico più importante di quello che è stato fatto”. Parole che non placano l’ira e le convinzioni di Baldi: “Non sono consigliere comunale a Cascina, delle somiglianze tra la nostra proposta e quanto avvenuto a Cascina non mi interessa niente.

Non mi interessa quando la Lega fa la furba, né per cavalcare una cosa che non c’entra nulla, né quando la collega Galletti fa la furba per respingere una legge schiacciandomi contro la posizione della Lega, anche se l’intuizione che fu attribuita alla Lega delle ronde fu l’applicazione sbagliata, e somigliante ad una polizia di partito, fu giusta, e cioè che i cittadini possono mobilitarsi attivamente perché garantisce una presa in carico diffusa della sicurezza sul territorio. Ora l’ipocrisia per cui tutto questo va bene se lo fanno associazioni di terzo settore, ma non va più bene se quel plusvalore sociale viene prodotto da chi ci fa anche un profitto, e un’ipocrisia che non sopporto.

Non si può avere sempre la puzza sotto il naso quando si tratta del privato, per lasciare i servizi in condizioni peggiori di quelle che potrebbero essere”. 

Il gruppo del Pd , con un gesto eclatante, esce dall’aula ed è a questo punto Sergio Scaramelli capogruppo di Italia Viva a chiedere l’interruzione della seduta, che il presidente Eugenio Giani concede senza esitazioni. “Vergognoso, imbarazzante sospendere l’aula su un ordine del giorno”, accusa Serena Spinelli (componente di sinistra del gruppo misto).

Durante la pausa, vanno avanti le trattative tra Pd e Italia Viva. Alla fine si trova un compromesso: la proposta di Baldi viene ritirata a patto che, in data da definire, si riapra il dibattito sulla questione. “Quando si parla di sicurezza - afferma Scaramelli - le forze politiche devono evitare da parlarne in termini ideologici. La sicurezza non è di destra né di sinistra, bisogna farsene una ragione. Nelle prossime settimane spero che riusciremo a trovare un ulteriore scatto in avanti per migliorare il quadro normativo attuale. E’ opportuno creare le condizioni perché tutti i soggetti possano lavorare insieme, a livello di sicurezza”.

Le ultime parole da pacere sono di Monia Monni del Pd: “C’è stato un problema di comunicazione tra di noi. Probabilmente Italia Viva ha sottovalutato la forza di quel provvedimento che stava portando in Aula. Noi siamo d’accodo con una parte di quel documento, per casi speciali come concerti, manifestazioni come avviene già in molti Comuni. Sicuramente non siamo favorevoli ad aprire ai privati come a Cascina, vedi per il servizio di attraversamento fuori dalle scuole, dove un conto sono le associazioni di volontariato, tutt’altro le guardie private. Il problema è proprio di modello di governo”.

Ma la maggioranza regge? “Ci sono delle scosse di assestamento - continua Monni- com’è normale quando un partito subisce una scissione. Dobbiamo imparare a confrontarci di più e con maggiore rispetto perché alla fine la sintesi si trova. Alcuni servizi devono essere assolutamente pubblici, punto, così com’è nella ratio della legge portata da Bugli, che non ha una visione securitaria. Ora ne parleremo, approfondiremo e cercheremo di capire se è stata una sottovalutazione o una divergenza di vedute profonda”, conclude la consigliera del Pd.

In evidenza