Penitenziario Psichiatrico e Rems: da Volterra a Empoli, il caso Toscana

Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza: ma non basta cambiare la targa fuori dall’edificio per cambiarne le funzioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 luglio 2016 16:44
Penitenziario Psichiatrico e Rems: da Volterra a Empoli, il caso Toscana

"Il carcere di Empoli ha i giorni contati: per sabato, forse, sarà già chiuso, con una decisione la cui repentinità innanzitutto non si spiega, e poi non rende giustizia né ai lavoratori che vi operano, che si vedono di punto in bianco trasferiti nel giro di una manciata di ore, né alle detenute stesse che si trovano costrette a rinunciare a un percorso di recupero e integrazione che è tratto distintivo di quella struttura carceraria. Perché tutto questo? E perché in questo modo?A porre la domanda e a dare notizia dei fatti è stato Stefano Mugnai, il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale che è Vicepresidente della Commissione sanità.Mugnai ha precisato: "La Regione Toscana è considerata inadempiente quanto alla creazione della Rems.

Quella di Volterra non ha capacità di accoglienza sufficiente, e il tentativo di utilizzare la struttura di Solliccianino per ospitare i detenuti dell’ex Opg in esubero è fallito. L’ipotesi di creare la Rems nel carcere femminile di Empoli era circolata, certo, ma nulla lasciava pensare che nel giro di un mese sarebbe stata attuata. Eppure venerdì scorso il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria ha emesso la circolare che sanciva il passaggio del carcere al demanio e la successiva dismissione per istituirvi la Rems".

"A Pescia - ha aggiunto Mugnai - ricordo, c’è una struttura nata come carcere nel 1986, quella di Veneri e mai utilizzata: non si poteva impiegare quella, anziché smantellare una realtà efficace nel recupero come quella del carcere di Empoli per farvi la Rems? E perché in questa maniera repentina, poi?"

 Due medici, due infermieri di una cooperativa e 46 famiglie degli operatori di polizia penitenziaria da ridestinare,

 “Subito un incontro con la direzione dell’Azienda sanitaria Toscana Centro per capire tempistiche, inquadramento del personale e percorsi relativi alla sicurezza dei lavoratori: non vogliamo un altro caso Volterra a Empoli” dichiara Giampaolo Giannoni, coordinatore regionale del sindacato autonomo degli infermieri Nursind, in relazione alla paventata chiusura del carcere di Empoli e della sua riconversione in Rems in via d’urgenza.

Memori delle criticità che si sono manifestate alla Rems di Volterra – continua Giannoni – con numerosi episodi di violenza nei confronti degli operatori, esprimiamo forte preoccupazione per l’operazione in corso. Peraltro – aggiunge il coordinatore di Nursind Toscana – apprendiamo dalla stampa che l’intervento sarebbe già in corso e potrebbe concludersi in tempi rapidissimi, nella totale assenza di comunicazione da parte dell’Azienda sanitaria con i lavoratori stessi. Come abbiamo già denunciato più volte – attacca Giannoni - a Volterra lavorano infermieri con contratti interinali, aspetto che aggrava la situazione e che non vorremmo che si ripetesse sul territorio empolese.

Inoltre non basta cambiare la targa fuori dall’edificio per cambiarne le funzioni: servono adeguamenti strutturali di rilievo, di cui non conosciamo né l’entità né i tempi. Auspichiamo un incontro a stretto giro con l’Azienda sanitaria – conclude il coordinatore regionale Nursind - e ci batteremo per l’inserimento strutturato degli infermieri, parte integrante di un percorso mirato alla sicurezza di pazienti e lavoratori”.

La Regione Toscana è stata tra le promotrici e sostenitrici della legge n.81 del 2014, che ha previsto una disapplicazione del Codice Penale Italiano, che prevede l’internamento delle persone non imputabili per vizi di mente in OPG, andando a stabilire che la misura di restrizione della libertà personale dell’individuo autore di reati non sia più nelle competenze del Ministero della Giustizia bensì del SSN, tramite le Regioni con la creazione delle Rems ed altro.A chiedere attenzione è anche Fabrizio Ciuffini Segretario Generale CISL FNS Toscana: "La Toscana è stata poi Commissariata per non aver provveduto a realizzare nei termini di legge le REMS.

