Poste Italiane, per lo spacchettamento si prega di attendere

Nardi (Uilposte Toscana): “Dal piano aspettiamo risposte sul frontedella privatizzazione e della ridefinizione del servizio universale”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2014 15:15
Poste Italiane, per lo spacchettamento si prega di attendere

“Cosa aspetta l’azienda a mostrarci il piano industriale? I lavoratori da mesi sono in attesa di vederlo e il piano industriale è il documento fondamentale per capire il futuro di Poste Italiane”. Il Segretario regionale della Uilposte Renzo Nardi lancia un vero e proprio appello dal 16° Congresso nazionale della Uilposte che si sta svolgendo a Montecatini Terme (Pt). 

“Sono mesi che aspettiamo – ha aggiunto Nardi – i nuovi vertici si sono insediati ad aprile e già lo scorso 22 luglio, quando fu fissato un incontro con i sindacati, l’azienda aveva promesso di illustrare il piano industriale. Poi rimandato perché fu chiesto tempo, spostando tutto a ottobre. Da ottobre siamo slittati ancora a fine novembre, e l’augurio è che almeno quella data sia rispettata perché la mia sensazione è che il nuovo piano industriale non vedrà la luce prima del 2015”.“Il piano industriale è un documento fondamentale per capire il futuro dell’azienda – ha spiegato il Segretario di Uilposte Toscana – Soprattutto per quello che riguarda il ‘Servizio Universale’, che per sua definizione comprende una serie di servizi essenziali al cittadino da fornire a prezzi accessibili.

Ad oggi Poste Italiane resta ancora unica affidataria del Servizio Universale almeno per i prossimi anni. Ma con l’ingresso in Poste Italiane di soci privati avvertiamo il rischio che le procedure di svolgimento del servizio universale possano essere riviste in quanto, come ben sappiamo, il meccanismo di compensazione finanziaria non copre completamente gli oneri ed i costi di svolgimento e l’imprenditoria privata solitamente opera in modo tale che veda salvaguardato il proprio conto economico piuttosto che l’efficienza del servizio”.La vendita di quote azionarie e quindi l’ingresso di fatto dei privati in Poste Italiane non deve scalfire in alcun modo l’unicità aziendale.

Un no secco quindi a qualunque ipotesi di spacchettamento o divisione di rami d’azienda. “Per noi di Uilposte l’unicità aziendale è un valore assoluto e imprescindibile di questa azienda e che proprio ora, nel delicato momento della cessione di quote azionarie, assume ancora di più una maggiore rilevanza strategica – sottolinea Nardi – A nostro avviso, per Poste Italiane non si devono ripetere gli errori del passato, che spesso hanno generato delle vere e proprie storture nel nostro Paese in fatto di privatizzazioni, quindi il suo collocamento sul mercato dovrà essere chiaro nelle finalità e negli investitori”.Altro nodo da sciogliere è quello contrattuale.

Il contratto nazionale infatti giace scaduto da due anni, e la proposta della Uilposte è di trovare un accordo tra azienda e sindacati per mettere in campo un “contratto ponte” che garantisca ai lavoratori almeno la certezza di un riadeguamento economico, prima di firmare il nuovo contratto nazionale. “Un’azienda che anche nel 2013 ha chiuso il bilancio con un utile netto di 1 miliardo e 5 milioni non può non dare ai dipendenti i corretti riconoscimenti che si meritano e che si aspettano: ed il nuovo contratto è il riconoscimento più atteso e gradito – ha sottolineato Nardi -.

Siamo consapevoli che l'avvio di una trattativa per un contratto di settore è estremamente complessa e difficoltosa, ma il sindacato dovrà adoperarsi per un rinnovo adeguato in tempi brevi e certi, perché né noi né i lavoratori possiamo aspettare oltre”.Il Segretario Generale Uil, Luigi Angeletti interviene a margine dell'evento e bacchetta i sindacalisti politicanti: "Avevamo proposto a CISL e CGIL di organizzare una lunga e diffusa azione di contrasto alle scelte del Governo che non condividiamo.

La CGIL, invece, ha fatto una scelta che considero speculare a quella di Renzi, solo che il premier vuole giocare sul suo terreno, quando dice lui e sul terreno che sceglie lui. È un errore di tattica: non sono bravi a capire come contrastare le scelte di questo tipo di Governo. Bisogna dimostrare, e non manifestare, che abbiamo alle spalle milioni di persone che si battono per problemi non politici, ma concreti: rinnovo dei contratti, disoccupazione, pensioni che non sono rivalutate.

Questo si attendono da noi le nostre persone. Se, invece, la mettiamo sul piano politico, Renzi vincerà sempre tre a zero. Il Governo segue una linea chiara: vuole dimostrare che i Sindacati sono una cosa inutile o del passato, che sono affezionati ai riti e che l'unica cosa che interessa ai dirigenti sindacali è fare politica. Questa è l'immagine che Renzi cerca di trasmettere a milioni di italiani: se noi recitiamo la parte che lui ci assegna, la vedo difficile".

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