Quell'amore spontaneo per Gaber: torna a San Salvi l'Omaggio al Signor G.

In una veste completamente nuova, giovedì 10 settembre

Marco
Marco Bazzichi
07 settembre 2020 00:17
Quell'amore spontaneo per Gaber: torna a San Salvi l'Omaggio al Signor G.

Difficile trovare una dichiarazione di amore più spontanea e disinteressata per Giorgio Gaber, di quella che passa sotto il titolo di “Il Signor G. - Omaggio a Giorgio Gaber”, e che vede come autori e interpreti personaggi noti e apprezzati a Firenze, sulle sponde professionali più diverse, a cominciare da Edoardo Semmola, giornalista del Corriere Fiorentino, che probabilmente a 5 anni spiegava già in famiglia i significati più reconditi di 'Polli d'allevamento' o di 'Libertà obbligatoria'.

Lo spettacolo torna il 10 settembre a San Salvi nello spazio dei Chille de la balanza (prenotazioni via whatsapp al 335 627 0739 oppure via email: info@chille.it).Dopo 14 repliche tutte sold-out su e giù per tutta la Toscana e non solo, tra il 2013 e il 2014, lo spettacolo si è preso una pausa di riflessione. Per cambiare, evolvere, adattarsi ai tempi. E ora torna in scena in una veste completamente nuova e per una sola data .Resta invariato il cast: Silvia Conti e Edoardo Semmola nel "ruolo" del fantasma di Gaber, Letizia Fuochi in quello della ricerca della sua coscienza, Massimiliano Larocca per la sua condivisione, Riccardo Ventrella come sua manifestazione filosofica, Gianluca Baroncelli alle magie con il sax, Gianfilippo Boni alle tastiere, Francesco Frank Cusumano alla chitarra, alla direzione musicale generale totale universale (e al senso di responsabilità per guidare questa banda di unni con il piglio di un vero maestro).

E infine, ospite speciale, l'assessore alla cultura del comune di Firenze Tommaso Sacchi.Uno spettacolo divertente, poetico, emozionante, che rende omaggio al maestro Gaber presentandosi però in modo del tutto “nuovo”, inedito, spiazzante. E’ un viaggio in tre parti (“G, come l’Io”, “G, come il Noi”, “G, come il Mondo”) fusione delle diverse personalità e delle esperienze artistiche dei protagonisti. Un racconto sentimentale che si sente in diritto di vivere il presente e un narratore bonario, il signor G., che filtra le sensazioni e rilancia il dibattito."Uno spettacolo di teatro canzone in cui -spiegano gli autori- non ci limitiamo a cantare Giorgio Gaber.

Noi dialoghiamo con lui. Ci chiediamo e gli chiediamo cosa direbbe e cosa farebbe oggi, se fosse ancora tra noi. Domande, risposte, dubbi, suggestioni”.

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