Parmigianino: un maestro assoluto del Rinascimento italiano

L’artefice del Manierismo in una monografia di Alessandro Tosi, edita da A. Menarini

Nicola
Nicola Novelli
01 maggio 2017 22:26
Parmigianino: un maestro assoluto del Rinascimento italiano

FIRENZE- Strano destino quello che Firenze intreccia con Girolamo Francesco Maria Mazzola, detto il Parmigianino, simbolo della corrente manierista emiliana. Ludovico Dolce, nel Dialogo della pittura (edito a Venezia nel 1557), pochi anni dopo la morte del pittore (1540), lo cita come esempio del dipingere per chiaroscuri e tonalità di colori, caratteristico del Nord Italia, contrapposto alla scuola fiorentina dei grandi del rinascimento.

Eppure a renderlo immortale tra i moderni è proprio il fiorentino Giorgio Vasari che, nelle Vite, lo introduce con queste parole: "Fra molti che sono stati dotati in Lombardia della graziosa virtù del disegno e d'una certa vivezza di spirito nell'invenzioni, e d'una particolar maniera di far in pittura bellissimi paesi, non è da posporre a nessuno, anzi da preporre a tutti gl'altri, Francesco Mazzuoli parmigiano, il quale fu dal cielo largamente dotato di tutte quelle parti che a un eccellente pittore sono richieste, poiché diede alle sue figure, oltre quello che si è detto di molti altri, una certa venustà, dolcezza e leggiadria nell'attitudini, che fu sua propria e particolare".

Nei mesi scorsi Alessandro Tosi, Professore associato di Storia dell'Arte Moderna all’Università di Pisa, ha dedicato al Parmigianino una pregevole monografia stampata dalle Industrie Grafiche Pacini per le Edizioni della A. Menarini, il gruppo industriale farmaceutico con base a Firenze. Il nuovo libro, ultimo sforzo della Collezione d’Arte Menarini, snoda i molteplici fili della poliedrica esistenza dell’artista.

“Forse bisognerebbe essere uno scienziato, un medico o un farmacista -scrive Alessandro Tosi nella prefazione- come lo erano altri suoi amici e committenti, uniti all’artista dalla curiosità di indagare ogni forma della realtà naturale, umana o animale, vegetale o minerale, e prevederne le possibile trasformazioni”. La curiosità di Menarini per l’arte si rinnova, come ogni anno, con l’omaggio a un grande della pittura italiana. Un impegno che dura da 60 anni e che ha l’obiettivo di valorizzare il panorama artistico nazionale, in relazione ad eventi espositivi, mostre e celebrazioni legate ai singoli talenti dell’arte italiana.

Il Parmigianino, che nel soprannome tradisce la sua città natale, ma anche la corporatura minuta e l'aspetto gentile, era figlio di una famiglia di commercianti e artigiani originari di Pontremoli, che si erano trasferiti a Parma secoli prima. L’artista non si trattenne mai a lungo a Firenze, ma nel suo soggiorno a Roma, città ormai intrisa del potere e della cultura dei Medici, partecipò ai circoli dei discepoli di Raffaello attivi ai Palazzi Vaticani dopo la morte del maestro, conoscendo sicuramente Rosso Fiorentino. Da quest'ultimo, che lavorava per lo stesso editore di stampe tratte da loro disegni, Baverio dei Carocci, dovette trarre ispirazione dell'esasperato allungamento delle figure e la pittura a tocchi rapidi, che saranno tenute presenti nelle successive opere. In particolare la Madonna dal collo lungo, capolavoro lasciato incompleto alla sua partenza da Parma.

La Madonna dal collo lungo, olio su tavola, simbolo della sua maturità artistica di Parmigianino, si conserva proprio a Firenze, alla Galleria degli Uffizi, che custodisce altre sue opere. Vi si trovano infatti una Madonna col Bambino, piccolo olio su tavola dipinto a Roma nel 1525, un Ritratto virile, altro olio su tavola realizzato nel 1530 circa a Bologna e una Madonna di San Zaccaria, olio su tavola completato a Parma tra il 1530 e il 1533. Infine gli viene attribuito un autoritratto ad olio su tavola del 1531 circa.

Nel 2003 il Gabinetto disegni e stampe degli Uffizi ha esposto al pubblico 67 disegni del grande parmense insieme a quelli di artisti della sua città, o legati al fascino che la scuola di Parma esercitava, posseduti grazie alla collezione secentesca del Cardinal Leopoldo de' Medici, una raccolta fra le maggiori esistenti in quanto documenta pressoché tutte le fasi del grande disegnatore, paragonabile ai più grandi maestri del Rinascimento. Insomma Firenze e la Toscana ricorrono più volte nella biografia e nell’ispirazione del Parmigianino. E non senza merito A. Menarini ha promosso la pubblicazione monografica del Tosi.

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