Patto per Firenze: per le opposizioni tante ombre sulle opere

Nicchi e Petraglia: “Si spendono miliardi per nuove infrastrutture, ma si trascura prevenzione”. Grassi, Verdi e Trombi: "Sono state dette parole, promessi soldi, prima di gioire vediamo gli atti. Non diventi un'occasione per lucrare". Amato (Alternativa Libera): "Non partecipo né aderisco per protesta contro il divieto di manifestazione e per la concessione delle piazze storiche". Noferi (M5S): "Renzi come Babbo Natale solo che nel sacco ci sono i soliti balocchi"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 novembre 2016 15:12
Patto per Firenze: per le opposizioni tante ombre sulle opere

Il consigliere Mario Tenerani era presente, questa mattina, alla sottoscrizione del "Patto per Firenze" a Palazzo Vecchio. Al termine dell'incontro, il gruppo consiliare di Forza Italia ha commentato così: "Se arrivano centinaia di milioni per Firenze, Forza Italia non può che essere felice. Plaudiamo quindi al patto del governo con la nostra città, ma dai banchi dell'opposizione saremo sentinelle molto attente, e vogliamo capire come questi soldi saranno investiti. Aeroporto per il rilancio economico, sistema del trasporto pubblico, riqualificazione delle periferie, valorizzazione e conservazione del centro storico, lotta all'illegalità e all'abusivismo: queste le nostre priorità.

Attendiamo di conoscere, nel dettaglio, quali siano quelle del PD. Per Nardella questi sono 'giorni di gloria', con la città che amministra al centro dell'attenzione. Ma passate Leopolde e passerelle, fuori dai fari puntati sulla propaganda renziana, Firenze continuerà a chiedere che i suoi problemi siano affrontati e risolti. Il sindaco veda di non dimenticarlo: la nostra città vale più di un sì o un no sulla riforma costituzionale. Le battaglie politiche, e persino la Costituzione, passano: Firenze resta".

"Un Patto per Firenze che deve essere analizzato nel merito e che necessita di andare oltre la sensazione apparente che siano solo cifre dette a caso per carpire qualche voto in vista del referendum: 2,2 miliardi di euro di costo delle opere complessive, di 680 milioni promessi ma dopo che sono state dette tante parole, promessi tanti soldi, vorremmo prima di gioire vedere gli atti. - affermano il Capogruppo di Firenze riparte a sinistra, Tommaso Grassi con la Consigliera Donella Verdi, entrambi presenti in Sala delle Udienze in Palazzo Vecchio alla presentazione insieme al Consigliere Giacomo Trombi - Certo, sprecare soldi per piccole opere, come le rotonde o i cestini citati dal Premier Renzi può essere un errore, così come non riuscire mai a ricevere e spendere i soldi dei fondi europei è una politica che deve smettere, crediamo che anche grandi opere inutili, fatte a forza di decreti, dribblando leggi e norme e contro il parere della maggioranza della cittadinanza siano errori altrettanto gravi.

Siamo fortemente preoccupati che il Patto per Firenze si possa trasformare ben presto in un 'Patto per lucrare su Firenze': aeroporto, inceneritore, polo fieristico alla Fortezza e il museo del calcio sono opere che affrontano problemi reali come la gestione dei rifiuti, il sistema congressuale, l'accessibilità e i trasporti a Firenze ma dando risposte costose, inutili e impattanti sull'ambiente e sul territorio di Firenze. Le nostre posizioni su aeroporto e inceneritore sono conosciute già e non possiamo altro che ribadire la nostra più netta contrarietà e riproporre che esistono alternative ambientalmente sostenibili, meno costose e richieste dalla cittadinanza: certo qualcuno, coloro che faranno i lavori o hanno le quote delle società, ci perderanno, ma siamo certi che ne guadagnerà il territorio."

"Non una parola è stata spesa da Renzi o Nardella sull'Alta Velocità che è nel limbo da mesi, ma i cui lavori vanno avanti e non vorremmo poi scoprire che abbiamo scherzato e che il ripensamento di Ferrovie era solo un, ennesimo, bluff. La nostra unica certezza sui contenuti del Patto sono le tante ombre sulle opere inutili o non prioritarie: si pensa ad un nuovo museo del calcio in centro, ma si dimentica di dire che ne faremo dell'area e degli edifici a Coverciano. Dobbiamo aspettarci una nuova colata di cemento in nome dei volumi zero? - concludono i Consiglieri Grassi, Verdi e Trombi - L'unica flebile luce in fondo al patto che sembra poter essere condivisibile almeno dalle parole di Nardella e Renzi riguarda la tramvia e la sua estensione a Bagno a Ripoli.

Certo, dotare Firenze e l'area metropolitana di un funzionale sistema di trasporto pubblico su ferro rappresenta un obiettivo condivisibile, e il fatto che nessuno abbia citato il sottoattraversamento del centro storico parrebbe evidenziare un ripensamento a favore di un tracciato diverso e non più impattante come andare in sotterranea nel centro di Firenze: ma le cantierizzazioni e i lavori questa volta dovranno vedere l'amministrazione non piegarsi ai voleri delle ditte ed imporre come ha dimostrato sul Lungarno Torrigiani che dovrebbe essere normale rispettare tempi e modalità, con un controllo assiduo e continuo su tutti gli aspetti realizzativi.

