Rapporto annuale Cobat: prodotti tecnologici avviati al riciclo e trasformati

Solo nel 2017, sono oltre 140 mila le tonnellate di prodotti tecnologici raccolti, avviati al riciclo e trasformati in nuove risorse

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2018 15:46
Rapporto annuale Cobat: prodotti tecnologici avviati al riciclo e trasformati

Più di 5 milioni di tonnellate – 20 volte il peso del Colosseo – di pile e batterie esauste, rifiuti elettronici e pneumatici gestiti negli ultimi 30 anni. Solo nel 2017, sono oltre 140 mila le tonnellate di prodotti tecnologici raccolti, avviati al riciclo e trasformati in nuove risorse, percorrendo quasi 2 milioni di km, con un taglio di emissioni inquinanti di più del 57% rispetto al 2016 grazie al rinnovo del parco mezzi della rete logistica. Sono questi i numeri di Cobat, contenuti nel Rapporto annuale di attività presentato oggi a Roma.

Istituito nel 1988, lo storico consorzio, uno dei primi ad avviare in Italia un percorso virtuoso di economia circolare, gestisce da 30 anni il fine vita dei beni immessi al consumo, garantendo i più elevati standard di sostenibilità ambientale ed economica ed è impegnato nello sviluppo della circular economy attraverso un lavoro di trasformazione dei beni tecnologici giunti a fine utilizzo in nuove materie prime.“Siamo nati per risolvere il problema ambientale delle batterie al piombo, trasformandolo in un’opportunità economica per il Paese.

È quello stesso spirito – dice nei saluti introduttivi Giancarlo Morandi, Presidente di Cobat – che ci ha portato ad applicare il metodo Cobat anche ai RAEE. Il principio dell’economia circolare, anche se ancora non sapevamo che si chiamasse così, ci ha guidato quando, in anticipo sulle normative nazionali ed europee, abbiamo creato la prima filiera per la raccolta e il riciclo dei moduli fotovoltaici. E lo stesso abbiamo fatto, continuiamo e continueremo a fare, con gli pneumatici e tante altre tipologie di prodotti di nuova generazione, su cui è necessario investire in ricerca, per arrivare ai fuochi di segnalazione e pirotecnici, con la promozione del nuovo consorzio Cogepir”.Michele Zilla, Direttore Generale di Cobat, presentato, poi, i dati del consorzio contenuti nel Rapporto illustrando i risultati raggiunti e spiegando quali sono i prossimi obiettivi.

Intervenuti anche Stefano Ciafani, Presidente Nazionale Legambiente, e Salvatore Micillo, Membro della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati.“La vera forza del nostro Consorzio – sostiene Michele Zilla, Direttore Generale di Cobat – risiede nella capacità di evolvere e cambiare identità garantendo da sempre efficienza e massima professionalità. Negli ultimi anni abbiamo, infatti, iniziato un processo di internazionalizzazione che ci ha portato a presenziare e presidiare una diversa serie di contesti di importanza sempre più determinante per la nostra attività.

Dopo l’ingresso nel 2015 in WEEELABEX, l’associazione europea dei sistemi di raccolta dei RAEE, un anno fa abbiamo siglato un accordo di partnership con WEEELOGIC, hub europeo per la gestione del fine vita dei RAEE. Sempre nel 2017, abbiamo aderito ad EUCOBAT, l’associazione europea dei sistemi di raccolta delle pile ed accumulatori, uno degli stakeholder di riferimento della Commissione Europea nella revisione della Direttiva 2006/66/CE sulle pile ed accumulatori”.Questi i dati nel dettaglio.

Nel 2017 Cobat si riconferma primo Sistema di raccolta e di riciclo di pile e accumulatori in Italia con il 49,3% dell’immesso al consumo di accumulatori industriali e per veicoli e il 26,8% in quello delle pile e degli accumulatori portatili. Nel settore degli accumulatori al piombo, il Consorzio ha raccolto nel 2017 oltre 117 mila tonnellate in tutta Italia.Le Regioni che registrano il maggiore incremento dei quantitativi di raccolta sono Umbria (+33%), Piemonte-Val d’Aosta (+23%) e Lazio (+12).

In termini assoluti, Lombardia, Veneto e Campania raggiungono i migliori risultati rispettivamente con oltre 22 mila e più di 12 mila tonnellate per le ultime due Regioni.In termini assoluti sono Lombardia, Veneto e Lazio le regioni più virtuose, rispettivamente con oltre 505, 277 e 135 tonnellate, mentre per quanto riguarda la variazione percentuale rispetto al 2016 emergono su tutte Calabria (+277%), Sardegna (+253%) e Campania (+202%).Il 2017 ha rappresentato per Cobat un anno significativo nella gestione dei RAEE, con quasi 16 mil di tonnellate raccolte, grazie agli oltre 1.300 punti di raccolta in tutta Italia.

