Paura acqua in Toscana, un film già visto: tanti protagonisti senza regista

I presidenti delle commissioni Agricoltura e Ambiente e territorio sono intervenuti alla presentazione dei risultati dell’attività 2014 di Urbat

Antonio
Antonio Lenoci
13 novembre 2014 18:03

I recenti eventi alluvionali che hanno colpito la Toscana hanno acceso una grande attenzione sul sistema idrogeologico toscano. Chi progetta, chi paga e chi controlla ciò che viene fatto? Queste le domande principali, e non tutte sono state esaurite restando nell'aria ad esempio la necessità di un maggiore controllo. Di fatto il controllo lo hanno fatto i cittadini che dopo aver lamentato una certa preoccupazione in merito alla tenuta degli argini, li hanno visti andare in frantumi.

Ma è concepibile un controllo a posteriori?Ecco come ha risposto la regione Toscana per voce del presidente: "Ho chiesto una relazione che ricostruisca le ragioni di ciò che è accaduto e tutti i comportamenti, compreso quello del Genio civile locale. Poi abbiamo sbloccato 215 opere per 127,5 milioni. Stiamo pensando anche di introdurre, oltre ai collaudi di legge, una verifica di secondo livello" perché il primo, a quanto pare, non basta.

C'è chi propone di affidare maggiori responsabilità ai consorzi, ricordando però che le responsabilità sui fatti accaduti a Carrara, ad esempio, sono da cercare altrove, e chi invita a creare una unica regia che segua l'iter procedurale, dai progetti su carta sino al collaudo definitivo.

Una squadra di tecnici degli uffici del genio civile di tutta la Toscana intanto ha effettuato una ricognizione sugli argini del torrente Carrione, dalla foce verso monte per una lunghezza di 14 chilometri. "Ho dato questa disposizione – ha spiegato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – perché è doveroso e urgente verificare la stabilità degli argini per restituire sicurezza ai cittadini di Carrara". Verifiche e controlli andranno avanti, senza interruzioni, per tutto il fine settimana.

Già lunedì verrà fatto un primo punto sui risultati della ricognizione."Di fronte a una tragedia che lascia sgomenti come quella del Carrione, dove si rompe un argine ricostruito da poco, si può capire perché la gente perde la testa. La reazione dei cittadini, il crollo della loro fiducia sono comprensibili, purché non sfocino in atti di violenza, non diano sfogo ai facinorosi e non siano strumentalizzate. I cittadini hanno il diritto di sapere che le cose si fanno in fretta e correttamente e di vedere i risultati.

Dobbiamo ricostruire un rapporto con la cittadinanza ed individuare rapidamente le responsabilità, che non possono che essere individuali" questo ha detto Enrico Rossi.“L’incontro con il quale i Consorzi di bonifica hanno voluto fare il punto della situazione riguardo agli interventi fatti e a quelli in corso d’opera o da fare, è estremamente importante alla luce degli ultimi eventi alluvionali che hanno colpito la Toscana e che, purtroppo, non sono più un accadimento eccezionale” così Loris Rossetti (Pd), presidente della commissione Agricoltura. 

“Gli eventi di questi ultimi giorni”, ha proseguito Rossetti, “ci dimostrano che alcune aree sono più sofferenti di altre e mettono in luce che dove il territorio è stato più violentato dalla cementificazione e dall’abbandono le criticità sono più elevate”. Rossetti ha aggiunto che i dati dell’attività dei Consorzi “dimostrano che è da considerarsi superata la fase del dibattito in cui ci si interrogava sulla loro utilità e grazie alla riforma della legge regionale si coglie il dato che la riorganizzazione generale del settore permette una migliore gestione delle risorse e degli interventi”.

Di fronte all’emergenza di questi giorni, ha poi spiegato Rossetti, “è positivo che si sia deciso di percorrere la strada tracciata con il modello Massa Carrara nel 2010, quando la Regione e tutti gli enti interessati firmarono un protocollo d’intesa per mettere insieme tutte le risorse utili per interventi a favore della difesa del suolo, della forestazione e per i corsi d’acqua”. In pratica, la Regione ha scelto la strada di mettere insieme le risorse proprie, quelle del Piano di sviluppo rurale (Psr) destinate alla forestazione e manutenzione dei versanti e quelle del Consorzio di bonica competente per territorio.

“Grazie a questo”, ha precisato Rossetti, “il Piano di sviluppo rurale, in aggiunta a quelli previsti dal Piano della difesa del suolo, ha messo in gioco 25 milioni di finanziamenti, 8 dei quali destinata a Massa Carrara”. Rossetti ha concluso con una riflessione “sul territorio da cui provengo, quello di Massa Carrara dove si sommano i problemi morfologici e quello dell’abbandono dell’agricoltura e delle aree montane bene perseguire il risparmio della spesa pubblica, ma non si può ridurre tutto a questo.