Già nel 2014 l’ipotesi di usare Empoli per farne una Rems era stata palesata ma poi, rispetto a pareri tecnici di cui mai siamo stati resi partecipi formalmente, tale ipotesi venne scartata. Poche settimane fa però, di fronte alle pressioni del Commissario straordinario nonché Garante per i diritti dei detenuti, di trovare una non più rinviabile soluzione per terminare lo sfollamento degli Internati dall’OPG, la Regione dichiarò alla stampa di aver “deciso” di chiedere al Demanio la cessione della Casa Circondariale di Empoli per realizzare la nuova Rems, anche perché a loro dire il carcere di Empoli è vuoto.

E così, dalla sera alla mattina, non valgono più pareri tecnici, non vale più il valore dell’attività svolta a Empoli, non valgono i soldi pubblici spesi per ristrutturare Montelupo, non vale niente il destino di oltre 100 famiglie di lavoratori che dovranno trasferirsi, magari vendere le case che avevano acquistato, annullare le iscrizioni a scuola dei loro figli, licenziarsi dal lavoro i loro familiari per seguire i coniugi in altre realtà della toscana.

Vale solo l’incoerenza e l’ipocrisia della politica, incapace di chiedere al Demanio una delle tantissime strutture dismesse ed abbandonate dallo Stato in questi anni. Vale abbandonare anche l’idea di realizzare la Rems a Pescia (PT) dove anni prima, sempre con soldi pubblici, era stata costruita una struttura che avrebbe dovuto integrare sostituire l’OPG, per poi lasciarla lì vuota come tante “cattedrali nel deserto” che vengono costruite in Italia.

Politici nazionali, regionali e locali, che vergognosamente non si occupano più di che fine farà il progetto Empoli, la qualificata attività di un progetto nazionale apprezzato in tutto il Paese... che importa, serve per fare altrooggi e quindi anche quelle detenute – come i lavoratori Penitenziari – diventano numeri, solo numeri.

Una Amministrazione, quella Penitenziaria, che programma invece spese per la creazione nei carceri di reparti per “detenuti con problemi psichiatrici”, dei “mini OPG” dove circoscrivere la detenzione di certe persone dal resto dei detenuti. E anche di questo, le Associazioni che si battevano perché non avvenisse ciò con la chiusura degli OPG, le stesse Regioni, dove sono finite? La Regione che favorisce in ogni modo attività con detenuti sull’isola di Pianosa, con il Ministero della Giustizia che accetta di spendere d’accordo con la Regione soldi pubblici su soldi pubblici per un carcere che “non esiste”, visto che a Pianosa c’è un presidio penitenziario “abusivo”, senza alcun decreto attuativo, senza nessuna regola concordata con nessuno, senza selezione alcuna dei lavoratori da inviarci, senza strutture che siano censite per ospitare decine di persone tra personale Penitenziario e detenuti.Insomma una gestione fuori da ogni regola, della quale sono Tutti informati, dalla Politica,all’Amministrazione Penitenziaria, al Ministro della Giustizia, agli Organi di Controllo Contabile e non solo.E in tutto questo il garante non dice una parola, in tutto questo nessuna delle tante Associazioni chescendevano costantemente in piazza per difendere diritti pare più interessata a tali aspetti, tutti annichiliti daquesta politica cialtrona che viviamo.Intanto 100 famiglie di appartenenti ad una Forza di Polizia, al Corpo di Polizia penitenziaria, dovranno ricominciare da zero, magari dopo 20 e più anni di domande di trasferimento respinte, dopo aver deciso di organizzarsi la vita nell’empolese acquistando casa e consolidando la loro presenza civica di Cittadini sul territorio.

Per loro nessun Gonfalone Cittadino per le proteste di diritti loro negati, nessun problema di delocalizzazione del lavoro come per altri lavoratori vicini ai quali – invece – almeno certe Istituzioni a volte si mostrano. Noi ci batteremo sindacalmente per quanto ci sarà possibile, valutando l’opportunità di ogni azione consentita.La prima però è già chiara, netta: chiederemo anche alle Segreterie Nazionali le dimissioni di un Capo della Polizia Penitenziaria inesistente, pronto ad abbandonare al loro destino decine di uomini e donne per volontà politiche più generali.

Ed insieme al Capo del DAP meriterebbero identica richiesta molti dei vertici dell’Amministrazione Penitenziaria, ma anche degli Uffici di via Arenula a Roma dove hanno ceduto ad una Regione la gestione delle scelte politiche di programmazione e progettazione di questo Settore che invece rientra nella competenza di Organo dello Stato. Chiediamo ancora che i Cittadini, la Associazioni e anche la politica – se ne ha voglia – diano un segnale di coerenza e di giustizia, pronunciandosi ed impegnandosi perché questi sprechi e queste situazioni terminino".

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