Publiacqua: nuova concessione fa rima con aumento di tariffe e cauzione

Proroga della concessione del servizio idrico, mentre aumenta il contenzioso con gli utenti. Miriam Amato (Potere al Popolo): “Dati preoccupanti, pessima classe di appartenenza per tutti gli indicatori di qualità tecnica. Standard bassissimi per perdite, qualità erogata, qualità depurata, adeguatezza fognature e interruzioni del servizio”

Nicola
Nicola Novelli
31 ottobre 2018 23:50
Publiacqua: nuova concessione fa rima con aumento di tariffe e cauzione

Publiacqua Spa, gestore del servizio idrico per il medio Valdarno Ambito 3 che comprende 46 comuni in quattro province, per complessivi 1.305.000 abitanti (fra Firenze, Scandicci, Sesto Fiorentino e Signa) negli ultimi dei mesi chiede in pagamento € 113.000,00  a titolo di deposito cauzionale su un campione di circa 12.000 utenze condominiali singole. A questo si aggiunge l'aumento delle tariffe. Senza considerare le perdite economiche e il contenzioso legale provocati ai cittadini dei comuni toscani serviti da questo gestore per via dei ripetuti guasti e rotture agli impianti pubblici, con interruzioni dell'erogazione, allagamenti e blocchi stradali. Eppure la concessione della società per azioni a capitale misto pubblico-privato Publiacqua è stata appena prorogata.

“La proroga della concessione a Publiacqua non ha giustificazioni – sottolinea la consigliera di Potere al Popolo Miriam Amato – soprattutto dopo aver letto i dati che emergono dalla relazione annuale AIT (Autorità Idrica Toscana), si conferma una gestione inadeguata e fallimentare. Il tutto con un utile di ben 24.740.073 euro”. Questi i dati che sono stati riportati nel corso di una conferenza stampa dalla consigliera Miriam Amato assieme a Rossella Michelotti e Rita Biancalani del Forum Toscano dei Movimenti per l'acqua pubblica:“La percentuale delle perdite è del 48% (come si legge a pag.

19 dell’appendice alla relazione annuale). In questi anni abbiamo assistito ad un progressivo peggioramento. Basta considerare che il consumo medio di ogni utente è di 69 mc e che le perdite stimate ad utente è di 54,54 mc, fra rete e acquedotto, un dato allarmante se ci si rende conto delle quantità d’acqua di cui si parla. Ma andiamo a vedere la qualità tecnica raggiunta da Publiacqua nel 2017 considerando un range che va dalla classe A, quella ottimale, fino a C, D o E. Per Publiacqua – aggiunge Miriam Amato – si ha una pessima classe di appartenenza per tutti gli indicatori di qualità tecnica, tranne che per lo smaltimento dei fanghi, è evidente la pessima qualità dell’acqua erogata e depurata:

  1. Perdite idriche Classe di appartenenza D (penultima classe);
  2. Qualità dell’acqua erogata Classe di appartenenza D (penultima classe);
  3. Qualità dell’acqua depurata Classe di appartenenza D (classe peggiore);
  4. Interruzioni del servizio Classe di appartenenza C (classe peggiore);
  5. Adeguatezza sistema fognario Classe di appartenenza E (classe peggiore).

Per quanto riguarda gli indicatori delle qualità contrattuali, su circa 30 parametri, rientra nella classe “E”, la peggiore per: pronto intervento, appuntamenti, comunicazioni, misuratori, preventivazione, sportelli tanto da aver accumulato ben 1.662 milioni di penali nel periodo 2014/2016. Inoltre, mentre il sindaco dice che non ci saranno aumenti, l’Autorità Idrica Toscana riporta che Publiacqua può applicare degli incrementi tariffari massimi dell'8,5%, infatti nel 2017 abbiamo avuto un incremento del 2,5%. Soffermandosi sull’aspetto lavorativo – proseguono Miriam Amato con Rossella Michelotti e Rita Biancalani – notiamo che l’organico continua a diminuire, continua il trend di taglio al personale, da 608 lavoratori (nel 2016) a 602 (nel 2017) di cui: 4 Dirigenti, 18 Quadri, 305 impiegati e 247 operai più 32 interinali.

