Produzioni zootecniche di filiera corta nelle mense

Temi legati alla qualità, tradizione e cultura del mangiare, da trasferire alle giovani generazioni già nella ristorazione scolastica

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 giugno 2018 13:21
Produzioni zootecniche di filiera corta nelle mense

La 38esima edizione della Fam—Fiera Agricola Mugellana, che si è tenuta a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, da giovedì 7 a domenica 10 giugno 2018 ha registrato un nuovo importante successo. Una manifestazione a tutto campo, sia per l’eccellenza della vetrina zootecnica, grazie anche ad un’ottima Mostra Interregionale di Libro Genealogico Anacli dei Bovini di razza Limousine, sia per la qualità del dibattito, che quest’anno ha aperto la Fam, nella giornata di esordio, con la Tavola Rotonda sul tema: “L’utilizzo delle produzioni zootecniche di filiera corta nelle mense tra qualità, tradizione e cultura“.

E le attese non sono andate deluse: al tavolo dei relatori presenze di rilievo. Dopo il saluto di Paolo Omoboni, Sindaco di Borgo San Lorenzo e Presidente Unione dei Comuni, e di Enrico Paoli, Assessore Sviluppo Economico di Borgo San Lorenzo, si sono alternati importanti relatori. Luca Cianti, direttore Unità Funzionale del Comune di Firenze (U.F.C.) Sanità Pubblica e Veterinaria, e Sicurezza Alimentare, in primis ha sostenuto come la “filiera corta” faciliti l’attività di controllo da parte degli operatori di sanità pubblica per garantire la sicurezza degli alimenti ai cittadini.

C’è, però – ha sottolineato – una generale difficoltà nel comunicare il concetto stesso di “sicurezza” ai consumatori: una domanda che arriva sempre più pressante alle istituzioni, ma che alla base non è ancora correttamente percepita.Dopo i contributi di Antonio Ciappi, amministratore unico della società che si occupa di ristorazione collettiva a soggetti pubblici e privati, in particolare nel comparto sociosanitario e della refezione scolastica in alcuni comuni fiorentini, di Riccardo Bozzi, docente dell’Università di Firenze e di Sebastiana Failla, ricercatrice del Crea di Monterotondo (Roma), che si sono soffermati su dinamiche particolari della filiera, sugli acquisti di prodotti locali e sull’indispensabilità della carne nella crescita dei più piccoli, proprio per la sua salubrità e gli indubbi valori nutrizionali, la parola è passata agli allevatori ed alle Istituzioni.

In particolare, Adriano Borgioli, noto allevatore mugellano e presidente dell’Associazione Nazionale Allevatori Bovini delle razze Charolaise e Limousine (Anacli), ha ricordato la lunga esperienza, sin dalla sua nascita, alla Fiera Agricola Mugellana, soprattutto da parte di chi ha scelto la razza Limousine che nel Mugello si è perfettamente integrata nell’ambiente, rappresentando un modello di zootecnia e consumo “a km 0”. Concetti ribaditi e ampliati da Roberto Nocentini, presidente dell’Associazione Italiana Allevatori (A.I.A.) e dell’Ara Toscana: “L’argomento della ristorazione nelle mense scolastiche è sicuramente delicato ma in questi territori, fortunatamente, non siamo impreparati, poiché da anni in Mugello i Comuni utilizzano carni locali.

Ciò è stato possibile grazie ad un importante lavoro di squadra, che ha coinvolto Università, Ausl, Comuni e Associazioni degli allevatori. Ma non è solo un vanto locale: il Sistema allevatoriale in Italia ha dimostrato di essere un modello innovativo in tutto il territorio nazionale. Quindi, non abbiamo nulla da temere: dobbiamo essere orgogliosi del nostro prodotto, che è sano e tracciabile. In particolare, qui nel Mugello ha funzionato il grande progetto comune messo in piedi da Coldiretti, Caf (Cooperativa Agricola Fiorenzuola) e Società Qualità e Servizi”.

Infine, a testimonianza dell’attenzione delle Istituzioni all’ottimo lavoro svolto dall’intera filiera “dal campo al piatto”, l’intervento dell’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana Marco Remaschi, che oltre alla notizia di un impegno alla revisione del regolamento che disciplina la fornitura nelle mense, proprio per dar maggior risalto alle produzioni locali, privilegiando anche prodotti “bio “ di provenienza regionale, ha tra l’altro sottolineato l’efficacia della rete dei controlli effettuati nel biologico toscano e ribadito l’importanza dell’educazione verso il consumatore.

“Siamo tutti disposti a pagare qualcosa di più – ha affermato – ma siamo anche interessati a far emergere come sono alimentati i nostri animali, quale è il loro stato di benessere, in che modo gli allevamenti sono integrati e rispettosi dell’ambiente naturale. Al contempo siamo anche attenti alla sostenibilità economica delle aziende, soprattutto di quelle che investono nell’innovazione di processo e di prodotto. Il territorio della Toscana deve sempre più ‘fare sistema’, far leva ad esempio sull’associazionismo e sul ricambio generazionale, sulla promozione nei confronti dei cittadini e dei turisti”.

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