Poste italiane, lunedì 7 aprile sciopero generale e presidio a Firenze

In opposizione al progetto di vendita del 40% delle quote della Spa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 aprile 2014 18:05
Poste italiane, lunedì 7 aprile sciopero generale e presidio a Firenze

 A Firenze si terrà un Presidio dei lavoratori dalle ore 9 in Piazza della Repubblica, ed intorno alle ore 10,30 un corteo intorno al palazzo della sede Regionale di Poste Italiane.

I sindacati sono contrari a quella che definiscono "Una totale svendita del servizio pubblico" sempre al centro di critiche da parte della clientela "Non solo hanno privilegiato alcuni servizi rispetto ad altri, come i finanziari anziché il bancoposta o il recapito - spiegano i sindacati - ma si prevede di perseverare con l'intento di sospendere la consegna al sabato e di consegnare a giorni alterni la posta".

 "Per quanto riguarda i costi del servizio, sono frequenti i casi nei quali si propongono i servizi “a valore aggiunto” a scapito di quelli economici. Su questo versante, è da ricordare che il 19 dicembre 2013, l’Agcom ha deliberato l’aumento delle tariffe per i servizi postali rientranti nel servizio universale. Riteniamo necessario puntualizzare che: - Il governo si appresta alla cessione di un’azienda che da anni è in attivo considerevole, pertanto, è lecito chiedersi dove nasca la necessità di tale intervento.

- La motivazione addotta di contrasto al debito pubblico è inaccettabile in considerazione della sproporzione tra questo e gli incassi che si otterrebbero con la cessione, anche totale, dell’azienda, in considerazione degli utili stessi di Poste italiane e di quanto lo Stato potrebbe incassare con un percorso di ripubblicizzazione dell’azienda. - Nulla è ancora definito in merito agli acquirenti e, per esplicita dichiarazione del Viceministro Morando, (audizione IX Commissione trasporti 11 marzo 2014), non sono ancora stati affrontati i temi del futuro assetto, del piano industriale e della tenuta occupazionale.

- Per quanto riguarda le ricadute sulla quantità e qualità dei servizi offerti, ancora le parole del Viceministro ci danno il segno di quale sia il rischio che corriamo; sempre dall’audizione dell’11 marzo 2014 “mi sembra di poter dire che,… che non esistono seri rischi… o almeno che non c’è alcun nesso immediato e necessario tra la qualità e la quantità dei servizi forniti e il processo di privatizzazione”; questo conferma l’approssimazione e superficialità con la quale si procede" concludono.

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