Lo scostamento non ha coinvolto i vertici bensì si registrano meno 5 operai rispetto all’anno precedente, meno 4 impiegati, ma sono aumentati gli interinali di 3 unità, ricordo che abbiamo 7 addetti per ogni milione di mc fatturati nel 2017, dato più basso in Toscana e che Publiacqua gestisce 6.715 km di rete idrica (erano 7.163 km nel 2016) e di 3.633 km di fognatura (erano 3.700 km nel 2016). Insomma, dati alla mano, non troviamo giustificazioni né per questa proroga né per le bollette costose che, come utenti, ci troviamo a pagare visto i pessimi standard riportati. La gestione pubblica – concludono Amato, Michelotti e Biancalani – è possibile solo se si smette di lucrare sull’acqua, quindi non con una holding, visto che nessuno ci regala nulla, infatti la voce “Fonti” nelle sulle nostre bollette indica le anticipazioni in tariffa per gli investimenti”.

Del resto il caso di Publiacqua non è un eccezione nel panorama regionale. Venerdì 26 ottobre l’Assemblea dell’AIT ha dato il via libera alla proroga delle concessioni di Acque Spa e ASA fino al 2031. Approvazione di tutti i sindaci presenti, eccetto quattro astensioni: San Sepolcro, Siena, Manciano e Grosseto. Anche il sindaco di Livorno nel suo intervento ha espresso il proprio favore al prolungamento dei tempi per consentire di effettuare gli investimenti, spalmando i debiti contratti su periodi più lunghi, e riducendo così l’aggravio sulle bolletta. Eppure Nogarin si dichiara contemporaneamente favorevole alla ripubblicizzazione dell’acqua, e che il suo modello è ABC di Napoli, dove è già stata avviata all’indomani del referendum. Ma la vera “sorpresa” dell’Assemblea AIT è stata la notizia del previsto allungamento al 2024 della Concessione a Publiacqua, nonostante l’argomento non rientrasse tra i temi all’odg.

Pistoia favorevole; Firenze assente e Prato astenuta. Del resto il sindaco Nardella aveva già lanciato la proroga al 2024, con tariffe bloccate e ripubblicizzazione alla scadenza.

"E' strano si scopra la via della ripubblicizzazione proprio a fine mandato, come è per Firenze e Prato, andando a blindare scelte che avranno effetti solo dopo le prossime elezioni -commentano dal Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua- Strano si parli di ripubblicizzare e nello stesso tempo si passi a piè pari sui principi ispiratori dei referendum, lasciando che il bene comune per eccellenza resti sottomesso alle leggi di mercato: che si tratti di sostituire il socio privato con uno pubblico, oppure si intenda costituire una società in house a capitale interamente pubblico, l’azienda resta in ogni caso soggetta al diritto privato, con ciò che ne consegue.

Strano che l’intento di ripubblicizzare in senso democratico e partecipativo, come espresso dalla volontà popolare, si traduca per gli Amministratori di turno nell’evitare che qualsiasi decisione, compresa quella sulla proroga delle Concessioni, passi in precedenza dai Consigli Comunali; per non dire di una giusta e doverosa consultazione dei cittadini su determinate questioni. Strano sbandierare la volontà di ripubblicizzare insieme all’intento di far rimanere gli utili in Toscana, quando qualsiasi profitto sull’acqua è stato bandito dal referendum del 2011. Riteniamo particolarmente grave che l’orizzonte della quasi totalità dei politici/amministratori sia comunque e sempre racchiuso nei limiti della convenienza economico-finanziaria.

La loro aspirazione più forte sembra essere quella di vestire i panni manageriali e trasformare il pubblico in investitore. E inaccettabile si conferma la distanza misurabile in anni luce da quella gestione del bene comune auspicata da milioni di cittadini. Perché è questa la sola e vera ripubblicizzazione che vogliamo".

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