Quelle ingombranti pale eoliche da piantare sui verdi crinali del Mugello…

Botta e risposta fra l’assessora regionale all’Ambiente Fratoni e gli ecologisti: non convince il metodo. E Idra squaderna i primi pareri dei Comuni, dell’ARPAT, della Soprintendenza e degli stessi uffici tecnici della Regione: “Si aggrava il quadro di valutazione del progetto”!

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 giugno 2020 23:48
Quelle ingombranti pale eoliche da piantare sui verdi crinali del Mugello…
Giotto rivisitato (a cura di Fabio Innocenti), S. Francesco predica agli uccelli, Basilica superiore, Assisi

“Una lettera dai contenuti difficilmente decifrabili”: così definisce Idra la replica ricevuta il 28 maggio dall’assessora all’Ambiente della Regione Toscana Federica Fratoni dopo che, due giorni prima, l’associazione fiorentina aveva sollecitato dal presidente Enrico Rossi un “intervento di garanzia” sul progetto di impianto eolico Monte Giogo, fra Vicchio e Dicomano.

“È stato avviato infatti fra mille limitazioni e condizionamenti – denuncia l’associazione fiorentina - un percorso solo apparentemente partecipativo di Inchiesta pubblica, nonostante il conclamato e perdurante stato di emergenza sanitaria nazionale”.

Ma cosa lamentavano quelli di Idra nell’appello a Rossi? “Le procedure adottate appaiono ledere i diritti di cittadinanza delle comunità interessate: le proposte alternative formulate nel corso delle due prime sessioni sono state respinte, infatti, così come sono state ignorate – ed edulcorate nei verbali - le vibranti espressioni di dissenso argomentate in più interventi. Inoltre il percorso fissato espone a oggettivo rischio sanitario da pandemia Covid19 le componenti più fragili della popolazione”.

Delusi dalla replica dell’assessora Fratoni, che non si esprime sulle contestazioni alle modalità di organizzazione e svolgimento dell’“Inchiesta pubblica”, né sulla proposta di permettere alla cittadinanza coinvolta nel procedimento di avvalersi delle osservazioni che entro il 14 luglio avranno presentato anche gli organismi tecnici (ARPAT, Soprintendenza, uffici tecnici della stessa Regione, Comuni, ecc.), i militanti di Idra tornano a indirizzare al presidente Rossi la richiesta di un “intervento di garanzia”.

Ma questa volta l’istanza è corredata da un eloquente campionario di citazioni (leggibili qui) dai pareri che le istituzioni coinvolte nel procedimento hanno sin qui formulato.

“Le prime osservazioni sul progetto depositate dagli Enti tecnici – scrive adesso Idra a Rossi e a Fratoni - attestano la presenza di una tale mole di carenze, di una tale quantità di integrazioni richieste, da legittimare con ancora maggior forza un’istanza dettata dal buon senso: i cittadini che partecipano all’Inchiesta, oltre a godere dell’avvenuto ripristino della piena libertà di circolazione, di riunione, di documentazione e di ispezione del territorio, siano chiamati a esprimersi sul progetto non prima, ma dopo aver potuto leggere il repertorio di osservazioni prodotte dagli organismi tecnici pubblici nel procedimento finalizzato al rilascio del Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale, e dopo aver potuto conoscere gli adeguamenti progettuali e documentali effettuati dal proponente in ottemperanza alle indicazioni e alle prescrizioni ricevute”.

E conclude con un ennesimo quesito in attesa di risposta: “Ci si domanda di conseguenza se sia ragionevole, da parte della Regione Toscana, invitare i cittadini, e i soggetti pubblici competenti, a investire il proprio tempo nella valutazione di un progetto che – stando anche solo ai rilievi fin qui menzionati, alcuni dei quali formulati anche dopo la presentazione, da parte del proponente, della documentazione integrativa richiesta – presenta così numerose falle. E’ prevista in altre parole, chiediamo, al momento in cui si decide di avviare un procedimento, l’attivazione di un qualche filtro che preventivamente garantisca un tasso minimo di completezza e di qualità ai progetti pubblicati e sottoposti all’attenzione pubblica?”.

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