Tutelare il territorio vuol dire non abbandonare le zone montane e allora non si possono tagliare servizi a quei cittadini che pagano le stesse tasse degli altri. Significa incentivarli ad abbandonare la montagna e, di conseguenza, significa aumentare la criticità e la fragilità del territorio”. Secondo Gianfranco Venturi (Pd), presidente della commissione Ambiente e Territorio del Consiglio regionale, “i dati degli interventi effettuati dai Consorzi di bonifica indicano che svolgono un compito decisivo nella salvaguardia e difesa del reticolo idraulico”.

Venturi ha aggiunto che, però, “la riforma dei Consorzi da sola non basta a superare le emergenze e, soprattutto, a lavorare per la prevenzione. Ci sono fenomeni climatici che vanno contrastati con attente scelte di politica ambientale ed energetica e poi si deve governare di più e meglio il territorio”. In questo senso Venturi ha giudicato positivamente la recente approvazione della legge regionale sul governo del territorio “il cui primo obiettivo è quello di risparmiare suolo”.

Infine, “è necessario sciogliere il nodo delle competenze, che spesso sono troppe e sovrapposte le une alle altre”. Marco Bottino, presidente di Urbat (Unione regionale boniche e ambiente della Toscana), ha dichiarato di condividere la battaglia sulle competenze e ha ricordato che grazie ai finanziamenti del Psr “si sono potuti fare interventi finora impensabili”. Bottino ha aggiunto che “i Consorzi, se il legislatore lo riterrà utile, sono pronti ad assumersi maggiori responsabilità sul fronte degli interventi, perché la manutenzione deve essere non solo puntuale e costante ma anche ampliata”.

Ma questa disponibilità, ha chiarito, “non può essere slegata da un punto, e cioè che il sistema riconosca che ci sono responsabilità collettive più generali che hanno determinato la fragilità e criticità di certi territori”. Per Francesco Vincenzi, presidente dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni (Anbi), “gli sforzi fatti in Toscana sono importanti e sottoscriviamo l’idea che a livello nazionale si stia pensando a una cabina di regia che serva a passare dalla gestione dell’emergenza a quella degli interventi per la prevenzione.

Per noi la cabina di regia deve essere l’Unità di missione guidata da Erasmo D’Angelis. In più - ha concluso - serve che si proceda speditamente a una revisione della legge sul consumo del suolo”."I soldi non ci sono" spiegano ancora una volta i politici. Ma il problema è usare bene quelli che si riescono a reperire.I lavori post alluvione 2012. "Consolidamento di argini, ripristini di reticoli idraulici, attraversamenti e opere di viabilità, sono in tutto 42 per un totale di 31 milioni e 200mila euro gli interventi attivati nella provincia di Massa Carrara dopo l'evento alluvionale che ha colpito quel territorio nel novembre 2012.

36 sono le opere avviate, di cui 15 già concluse e 21 quelle in corso. Restano ancora da essere avviati 6 interventi a causa di difficoltà di natura tecnica e burocratica. Oltre a queste 42, ci sono due opere che la Regione ha commissariato un mese fa: risalgono al dopo alluvione del 2003 e devono ancora essere avviate: sono il consolidamento degli argini sul torrente Carrione a monte dell'abitato di Carrara per un ammontare di circa 1 milione e mezzo di euro.

Riguardo le opere post evento 2012, tra i lavori conclusi, c'è il ripristino del reticolo idrografico dei corsi d'acqua a monte degli affluenti del Ricortola collassato a seguito dell'alluvione del 2012 (700mila euro) che ha visto come ente attuatore l'Unione dei Comuni della Lunigiana, lo stesso che ha ultimato gli interventi di regimazione idraulica e di consolidamento delle arginature del torrente Lucido e del torrente Aulella per gli abitati di Gragnola e Casetta (800mila euro), il consolidamento dell'argine del Carrione in località Pontecimato (250mila euro) che ha realizzato la Provincia di Massa

Lavori in corso: ripristino e consolidamento dell'argine in sinistra idraulica del torrente Parmignola (3 milioni e 270mila euro) che sta realizzando il Comune di Carrara e il ripristino e la messa in sicurezza della viabilità in località Candia, distrutta dopo l'alluvione del 2012, mediante opere strutturali e di regimazione idraulica (4 milioni e 750mila euro) che sta realizzando il Comune di Massa; ancora, il Comune di Carrara sta portando avanti l'adeguamento del restringimento idraulico causato dal ponte della via litoranea (1 milione di euro), il ripristino del reticolo idrografico collassato con la realizzazione di opere di trattenuta sui fossi Botria, Spondarella, Acqua Fiora e Montelivero con il ripristino della sede stradale (1 milione e 500mila euro), il ripristino del reticolo idrografico collassato con la realizzazione di opere di trattenuta sui fossi Fossatella, Combratta, Montecchia e sul carrione ramo di Colonnata in località Mortarola (1 milionee 100mila euro)".

Progettazione in corso per gli interventi di messa in sicurezza delle aree a elevato rischio idraulico lungo il torrente Aulella , i quartieri Gobetti di Aulla e Pallerone) a cui sta lavorando il Comune di Aulla (1 milione e 200mila euro); la Provincia di Massa sta progettando i due lotti dei lavori di ripristino delle arginature del Canal Magra con l'adeguamento delle casse di espansione (4 milioni di euro).

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