Pedalata sui sentieri della memoria attraverso i luoghi simbolo del fronte sull’Arno distrutti nell’agosto 1944

Quando i nazisti impiccarono Aladino Bartaloni. Il sindaco Filippo Nogarin riceve Sol Cittone Mirales, ebrea di origine livornese sopravvissuta ad Auschwitz

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 ottobre 2014 14:24
Pedalata sui sentieri della memoria attraverso i luoghi simbolo del fronte sull’Arno distrutti nell’agosto 1944

Torna domenica 19 ottobre “Liberi di pedalare”, la pedalata cicloturistica sui sentieri della memoria ovvero attraverso i luoghi simbolo del fronte sull’Arno distrutti nell’agosto del 1944. L’iniziativa è organizzata dai Comuni di Firenze, Campi Bisenzio, Signa, Lastra a Signa e Scandicci con partenza alle 8 da Campi Bisenzio per arrivare intorno alle 11.30 al Ponte Santa Trinita dove i cicloturisti saranno ricevuti dalla Presidente del Consiglio comunale di Firenze Caterina Biti. Sono stati infatti i Presidenti delle assemblee elettive dei cinque comuni coinvolti a promuovere l’iniziativa a settant’anni dalla liberazione.

Saranno “toccati” i luoghi più simbolici all’epoca della liberazione: via XIII Martiri a San Piero a Ponti, piazza Desideri a Signa, piazza del Comune a Lastra a Signa e Badia a Settimo a Scandicci fino a via Ugnano e al Ponte Santa Trinita a Firenze. “Sono passati settant’anni dall’agosto e settembre del 1944 quando i comuni del territorio di Firenze furono liberati dai nazifascisti. In ogni tappa della pedalata – spiega la Presidente del Consiglio comunale di Firenze Caterina Biti – ci sarà un momento di ricordo ma “Liberi di pedalare” è anche l’occasione per promuovere una mobilità più ecologica e far vivere maggiormente i centri storici .

Inoltre – conclude la Presidente Biti – il carattere aggregante e socializzante della “bicicletta” ha trasformato nel corso degli anni “Liberi di Pedalare” in una positiva manifestazione popolare”. Dopo il saluto, al Ponte Santa Trinita della Presidente Caterina Biti chi lo desidera potrà tornare indietro, lungo la pista ciclabile che dalle Cascine porta verso i Renai, per un pranzo preparato dai volontari della Pubblica Assistenza di Signa e aperto a tutti. Le precedenti edizioni hanno visto l’adesione di tanti cittadini di tutte le fasce d’età; il percorso di facile accesso – circa 25 km.

di strada pianeggiante – favorisce una grande socializzazione fra i partecipanti che ravviveranno ulteriormente la pedalata grazie a tanti palloncini bianchi, rossi e verdi.l doppio conflitto a fuoco a Collepatti (Dogana) tra partigiani e tedeschi (giugno 1944) provocò la morte di un partigiano (Mario Bustichini) e di un milite tedesco del 312° battaglione di artiglieria contraerea della Wermacht, che aveva posto il suo comando nella Villa dei Marchesi Pucci di Granaiolo. Da questa sparatoria derivò nei giorni successivi la cattura e l’impiccagione di un giovane che lavorava alla fattoria di Coiano, Aladino Bartaloni.

Oggi, grazie ad un lavoro certosino di ricerca di documenti e testimonianze (rimaste fino ad oggi inedite) l’intera vicenda assume contorni sempre più chiari nel volume di Nino Bini, “Il Valdarno inferiore nel 1944” (Polistampa 2013) che sarà presentato da Elena Puliti domani pomeriggio (ore 17.00) alla Biblioteca “Vallesiana” di Castelfiorentino, in occasione della “Settimana della Cultura”. Il libro – che si sofferma anche sugli episodi verificatisi a Castelfiorentino durante l’occupazione nazifascista – è di grande interesse poiché ricostruisce con l’ausilio di numerose foto e testimonianze le circostanze in cui maturò sia lo scontro tra partigiani e tedeschi che la successiva rappresaglia nei confronti di Bartaloni.

Il tedesco ucciso, in particolare, si chiamava Hanno Schimanski: l’autore ha rintracciato addirittura una sua foto dell’epoca, immortalato tra due commilitoni poco prima dell’uccisione, oltre all’immagine della sua tomba, dopo la tumulazione avvenuta nel parco della Villa dei Marchesi Pucci. Fra le testimonianze di rilievo figura – in particolare – quella del Parroco di Coiano, Don Demetrio Fioravanti (scomparso di recente), che incontrò Aladino Bartaloni prima della cattura e inutilmente cercò di convincerlo a non proseguire il suo cammino verso casa.

Alla presentazione del volume, domani pomeriggio, parteciperà anche un nipote di Aladino Bartaloni.Questo pomeriggio, ore 17.30, a palazzo municipale, il sindaco Filippo Nogarin riceverà Sol Cittone Mirales, ebrea di origine livornese sopravvissuta ad Auschwitz, e trasferitasi ad Haifa dopo la guerra. Ritrovata da alcuni studiosi di storia dell’ Olocausto che hanno ricostruito la sua storia, la signora Mirales è in questi giorni in Toscana per alcune cerimonie commemorative legate alle persecuzioni antisemite del nazifascismo italiano. Nel gennaio del 1944 la famiglia ebrea italo-turca Cittone (padre, madre e cinque tra figli e figlie) fu arrestata nel borgo di Serravalle Pistoiese, dove era sfollata dal Livorno in seguito ai bombardamenti, e deportata ad Auschwitz.

Dell’intera famiglia, dai campi di prigionia e sterminio nazisti, uscirono vivi solo Mordechai Max, che purtroppo morì qualche mese dopo la liberazione, e la sorella Sol. A settant’anni di distanza, il 15 ottobre, Sol Cittone, che oggi ha 85 anni e vive come detto ad Haifa, è tornata in visita a Serravalle Pistoiese, e oggi sarà a Livorno.

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