Publiacqua: 7,5 milioni di euro di investimento per la qualità dell’acqua immessa in rete

La consigliera Amato (AL) annuncia un incontro pubblico venerdì prossimo insieme ai comitati e al deputato Samuele Segoni. La fotografia della Toscana scattata dal direttore generale dell’Autorità idrica regionale Alessandro Mazzei. In commissione regionale Ambiente l'impianto depurazione Livorno

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2017 23:20
Publiacqua: 7,5 milioni di euro di investimento per la qualità dell’acqua immessa in rete

Con i nuovi filtri a sabbia, inaugurati oggi all’impianto di potabilizzazione dell’Anconella, il processo di trattamento dell’acqua dell’Arno si è arricchito di un nuovo impianto di per garantire la qualità dell’acqua immessa in rete. Panelli 14 si chiama il nuovo impianto. 14 come il numero dei filtri a sabbia attraverso cui passa l’acqua proveniente dalle vasche di decantazione la cui capacità di trattamento pari a 1.200 l/sec. Il costo dell’opera è stato di 7,5 milioni di euro. Con questa opera i filtri a sabbia presenti nell’Anconella salgono a 32, con una capacità di trattamento potenziale di 4000 l/sec. I filtri hanno il compito di trattenere le impurità e solidi presenti nella risorsa idrica prima che questa vada ai trattamenti successivi di adsorbimento (filtri a carbone attivo il cui compito è quello di eliminare le sostanze organiche e gli inquinanti organici disciolti nell’acqua) e disinfezione finale.

Il processo è particolarmente importante in caso di piogge torrenziali, quando l’acqua del fiume Arno si intorbida in maniera consistente. Il supporto filtrante è costituito da sabbia silicea a granulometria variabile per massimizzare l’efficacia di separazione delle parti solide.

“Si inaugura oggi– ha commentato il Vice Presidente di Publiacqua Simone Barni – un’opera fondamentale per la qualità dell’acqua immessa in rete. Un’opera che dimostra l’attenzione che da sempre Publiacqua ha nell’affinare i processi di potabilizzazione. Portare i cittadini a bere l’acqua del rubinetto è l’impegno che da sempre Publiacqua si è assunta. Negli anni Publiacqua ha potenziato i trattamenti dei principali impianti dotandoli di sistemi di filtrazione e affinamento, quali i filtri a sabbia e i filtri a carbone attivo, che riducono, tra l’altro, la necessità della disinfezione, quale quella effettuata con il biossido di cloro.

Oltre alla maggiore sicurezza del prodotto, i nuovi processi di filtrazione garantiscono una migliore percezione della qualità organolettica dell’acqua che esce dai nostri rubinetti. Quando Publiacqua ha iniziato il servizio, solamente il 24% della popolazione beveva acqua del rubinetto. Oggi siamo ad oltre il 60% con un risparmio importante per l’ambiente e per i cittadini che sostituiscono l’acqua pubblica a quella imbottigliata. Ma vogliamo andare oltre e far crescere questa percentuale”.

“ Oggi l’impianto dell’Anconella tratta 2.500 l/sec in media per un totale di 70 milioni di metri cubi - ha aggiunto l’Amministratore Delegato Emanuela Cartoni - E’ sicuramente l’impianto principale di Publiacqua che serve l’intera area metropolitana e le aree del Chianti. La filiera di trattamento diventa sempre più importante in presenza di un’acqua grezza sempre più difficile da trattare per gli effetti dell’inquinamento antropico. E’ necessario investire nelle infrastrutture (e fino al 2021 abbiamo previsto circa 6 milioni di euro l’anno di risorse da dedicare esclusivamente agli impianti di potabilizzazione) ma anche nelle conoscenze e nel know how dei lavoratori tutti e in ricerca.

L’impianto oggi è il cuore nevralgico del sistema acquedottistico metropolitano. E’ la sede di un importante laboratorio che non solo effettua le analisi chimiche e fisiche dell’acqua immessa in rete, ma sviluppa ricerca insieme ai principali soggetti del territorio, quali l’Università. Qui abbiamo la sede del telecontrollo, che ci permette di monitorare in tempo reale le reti e gli impianti sui 46 comuni gestiti”. 

“Una risorsa fondamentale per la vita umana sfruttata per fare cassa”. Miriam Amato, consigliera di Alternativa Libera, torna ad attaccare la gestione della risorsa idrica a Firenze e in Italia. Lo fa oggi che si celebra la Giornata Mondiale dell’acqua, annunciando anche un incontro pubblico in programma venerdì 24 marzo: “Niente è stato fatto per recepire l’esito referendario del 2011 e avviare la ripubblicizzazione del servizio idrico. Il messaggio lanciato dalla stragrande maggioranza dei cittadini è stato chiarissimo: no alla privatizzazione e alla svendita ai privati dell’acqua pubblica.