Speriamo che almeno questa possa rimanere anche tra qualche ora una notizia positiva per Firenze e la cittadinanza".

Queste le dichiarazioni della consigliera Miriam Amato: "Oggi non aderisco né partecipo alla sottoscrizione del patto per Firenze fra Renzi e Nardella, perché oltre a non riconoscere politicamente il Premier come tale dissento dalla scelta del patto, per finanziare progetti discutibili - come l'aeroporto - se funzionali solo a favorire l'amministrazione renziana per eccellenza. Firenze è ridotta a feudo di Renzi dove si arriva addirittura a vietare il diritto costituzionale di manifestare liberamente il proprio pensiero e a concedere le piazze storiche alla campagna per il Si in contrasto col regolamento comunale. Ma oramai è chiaro: non c'è chi non si attiene più alle regole scritte, tanto se non piacciono si deformano".

Questo l'intervento della capogruppo del Movimento 5 Stelle Silvia Noferi: "Dopo i festeggiamenti per l’anniversario dei 50 anni dall’alluvione del 1966 in cui abbiamo ascoltato tanti buoni propositi per mettere finalmente in sicurezza la città e tante frasi di circostanza per diluire la sensazione che nessuno se ne stia ancora realmente occupando, stamani siamo andati ad ascoltare l’annuncio del Patto per Firenze da parte del Sindaco Nardella e del Presidente del Consiglio Renzi, con la ferma volontà di volerci ricredere, ma nemmeno questa volta è stato possibile. Ancora una volta dal sacco dei doni del Governo non è uscito nulla di nuovo, sono state riconfermate le grandi opere infrastrutturali che interessano solo loro: il nuovo aeroporto e l’inceneritore in primis. A seguire il completamento della video-sorveglianza del territorio, esteso anche all’area metropolitana, come se bastasse questo per risolvere il problema della sicurezza dei cittadini; se non ci sono gli agenti e gli organici non vengono incrementati, si risolverà poco e niente. Ottime notizie per la metropolitana di superficie che collegherà Bagno a Ripoli al Polo Scientifico di Sesto Fiorentino, speriamo solo che almeno in questo caso adottino tecnologie e treni di moderna concezione, come ad esempio quelli che prendono l’alimentazione elettrica dal basso e non necessitano di orrende e anacronistiche reti di cavi aerei come quelle che stanno installando in città per le linee 2 e 3. I rottamatori per ora sono riusciti soltanto a portare avanti progetti già vecchi ma speriamo si lascino condizionare dai nuovi slogan tipo: il futuro è adesso. La vera perla del discorso tanto atteso del Presidente del Consiglio è stato lo spostamento del Museo del Calcio dall’attuale sede di Coverciano in un locale del centro storico perché attualmente è poco frequentato dai turisti. Anche in questo caso il progetto fa acqua da tutte le parti, Renzi come sempre, cerca di strizzare l’occhio all’elettorato dei tifosi con il museo del calcio visto che il nuovo stadio costa decisamente troppo.

Renzi sottovaluta gli interessi del turismo culturale che arriva a Firenze per vedere le opere del Brunelleschi o di Donatello e difficilmente si accontenterà delle quattro magliette e due palloni della Nazionale che si trovano ora al Museo più inutile del mondo, diciamolo chiaramente. Sarebbe stato bello ascoltare stamani l’impegno su qualcosa di cui la città ha veramente bisogno e magari avere notizie su come pensano di riconvertire la voragine della Foster ma, come abbiamo detto ieri in Consiglio Comunale, spente le luci della ricorrenza, ai politici al governo, centrale e territoriale, importa ben poco dei Piani di Rischio per mettere in sicurezza la città dal rischio di inondazione. Ormai le casse di espansione di Figline sono già state inaugurate tre volte anche se non terminate per problemi burocratici, chi può credere ancora nell’ennesimo annuncio? Le parole stanno a zero secondo Matteo Renzi, secondo noi, come al solito, ne ha dette anche troppe di parole, questa volta aspettavamo i fatti. La ricostruzione in tempi record di Lungarno Torrigiani ci aveva dimostrato che quando vogliono le cose le sanno fare presto e bene, per questo un pochino di speranza in fondo, in fondo, stamani l’avevamo. In realtà forse la conferenza stampa di stamani è servita solo da cornice ai festeggiamenti per la Leopolda e permettere agli astanti di decidere quale vestito indossare e quale ristorante scegliere per stasera. Speriamo che gli scontri fra polizia e manifestanti di cui sta arrivando notizia non gli guastino troppo la festa".

“La priorità assoluta per Firenze è mettere il fiume Arno in sicurezza, altro che grandi opere. E’ paradossale e surreale continuare a spendere miliardi per grandi e inutili opere quando, a 50 anni dall’alluvione, il rischio di una nuova esondazione e di nuovi ingenti danni è ancora altissimo”. Questo il commento delle parlamentari di Sinistra Italiana Marisa Nicchi e Alessia Petraglia “In questi 50 anni sono stati fatti pochissimi interventi di messa in sicurezza. Ogni volta che sentiamo parlare di miliardi spesi per alta velocità, autostrade e infrastrutture non così urgenti, non possiamo continuare a non stupirci, tralasciando gli interventi strutturali per l’Arno. E’ vero, un tunnel dell’Alta Velocità accorcia le distanze, ma la messa in sicurezza dell’Arno salverebbe le vite in caso di nuove esondazioni”.

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