​Pit e Ambiente: fumata nera, la Toscana rimanda tutto

L’Aula decide a larga maggioranza, lo strumento a salvaguardia del territorio toscano al voto in Consiglio entro la fine della legislatura

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 marzo 2015 18:22
​Pit e Ambiente: fumata nera, la Toscana rimanda tutto

Firenze – Nuovo rinvio per il Pit (Piano di indirizzo territoriale) con valenza di Piano paesaggistico. Il Consiglio regionale ha deciso il rinvio a larga maggioranza con i voti contrari di Fratelli d’Italia e l’astensione di Mauro Romanelli (Gruppo misto). La decisione è stata presa su richiesta del capogruppo Pd Ivan Ferrucci, a seguito della nota diffusa dal presidente Enrico Rossi, a Roma per un colloquio con il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, nella quale si ribadisce l’intenzione di una “approvazione entro la legislatura con l’intesa del ministro”.

“Viste le dichiarazioni del governatore – aveva chiesto Alberto Magnolfi capogruppo Ncd – è lecito domandare se questo punto, iscritto all’ordine del giorno dei lavori di oggi, sia ancora in discussione”.

A proporre all’Aula un rinvio è stato il presidente Pd in Consiglio regionale Ivan Ferrucci: “È evidente che occorrerà il tempo necessario per capire gli esiti dell’incontro. Il nostro impegno rimane comunque quello di approvare il Piano in questa legislatura”. E sulla posizione di Ferrucci è intervenuta anche la Giunta: “È naturale prendere qualche giorno per riflettere su un atto così complesso e per leggere l’istruttoria completa”, ha dichiarato il vicepresidente Stefania Saccardi.

Critiche sul “continuo discutere interno alla maggioranza” sono state mosse da Giuseppe Del Carlo (capogruppo Udc): “La maggioranza ha il dovere di essere più trasparente. Valutazioni più approfondite non possono essere appannaggio solo di una parte del Consiglio”. Marta Gazzarri, capogruppo de Il popolo toscano-riformisti 2020 ha rivendicato un “percorso fatto in trasparenza”.

Di “tiro della fune all’interno del Pd” ha invece parlato Giovanni Donzelli (capogruppo FdI): ”Non siete d’accordo tra di voi e vi nascondete dietro al Governo nazionale. Non siamo disponibili ad un nuovo rinvio. Vogliamo discutere subito il Piano, così come licenziato dalla commissione, ed ognuno si prenda le proprie responsabilità”. D’accordo con Donzelli si è dichiarato anche Andrea Agresti (Ncd), vicepresidente della commissione Ambiente: “Non sappiamo come tornerà il Piano da Roma ma se fosse modificato, anche in minima parte, deve tornare necessariamente in commissione”. Una richiesta di “percorso corretto” è arrivata anche da Giovanni Santini, capogruppo Forza Italia: “Non sono sorpreso, ma certo mi aspettavo qualcosa di più che una nota ermetica di Rossi”.

Il presidente della commissione Ambiente Gianfranco Venturi (Pd) ha invece fatto chiarezza su modalità e percorsi. “Il testo che avrà a disposizione il Consiglio sarà quello uscito e licenziato dalla commissione. La discussione si aprirà su eventuali altre proposte emendative”. Venturi ha inoltre voluto sfatare una “leggenda metropolitana: non è mai esistito un maxiemendamento, né sono state fatte riscritture al Piano. Abbiamo discusso emendamento per emendamento”. Il presidente ha inoltre ricordato che il percorso prevede una “intesa con il Ministero. Evidentemente c’era all’adozione del Piano. Adesso potrà esserci una proposta per riallineare il Piano a quell’intesa”.

I “continui rinvii sono dovuti a fratture all’interno del Pd e della Giunta”, ha osservato Mauro Romanelli chiedendo che “non venga meno l’elemento di correttezza e trasparenza”. E sul percorso da seguire, ha dichiarato di “preferire” il Piano già adottato dal Consiglio. “Incerto” sulle procedure si è invece detto Gabriele Chiurli (Gruppo misto): “Non so quale sia quello corretto ma del resto non so nemmeno quale sia il Piano. Tanto quello uscito dalla commissione che quello che tornerà da Roma”. 

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