Referendum: il fronte del no festeggia sotto Palazzo Vecchio

Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni da Presidente del Consiglio dei Ministri. Brinda Matteo Salvini. Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi si candida alla segreteria del Pd

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 dicembre 2016 00:32
Referendum:  il fronte del no festeggia sotto Palazzo Vecchio

(DIRE) Roma, 5 dic. - "Nardella stiamo arrivando". Se il premier Matteo Renzi ha chiuso la campagna elettorale del si'' in piazza della Signoria, il fronte del no e'' intenzionato a festeggiare sotto Palazzo Vecchio. Una volta arrivate le prime percentuali (e la prima proiezione), infatti, su Facebook e'' stato lanciato l''evento: "Daje in piazza della Signoria a festeggiare per il no. Che c''ho pure bisogno di spiegarlo?".

Nei dati pervenuti al Viminale, 13.565 sezioni su 61.551, il no e'' al 59,25%, mentre il si'' e al 40,75%. Toscana in controtendenza: il si'' e'' nettamente in vantaggio quando sono pervenute 1.085 sezioni su 3.958. Il si'' ha il 52,67% contro il 47,33% del no.

"Domani pomeriggio riuniro'' il Consiglio dei ministri, poi saliro'' al Quirinale e consegnero'' le mie dimissioni". Lo dice Matteo Renzi. "Volevo cancellare le troppe poltrone, non ce l''ho fatta. E'' allora salta la mia". Lo dice Matteo Renzi. "Quando uno perde, non fa finta di nulla e se ne va fischiettando, aspettando che passi la nottata. Non siamo stati convincenti. Andiamo via senza rimorsi". Lo dice Matteo Renzi. "Com''era evidente e scontato fin dal primo giorno l''esperienza del mio governo finisce qui", aggiunge. "La proposta delle regole, della legge elettorale tocca a chi ha vinto".

Lo dice Matteo renzi. "Io ho perso. Nella politica italiana non perde mai nessuno. Io sono diverso ho perso e lo dico a voce alta, anche se con il nodo in gola. Non sono riuscito a portarvi alla vittoria". Lo dice Matteo Renzi, a palazzo Chigi. "Il no ha vinto in modo straordinariamente netto. Ai leader del fronte del no le mie congratulazioni". Lo dice Matteo Renzi. "Fare politica andando contro qualcuno e'' molto facile. Fare politica per qualcosa e'' piu'' bello. Piu'' difficile ma piu'' bello".

Lo dice Matteo Renzi, a palazzo Chigi. "Ci abbiamo provato, ma non ce l''abbiamo fatta". Lo dice Matteo Renzi."Volevamo vincere, non partecipare. Mi assumo tutte le resposnabilita'' della sconfitta. Ho perso io, non voi". Cosi'' Matteo Renzi ai sostenitori del si''. "Questo voto consegna ai leader fronte no oneri e onori". Lo dice Matteo Renzi.Il popolo italiano "in modo inequivocabile ha scelto in modo chiaro e netto. E'' stata una grande festa della democrazia". Cosi'' Matteo Renzi nella dichiarazione sui dati del referendum. "Grazie ad Agnese per aver sopportato la fatica in questi mille giorni, e per come ha splendidamente rappresentato il paese.

E grazie ai miei figli". Fa una lunga pausa, nelle dichiarazioni alla stampa, il premier Matteo Renzi, apparso commosso nel corso del commiato da palazzo Chigi.

"Renzi si dimette! Grazie, grazie, grazie a tutti gli italiani che sono andati a votare. Oggi bellissima giornata di legittima difesa, di democrazia. Votare e'' servito". Lo scrive su facebook Matteo Salvini.

"Una sconfitta cosi'' forte richiede un ripensamento dell''intero asse strategico del partito, che chiama in causa il Governo, il cui riformismo si e'' rivelato insufficiente e troppo debole. Il tempo e le sfide richiedono un Pd diverso e una leadership diversa da quella attuale". Perche'' "abbiamo perso nonostante la riforma contenesse buone ragioni di merito", Cosi'' il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e candidato alla segreteria del Pd. "È vero- aggiunge- che si e'' espresso un giudizio anche su Renzi, soprattutto a causa dell''errore di personalizzazione che lui stesso ha riconosciuto.

Ma un''affluenza cosi'' alta e un risultato cosi'' netto, se sara'' confermato, indicano una scelta piu'' di fondo nel popolo italiano, tra chi vuole cambiare e chi vuole conservare la nostra Costituzione. Ha vinto quello che alcuni definiscono patriottismo costituzionale che, forse, in queste dimensioni non ci aspettavamo. Ha vinto una difesa della Costituzione che non si fida dei partiti, ne'' dei governi, ne'' dei personalismi. La Costituzione come baluardo contro le ambiguita'' del carattere ondivago della politica di questi tempi.

Quindi, grandi riforme della Costituzione d''ora in poi vanno valutate con grande attenzione". Anche Rossi "ero convito che la riforma potesse comunque costituire un passo avanti e rendere piu'' efficienti e adeguate le istituzioni superando il bicameralismo paritario e la frammentazione prodotta dagli eccessi del federalismo. Dal popolo italiano viene un invito chiaro a trattare la materia costituzionale con maggiore rispetto e soprattutto ad evitare che su di essa si producano divisioni e lacerazioni insanabili".

Gli italiani hanno espresso un patriottismo costituzionale di cui sara'' bene che la politica tenga seriamente conto". L''esito del voto dice anche che "non e'' bastato certo l''argomento dei costi della politica, sbagliato e poco credibile. Gli italiani accettano interventi puntuali, chirurgici, non revisioni generali della carta costituzionale, anche se si tratta solo della parte ordinamentale. Questo e'', a mio avviso, il senso del voto, e il Pd deve accettarlo e riflettere su di esso". Renzi, osserva Rossi, "ha fatto fatto appello alla maggioranza silenziosa, ha puntato apertamente a destra per vincere, per conquistare quel ceto medio che sempre e'' stato favorevole alla stabilita'' e filo-governativo, che anche ora pareva affidarsi davvero al premier e a un Pd d''impianto moderato.

Il calcolo e'' stato sbagliato, in realta'' quei ceti medi sono in sofferenza, temono per il proprio futuro, sono angosciati a causa della crisi e della precarieta'' del lavoro dei figli". Piuttosto che intervenire per stabilizzare, "sembra che abbiano voluto cogliere l''occasione per far sentire la loro rabbia". Rossi conclude: "Ho combattuto lealmente per il si'' e voglio ringraziare gli amici e compagni del Pd regionale e nazionale che si sono mobilitati credendo nelle buone ragioni di merito contenute nella riforma".

Il Pd "esce da questo scontro con molte ferite. Alcune potevano essere evitate. Molte si possono e si devono curare". E allora Rossi fa un "un appello ai compagni del no perche'' non si chiudano in se stessi ma aprano il confronto con il si'' nel quale si e'' radunato gran parte dell''elettorato Pd. Non e'' il momento delle recriminazioni ma del dialogo e dell''unita''. Serve un Pd piu'' aperto ai drammi della societa'', piu'' forte, piu'' organizzato e piu'' radicato tra i ceti deboli, con un netto profilo di sinistra".

(Red/ Dire)

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