Olio 2019-2020: la Toscana perde 4mila tonnellate (-20%)

Legnaioli, Cia: "Raccolta delle olive anticipata e breve per tutelare la qualità". Il calo più consistente (dal 30 al 50%) nelle province di Firenze, Siena e Arezzo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2019 14:23
Olio 2019-2020: la Toscana perde 4mila tonnellate (-20%)

Ci sarà un calo medio del 20 per cento rispetto al 2018 per la campagna olearia 2019-2020 in Toscana. Rispetto allo scorso anno si prevede una raccolta di oltre 16.278 tonnellate contro le 20.347 di un anno fa (- 4.069 tonnellate). Toscana in controtendenza – sottolinea la Cia Agricoltori Italiani Toscana visto che a livello nazionale la campagna in corso farà registrare un aumento della produzione dell’89%, stimata di poco superiore alle 330mila tonnellate di olio a livello nazionale, un dato che quasi raddoppia la produzione finale dello scorso anno, attestatasi intorno alle 175mila tonnellate di prodotto, come rilevato da Cia Agricoltori Italiani, Italia Olivicola e Aifo.

«In Toscana – commenta Filippo Legnaioli, vicepresidente Cia Toscana – registriamo un calo complessivo del 20 per cento, con differenze però nelle diverse aree produttive. Sta andando complessivamente meglio nella fascia costiere, mentre nella Toscana centrale, fra le province di Firenze, Siena e Arezzo, si hanno cali che vanno dal 30 al 50 per cento rispetto al 2018».

Per quanto riguarda la qualità invece, le previsioni sono ottimistiche «anche se dovremo mantenere alta l’attenzione sugli attacchi della mosca con controlli capillari sui territori – precisa Legnaioli – anche in relazione alle alte temperature che danno vita a nuove infestazioni attive. Per cui il consiglio per le aziende è quello di fare una raccolta anticipata – facendo sempre attenzione alla maturazione delle olive – e nel tempo più breve possibile per non far calare la qualità dell’olio».

Ora – sottolinea la Cia Toscana - bisogna premiare la filiera agricola che si impegna nella produzione di un olio di qualità, garantendo prezzi più equi, adeguati e remunerativi».

A livello nazionale a trainare la ripresa dell’olivicoltura italiana sono soprattutto le Regioni del Sud. Un’ottima annata per la Puglia (+175%), che da sola produrrà quasi il 60% dell’olio extravergine d’oliva nazionale: il tacco d’Italia sarà trainato dalle province a maggior trazione olivicola, Bari, Bat e Foggia su tutte, le zone falcidiate dalla terribile gelata nel febbraio 2018.

Annata molto positiva per la Calabria (+116%), che conserva la seconda piazza tra le Regioni italiane davanti alla Sicilia (+38%).

Al Sud bene la Basilicata, che quasi quadruplica la produzione dello scorso anno (+340%). Positiva la campagna olearia anche in Sardegna (+183%), Campania (+52%) e Molise (+40%).

In chiaroscuro, invece, il bilancio delle Regioni centrali: ad Abruzzo (+52%) e Marche (+63%), si contrappongono i dati negativi di Lazio (-19%), Toscana (-20%), Umbria (-28%) ed Emilia-Romagna (-50%) dovuti alla ciclicità che caratterizza la produzione olivicola e al ritardo della fioritura causata dalle basse temperature di inizio primavera. Maglia nera della produzione italiana saranno tutte le Regioni del Nord, che registreranno un calo evidente: picco minimo in Liguria (-43%), picco massimo in Lombardia e nel Veneto (-65%).

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