Patrimonio di Firenze: commercio e decoro, tutele e vendite

Hanno chiesto la tutela del patrimonio artistico ed architettonico, cosa hanno ottenuto?

Antonio
Antonio Lenoci
13 maggio 2016 12:18
Patrimonio di Firenze: commercio e decoro, tutele e vendite

Chi abita e vive una città quotidianamente viene spesso accusato di non guardarsi abbastanza attorno, ed i fiorentini non sembrano esenti da questa accusa, una riprova arriverebbe dai tanti scatti condivisi attraverso i Social che mostrano lo stupore quando, nel tempo libero, il cittadino si 'finge' turista.Ma Firenze è una città viva oppure no? A questa domanda si risponde spesso mostrando l'agenda degli eventi quando invece si vorrebbero osservare i dati della residenza, o dei negozi di vicinato ed il numero di centri commerciali naturali ritenuti in tutta Italia "presidi di sicurezza sociale" tanto dal volerne una apertura più ampia.Il tema degli appartamenti vuoti e dei locali commerciali sfitti, che Nove da Firenze ha più volte toccato, ha riscosso attenzione da parte dei nostri lettori che sembrano aver condiviso la necessità di mantenerli aperti, anche temporaneamente o a rotazione, anche riducendone o azzerandone il canone, ed arrivando persino ad ipotizzarne la vendita coatta per quei proprietari disinteressati alla loro manutenzione.E per il bene pubblico, è diverso?Il 10 marzo 2015 un gruppo di architetti, ingegneri, archeologi, critici d'arte, storici, docenti di diritto e artisti ha indirizzato alle sedi Unesco di Parigi e di Roma un appello per chiedere l'iscrizione di Firenze nell'elenco dei siti in pericolo allegando una mappa dei rischi ed indicando opere infrastrutturali in corso oppure in progetto come il nuovo Aeroporto, Tav e la Metropolitana nel sottosuolo del centro, ed ancora la vendita di immobili di pregio come la Rotonda Brunelleschi e gli interventi sui nuovi Parcheggi interrati.

Sei mesi dopo Dario Nardella e il Manager del Comune di Firenze Carlo Francini annunciano alla stampa che l'UNESCO ha posto sotto osservazione il Centro Storico di Firenze ricordando che i livelli di intervento progressivi dell'Unesco in simili casi sono tre: messa sotto osservazione, messa in mora, infine espulsione dall'elenco dei luoghi posti sotto tutela.La principale mancanza da parte del capoluogo è stata resa nota dal primo cittadino "Non abbiamo ancora applicato il piano di gestione della tutela Unesco in modo completo.

Il regolamento sulla tutela del decoro nel centro storico che abbiamo predisposto va esattamente in questa direzione". Seguono interventi ed atti correttivi, come la restrizione dei parametri per le nuove aperture di Minimarket ed il 18 gennaio 2016 il Consiglio Comunale vara il Regolamento per la Tutela e il Decoro del Patrimonio Culturale del Centro Storico.La tutela dunque passa attraverso il decoro urbano ed in questo pare avere un ruolo fondamentale l'offerta commerciale, troppi alcolici e pochi prodotti locali, ma anche la disponibilità di spazi sul suolo pubblico, come i dehor, e la conoscibilità dei luoghi caratteristici, da qui una Estate Fiorentina con un Bando che predilige "i luoghi meno frequentati".

Questo però non basta ai promotori della lettera che ribattono sul regolamento che "Non contiene alcuna misura per la tutela del Patrimonio Culturale di Firenze, ma regola solo le attività commerciali, ponendo limitazioni agli esercizi pubblici e sanzionando la distribuzione di bevande alcooliche" ed incalzano l'Amministrazione pronti a replicare a Roma e Parigi le proprie osservazioni.

Perché? "Il 27 maggio 2015, ma il testo della lettera lo abbiamo conosciuto solo il 18 novembre, faceva seguito ad un ampio e circostanziato esame tecnico redatto da ICOMOS che riguardava anche il cambio di proprietà e destinazione d'uso di complessi monumentali pubblici" spiegano.

In molti casi si tratterebbe però di immobili in disuso, abbandonati e dunque impattanti per la loro inutilità prima ancora che per la futura funzione.Sant'Orsola è un esempio eclatante: tiene in scacco l'intero quartiere di San Lorenzo che non riesce a svilupparsi ed aprirsi rimanendo all'ombra di un rudere con un grande passato ed un brutto presente.

