Paolo Benvenuti gira al Liceo Artistico di Porta Romana

Il regista ha iniziato le riprese di un documentario sulla storica scuola

07 dicembre 2014 19:22
Paolo Benvenuti gira al Liceo Artistico di Porta Romana

Paolo Benvenuti, regista, sceneggiatore e produttore cinematografico, ex studente dell’istituto d’arte di Firenze, è fra i partecipanti dell’assemblea generale dell’Associazione Nazionale Ex studenti Scuole e Istituti d’Arte, organizzata nella sede del Liceo Artistico di Porta Romana. È appena tornato da un viaggio a Vienna e a Praga dove ha presentato il suo ultimo film dal titolo “Puccini e la fanciulla”. Sta girando un documentario sulla scuola di Porta Romana che sarà ultimato nella primavera del prossimo anno.

Paolo, lei ha studiato in questa scuola?

"Sono stato allievo di questa scuola, nel lontano 1963. Nel 1966 mi sono iscritto all’Accademia, l’anno dell’alluvione. Sono andato a spalare come tanti miei compagni il fango a Firenze, e poi l’anno successivo ho avuto un incarico di insegnante in una scuola media, a Pisa, per alcuni anni e poi mi sono dedicato al cinema. Il mio mestiere è quello del regista".

Sta realizzando un documentario sull’istituto?

"In qualità di ex studente dell’istituto d’arte e fondatore dell’Associazione E.S.S.I.A., mi sono preso l’incarico di mostrare, attraverso un documentario, cosa ha significato chiudere gli istituti d’arte, che per noi è stato veramente uno shock perché, essendo tutti usciti da questa esperienza centenaria e vederla morire, ci è sembrato molto grave. Abbiamo cercato di capire che cosa fare per limitare i danni di questa scelta politica fatta dall’allora Ministro dell’Istruzione Gelmini.

La chiusura degli istituti d’arte significava fare un danno al “Made in Italy”. Noi italiani siamo conosciuti per due cose: il “Made in Italy” e la mafia. La formazione dei giovani alla manualità viene a mancare. L’istituto d’arte formava giovani che sapevano dipingere, disegnare, costruire modelli, prototipi, elaborando quello che poi ci ha fatto conoscere nel mondo in vari settori dell’artigianato artistico. Da questa scuola sono usciti nomi importanti, uno fra tanti è Roberto Cavalli, che è della mia generazione".

Torniamo al suo documentario.

"Il documentario che sto preparando, di cui abbiamo fatto solo alcune riprese, filmando i ragazzi nei laboratori, in otto laboratori diversi, con particolare attenzione a quello che stavano facendo i ragazzi, dall’oreficeria, alla grafica, da arredamento a moda. L’obiettivo nostro è quello di far capire che i laboratori che sono rimasti, ai nostri tempi c’erano al massimo 7 o 8 ragazzi per ogni laboratorio, con il maestro d’arte, per cui il rapporto fra l’insegnate e l’allievo era un rapporto diretto. Io ricordo ancora la mano del mio maestro sopra la mia mentre diceva di non pigiare troppo. C’era un rapporto fisico, oltre che affettuoso nei due o tre anni che si trascorreva insieme. Un po’ come nella bottega rinascimentale. Oggi gli studenti nei laboratori sono 25, 30, per cui questo rapporto, di conoscenze fra maestro e allievo, non c’è più.

Altra cosa. I docenti erano scelti per conoscenza e professionalità e non per titoli di studio. I meriti artistici erano validi per insegnare, mentre ora valgono la laurea e il punteggio. Ora un architetto può insegnare arti grafiche.

Nella seconda parte del documentario voglio fare delle interviste a chi, uscito da questa scuola, ha avuto successo. E sono tanti".

Lei ha ricevuto un finanziamento per la realizzazione del documentario?

"Ho avuto un finanziamento della Film Commission della Regione Toscana, per realizzare un questo documentario sul passaggio della scuola, da istituto d’arte a liceo artistico. Pregi e difetti di questa trasformazione. Della scomparsa in Italia degli istituti d’arte e la riformazione del liceo artistico che ha inglobato gli istituti d’arte".

Questa scuola è stata selezionata per rappresentare la Toscana all’Expò 2015, pensa che questo documentario potrà essere presentato in questa cornice?

"Il documentario sarà pronto nell’aprile del 2015, quindi mi auguro che potrà partecipare in qualche modo all’Expò.

Paolo Benvenuti, è diventato regista, quando, ventiduenne, è rimasto affascinato, dopo un convegno di tre giorni sul cinema russo e americano d’avanguardia, comprendendo che il linguaggio del cinema si avvicinava molto a quello pittorico. I suoi film, stilisticamente rigorosi, hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti nazionali e internazionali.

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