Significativa la raccolta dei RAEE professionali, svolta direttamente dal Consorzio attraverso i Punti Cobat presso i clienti dei propri Soci, passata da 161 tonnellate nel 2016 a 1.360 tonnellate nel 2017.Anche nel 2017, Cobat ha ottenuto il formale riconoscimento da parte del Comitato per la Gestione degli presso ACI, per la gestione degli PFU prodotti dal settore dell’autodemolizione. Il quantitativo gestito dal Consorzio ha superato le 1.800 tonnellate, corrispondente a un incremento del 10% rispetto al 2016.Cobat monitora e rendiconta periodicamente l’impatto ambientale delle attività svolte in assoluta sintonia rispetto alla propria mission ambientale.

Il Consorzio elabora ogni anno un indice dei km percorsi per la raccolta di ogni singola tonnellata di rifiuto gestita: nel 2017 sono stati oltre 1 milione e 800 mila i km percorsi con un risparmio di emissioni di gas inquinanti di più del 57% rispetto all’anno precedente.Questo decremento è giustificato dal notevole miglioramento del parco automezzi della rete logistica a cui si affida Cobat: rispetto ad appena 4 anni fa, le categorie Euro 0, Euro 1, Euro 2, Euro 3, Euro 4 hanno subito una forte diminuzione mentre è cresciuta la categoria Euro 5 ed è stata inserita la categoria Euro 6 (assente nel 2016), la quale con il suo 23% risulta essere la più presente dopo la categoria Euro 5 con il 27%.Oltre 1.200 Produttori e Importatori di pile e accumulatori, apparecchiature elettriche ed elettroniche, moduli fotovoltaici e pneumatici hanno affidato a Cobat la responsabilità della gestione del fine vita dei propri prodotti, con un immesso al consumo pari a più di 219 mila tonnellate.

La forza del Sistema Cobat risiede nel proprio staff, composto da 20 risorse, e in un’efficiente struttura consortile che, attraverso una propria rete di aziende di raccolta e di stoccaggio, i 72 Punti Cobat, e 24 Impianti di trattamento e riciclo specializzati nel recupero di materia, gestisce l’intera filiera del rifiuto.“Ogni volta, da 30 anni, andiamo avanti per capire i bisogni dei nostri soci e del Paese dal punto di vista ambientale. Vogliamo continuare così, capire cosa servirà alle azienda italiane per rispettare le normale ambientali e quelle buone pratiche per realizzare quello sviluppo sostenibile di cui tutti parliamo, ma di cui difficilmente ci occupiamo tutti i giorni” spiega Giancarlo Morandi, presidente di Cobat alla presentazione del Rapporto annuale illustrato a Roma che cade in occasione del 30esimo compleanno del Consorzio.“Lavoriamo su tutto il territorio italiano– aggiunge Morandi- e molte aziende industriali sono spesso localizzate al nord.

Eppure abbiamo uffici a Roma, perché l’interlocuzione con parlamento e governo è estremamente importante”.Al futuro governo il presidente Cobat ricorda che “una legge o un decreto sbagliato fanno più danni di tanti comportamenti sbagliati dal punto di vista ambientale. Abbiamo dunque bisogno che il futuro governo, o i futuri ministeri dell’Economia o dell’Ambiente, decidano di ascoltare gli operatori ambientali del settore tutte le volte che si deve fare un provvedimento”.“Cobat è uno dei campioni dell’economia circolare, abbiamo già censito questa realtà lo scorso anno al parlamento europeo quando raccontammo le esperienze straordinarie che l’Italia puo’ vantare.

Qui si possono fare cose straordinarie malgrado l’Italia, dove ci sono ostacoli che non dovrebbero esistere, che creano problemi a chi sa fare cose straordinarie senza spendere energie e risorse per ovviare ad autorizzazioni che non arrivano mai, decreti che il ministero non emana o che vanno troppo velocemente perche’ servono solo ad una parte del Paese” così Stefano Ciafani, Presidente Nazionale Legambiente, intervenuto alla presentazione del Rapporto annuale Cobat, illustrato a Roma.Per Ciafani è dunque necessario rimuovere “gli ostacoli non tecnologici, sono una zavorra per l’economia circolare.

Qui sappiamo fare cose che nemmeno in Germania sanno fare, quindi dobbiamo semplificare la vita”.“Aziende e consorzi come Cobat che parlano di economia circolare, e che fanno dell’uso e del riciclo di materiale la loro filosofia, possono trovare solo porte aperte e collaborazione con noi” dice Salvatore Micillo, Membro della VIII Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, intervenuto alla presentazione del Rapporto annuale Cobat, illustrato a Roma.Micillo auspica un cambio di passo “rispetto agli scorsi decreti ministeriali in cui si parlava di inceneritori.

Noi invece crediamo che l’economia circolare vada su un’altra filiera, su un riprogettare oggetti in maniera diversa. Dobbiamo capire che quello è il sistema che da qui ai prossimi cento anni che sarà padrone dei sistemi economici”, conclude Micillo.

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