Il gruppo di tecnici sottoscrittori dell'appello del 2015 non demorde, nel frattempo è aumentato di numero ed ha inviato un nuovo appello il 28 aprile a Parigi e Roma. Lucia Lepore e Giovanna Nicoletta Delbuono a nome dei soggetti sottoscrittori presentano anche un elenco degli immobili venduti o in vendita: "La sede degli Uffici Unesco presso il Comune di Firenze, Via dei Servi 32; mq.

500. Il Teatro Comunale annesso il Ridotto per 600 posti. Palazzo Vivarelli Colonna 4400 mq in via Ghibellina. Palazzo Demidoff 2500 mq. Villa di Rusciano 5400 mq. Palazzo del Sonno 21.000 mq. di fronte ai Giardini della Fortezza da Basso. Complesso ex Caserma e Ospedale Militare in Costa San Giorgio ex Convento francescano San Girolamo della Costa con Chiesa annessa e due chiostri 30.531 mq di cui 16.455 coperti. Ex Monte dei Pegni in via Palazzuolo 10.000 mq sorto su una parte dell’antico Convento di San Paolino.

Ex Cinema Apollo in Via Nazionale. Ex Borsa Merci in via Por Santa Maria: 5600 mq. Palazzo Loggia del Grano: 3500 mq. Intero Complesso delle Murate, nel 1999 iniziarono opere di recupero architettonico su linee guida di Renzo Piano. Ex Poste Italiane in via Pietrapiana, progetto di Giovanni Michelucci. Palazzo Bufalini, insieme agli annessi complessivi 18.800 mq, ex Sede centrale Cassa di Risparmio in Via Bufalini. Ex Convento Santa Maria degli Angeli e annessa Rotonda del Brunelleschi; Convento Benedettino una Chiesa e tre chiostri.

Palazzo Compagni via Bufalini 7. Palazzo Bastogi, Via Cavour. Palazzo Portinari ex Banca Toscana ora MPS in Via del Corso 13.000 mq. Ex Caserma e Scuola Allievi Ufficiali dei Carabinieri parte integrante del Convento domenicano di Santa Maria Novella. Corte d’Appello in Via Cavour progettata da Bernardo Buontalenti. Distretto Militare annesso al Convento della Chiesa di Santo Spirito, originariamente convento con due chiostri di cui uno dell’Ammannati. Ex Ospedale militare in Via San Gallo ex convento di San Clemente.

Tribunale dei minori in via della Scala; ex monastero di San Martino. L’intero complesso di Sant’Orsola superficie utile 15.000 mq e 1741 mq nelle corti. L’Accademia di Sanità Militare in Via Tripoli antico Convento di San Girolamo delle Poverine. Ex Accademia di Sanità di Monte Oliveto sulla collina di Bellosguardo, ex complesso Benedettino Olivetano fondato nel 1334. Il Nuovo Conventino in San Frediano, ex monastero Carmelitano.

La Caserma Cavalli in Piazza del Carmine. La ex Dogana di Via Valfonda. Ex Caserma Baldissera al Lungarno della Zecca. Ex Teatro Nazionale in via de’ Cerchi e via Cimatori; ex Teatro del Cocomero, il più antico teatro fiorentino, anteriore alla Pergola. Cinema Eolo in via di San Frediano. Ex Ospedale di San Bonifazio attuale sede della Questura in via San Gallo. Ex Palazzo di Giustizia in Piazza San Firenze, già Convento e Chiese dei Teatini.

Palazzo Gerini in Via Buonarroti 2400 mq. Palazzo Bardini, via de’ Bardi, mq 1900, con giardino storico e Palazzo Bardini, via San Niccolò 78, mq 1100. Teatro Goldoni in Via dei Serragli. Hotel Majestic in piazza dell’Unità".Si tratta di tanti, troppi metri quadrati fino ad oggi inutilizzati o che hanno subito recentemente il trasferimento di precedenti funzioni. Meglio dare loro una utilità, offrire loro, attraverso l'intervento dei privati, una opportunità di vita oppure trattenerli nel patrimonio di quell'ente pubblico che non ha i fondi per poter effettuare l'ordinaria manutenzione? Facciamo i turisti, guardiamoci attorno come se non ci conoscessimo e meditiamo

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