Pietrasanta: il sindaco Mallegni sospeso dalla Legge Severino

Mugnai (FI): «Una farsa. Applicazione ‘strabica’. Lo voglio accanto a me alla guida del partito in Toscana»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 luglio 2015 17:02
Pietrasanta: il sindaco Mallegni sospeso dalla Legge Severino

Massimo Mallegni è stato sospeso dal ruolo di sindaco di Pietrasanta al prefetto di Lucca Giovanna Cagliostro in base agli effetti della legge Severino. Albergatore di professione e membro di Confindustria, è amico personale dell'ex Cavaliere che era venuto in Versilia per sostenere nella campagna elettorale il leader della lista civica «Pietrasanta prima di tutto». Mallegni reagisce: "Il prefetto ha preso un abbaglio" e promette di presentare subito il ricorso. Intanto ha lanciato un hashtag su Twitter #ilpopolononcontanulla.

«La sospensione per effetto della legge Severino del sindaco di Pietrasanta Massimo Mallegni è una farsa. Una volta di più, prendiamo atto di come questa legge abbia un’applicazione strabica. Approfondendo la questione specifica ci si rende conto di come strumentalmente vengano applicate certe norme. Merita riflettere su come che un Governo senza alcuna legittimazione popolare disponga la sospensione di un sindaco appena eletto dai propri concittadini» dichiara il coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana, Stefano Mugnai «Di fronte a tutto ciò sono necessari segnali chiari, io ne do uno: chiederò a Massimo Mallegni di affiancarmi come vicecoordinatore vicario alla guida di Forza Italia in Toscana». «A Massimo va tutto il sostegno del partito e mio personale. Sono certo che supererà anche questo ostacolo».

"Tutta la vicenda Mallegni dal 2006 a oggi è costellata di domande e zone oscure a cominciare dal fatto che l'indagine fu condotta dal pm Domenico Manzione, oggi sottosegretario all'Interno, fratello della principale accusatrice Antonella Manzione, oggi braccio destro del Premier a Palazzo Chigi.Una democrazia che fa preferenze non è una democrazia. La Legge Severino è la prova che giustizialismo non ha nulla a che vedere con la giustizia. Ma in questo caso si è voluti andare oltre, applicarla a tutti i costi anche in modo improprio -è il commento di Mario Razzanelli- Il paragone con De Luca regge quanto un castello di carte.

La prescrizione del reato contestato che si somma all'appello guarda caso rinviato di un anno lasciano molti dubbi sull'opportunità che si tratti di una mossa politica. Per un esponente del Pd,presidente di Regione, tra le più complesse e travagliate del Paese, la legge Severino è ingiusta, per un sindaco di centrodestra è legge punto e basta. Ora ci auguriamo da parte della magistratura toscana le stessa solerzia che si è avuta in Campania. Ma il dubbio che si usino due pesi e due misure resta.

Come resta indelebile l'attacco alla democrazia".

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