Prato scossa dopo il servizio de "Le Iene"

Il sindaco Biffoni: "Contro lo spaccio serve lavoro asfissiante delle forze dell'ordine". Donzelli (Fratelli d'Italia): "Organizzazioni criminali hanno in mano il commercio illegale di droga"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 febbraio 2016 23:53
Prato scossa dopo il servizio de

Ha fatto scalpore il servizio de ‘Le iene’, mandato in onda ieri sera, domenica 31 gennaio, per denunciare il fenomeno droga a Prato, un fenomeno concentrato nell’area che comprende la stazione del Serraglio, via Magnolfi, via San Giorgio, via Pier Cironi, Piazzetta Lippi e via Santa Margherita.

“La rappresentazione del fenomeno dello spaccio e del consumo di droga mandata in onda dal programma ‘Le iene’ la conosciamo bene, anche perché è un problema che si protrae da svariati anni. E sono io quello più arrabbiato, indignato e addolorato per il servizio messo in onda. Proprio i contenuti del servizio sono stati uno dei motivi che nel 2014 mi hanno spinto alla candidatura a sindaco e su questa realtà i residenti della zona mi informano tutti i giorni, perciò non dobbiamo certo attendere la Tv per sapere cosa accade.

Oltretutto, il servizio risale a qualche mese fa e da allora, senza che ce lo dovesse dire nessuno, siamo intervenuti con molte iniziative amministrative e di repressione”. Così replica il sindaco Matteo Biffoni “Rispetto alle informazioni datate messe in onda dalle Iene, potrei fare un lungo elenco delle cose fatte nel frattempo”, aggiunge il sindaco Biffoni. “Ne voglio ricordare qualcuna. Abbiamo reso inaccessibile il bastione di fronte al parcheggio del Serraglio, che era luogo di ritrovo di spacciatori e consumatori di droga.

Abbiamo chiuso, con ordinanza, il minimarket di via Santa Margherita dentro cui si nascondeva una piccola centrale dello spaccio, e decine sono stati i blitz e i controlli effettuati anche dalla Polizia Municipale”. Il Comune insisterà con l’attività degli operatori di strada, che ha permesso una mappatura piuttosto precisa del numero dei consumatori di droga e ha consentito la presa in carico di decine di loro per avviarli alla cura e al recupero. “Insisteremo con questa attività”, spiega il sindaco, “perché la droga è, oltre che un problema di sicurezza, un problema sociale”. Il Comune, intanto, con il nuovo regolamento sul commercio, che sarà adottato nelle prossime settimane, metterà in campo anche incentivi per l’apertura di negozi di qualità nell’area interessata dal fenomeno droga.

“Anche limitare e impedire l’apertura di attività commerciali di bassa qualità, come quella del negozio che abbiamo fatto chiudere con ordinanza, è una misura che può contribuire ad arginare e sconfiggere il problema droga”, spiega il sindaco. “Per questo puntiamo all’apertura di negozi di qualità, capaci di attrarre cittadini e clienti e, quindi, capaci di presidiare naturalmente quella fetta di centro storico”. Intanto, proprio con l’intento di rendere più vitale questa zona della città, si sono aperti gli uffici di Estra in via San Giorgio, gli uffici della Asl in via Pier Cironi e, a marzo, aprirà la mensa universitaria in via Magnolfi. Ma accanto a tutto questo continuerà anche il presidio del territorio attraverso gli agenti della Polizia Municipale, come definito con la prefettura.

“La Polizia municipale”, afferma Biffoni, “ha compiti diversi da quelli attribuiti alle forze dell’ordine, ma ciò non toglie che la presenza e i controlli serrati dei vigili urbani siano uno strumento che possono contribuire a trasmettere sicurezza ai cittadini e a contrastare il fenomeno. Per questo continueremo su questa linea e, laddove possibile, incrementeremo le operazioni”. Di pari passo continua il confronto con la Prefettura e le forze dell’ordine. “Su questo tema”, ricorda Biffoni, “ci sentiamo continuamente e ci incontriamo a cadenze regolari.

Abbiamo sempre chiesto di intervenire con decisione, per contrastare in ogni modo il fenomeno dello spaccio. E anche su questo insisteremo. Le azioni di contrasto sono indispensabili e devono essere costanti, vorrei dire asfissianti. E come Anci abbiamo chiesto e continueremo a chiedere al ministro dell’interno Alfano di intervenire sulle norme relative a questo tema. La lotta all’illegalità è un compito che spetta allo Stato e bloccare il flusso di sostanze stupefacenti deve essere il principale obiettivo del lavoro delle forze dell’ordine.

E non mi interessa trovare nessuna scusa o prendere tempo. Questa rabbia, anzi, mi spinge verso un impegno ancora maggiore, perché è una situazione non tollerabile. Come sindaco metterò in campo tutti gli interventi che servono per migliorare la situazione e non mi fermerò finché non si troverà una soluzione”.

"Ormai abbiamo chiaro il fatto che le organizzazioni criminali hanno in mano il controllo totale della città: la situazione di emergenza che si sta vivendo a Prato ci fa credere che ci siano tutti gli estremi per sciogliere il Consiglio comunale per mafia ed inviare il commissario prefettizio". Così il capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione Toscana Giovanni Donzelli interviene alla luce del servizio mandato in onda dalla trasmissione "Le Iene", che "è la goccia che fa traboccare il vaso in una situazione già drammatica, e che mette in luce per l'ennesima volta, fra spaccio di droga, commercio illegale, problemi di sicurezza, il fatto che in questa città le mafie hanno vita facile". "Prato è diventata la capitale dello spaccio di droga - sottolinea Donzelli - la situazione è precipitata da quando alla guida del Comune c'è il centrosinistra, periodo durante il quale la desertificazione del centro storico e lo smercio di sostanze illecite, oltre che mortali, sono andati di pari passo.

A questo va ad aggiungersi la situazione di illegalità, sempre più grave, che rende Prato un caso nazionale per la situazione delle aziende cinesi, fra lavoro nero, condizioni di grave rischio, anche sanitario, e concorrenza sleale. Senza dimenticare le importanti catene commerciali poste sotto sequestro dalla magistratura perché in mano alle mafie. Uno spaccio di droga così diffuso non può che avere alle spalle importanti organizzazioni criminali - conclude Donzelli - per questo chiediamo da tempo che nella città vengano applicate le leggi antimafia, che riconoscano l’associazione a delinquere, e che si adottino nuove norme contro il riciclaggio di denaro nei confronti delle aziende irregolari cinesi".

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