Ma la politica ancora una volta si è mostrata sorda alle richieste dei cittadini, eludendo l’esito referendario”.“Con la giornata di oggi – ricorda Amato - le Nazioni Unite invitano le nazioni membri a dedicare questo giorno a espletare le raccomandazioni raggiunte dall'assemblea generale e alla promozione di attività concrete all'interno dei loro Paesi per la tutela di questa fondamentale risorse. Inoltre una serie di organizzazioni non governative hanno utilizzato il giorno internazionale per l'acqua come un momento per sensibilizzare l'attenzione del pubblico sulla critica questione dell'acqua nella nostra era, con occhio di riguardo all'accesso all'acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici”. “Anche in Italia siamo impegnati a difendere l'acqua come bene primario ed a pretendere con forza che vengano imposte le limitazioni alla remunerazione derivante dalla gestione degli impianti idrici.

Per questo – conclude Amato - venerdì sera organizzeremo un incontro pubblico al Palagio di Parte Guelfa”. L’appuntamento, che inizierà alle 21, vedrà gli interventi anche del deputato Samuele Segoni, del consigliere di Sesto Maurizio Quercioli ( Insieme Cambiamo Sesto) e del forum toscano dei Movimenti dell’Acqua (Rita Biancalani, Rosanna Crocini e Rossella Michelotti).

Primo piano sull’acqua in commissione Ambiente del Consiglio regionale, presieduta da Stefano Baccelli (Pd). Nel corso della seduta di oggi, martedì 21 marzo, il direttore generale di Ait (Autorità idrica toscana), Alessandro Mazzei, ha scattato una fotografia sul sistema del servizio idrico e le società che operano in Toscana in tutto sette di cui una sola integralmente pubblica (Gaia Spa), le restanti con gestione mista pubblico/privata. Complessivamente, è stato spiegato, i gestori si occupano di quasi 35mila chilometri di reti acquedottistiche, quasi 15mila chilometri di reti fognarie e la loro attività risulta fortemente influenzata dal diverso grado di urbanizzazione degli ambiti territoriali: sono penalizzati quelli con territori più vasti e meno urbanizzati.

Mazzei ha fatto il punto anche sullo stato dell’arte delle diverse concessioni: la prima a scadere, il 31 dicembre 2021, è quella di Publiacqua, società che copre 46 Comuni in 4 province (Firenze, Prato, Pistoia, Arezzo), che serve circa il 30 per cento della popolazione e quindi, per legge, candidata a subentrare alle altre concessioni “alla loro naturale scadenza”, ha spiegato. “La tappa fondamentale – ha rilevato – sarà la scelta della forma di gestione” e quella unica potrebbe, a suo dire, “risolvere il problema degli investimenti”, perchè a parte Publiacqua il resto delle società ha “problemi di accesso al credito”.

“Quest’audizione è stata una necessità immanente e non contingente. Replicheremo e allargheremo il campo anche al caso delle perdite, altro punto del nostro sistema regionale che deve essere affrontato”, ha rilevato il presidente. “Questa è solo una prima tappa nel percorso che ci siamo imposti dopo i numerosi incontri fatti e le tante problematiche sollevate dai cittadini”, ha concluso Baccelli parlando di confronto “assolutamente costruttivo”.

Delocalizzare l’impianto di depurazione di Livorno, spostarlo dal centro storico nella zona industriale ed aprire una fase nuova per il rilancio turistico della città. Questo il senso della mozione presentata dal consigliere Francesco Gazzetti (Pd), votata all’unanimità dalla commissione Ambiente, presieduta da Stefano Baccelli (Pd). Sul testo è intervento anche il direttore generale di Ait (Autorità idrica toscana), Alessandro Mazzei, che ha parlato di un “intervento complesso”, che necessita di un “importante impegno finanziario” e la cui realizzazione è ipotizzata in tre fasi. La prima, già finanziata, riguarda la realizzazione di un primo lotto per il trattamento dei rifiuti liquidi, dei percolati della discarica e per il trattamento delle acque di falda. La seconda fase prevede il completamento della linea acque del nuovo sito, la terza la delocalizzazione della linea fanghi.

Per arrivare allo spostamento del depuratore, che rappresenterebbe una “grande opportunità dal punto di vista urbanistico e turistico”, si impegna la Giunta anche a stipulare un protocollo d’intesa per arrivare ad un programma di dettaglio delle azioni da mettere in campo, compresa una verifica delle coperture finanziarie.

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