Padre Sisto e la Certosa del Galluzzo: ricordo sabato 15 febbraio

La Comunità di San Leolino dedicherà un pomeriggio al Monaco Cistercense eccellente restauratore di libri antichi e insegnante, morto nell'autunno scorso lontano dal monastero del suo cuore

Antonio
Antonio Patruno
09 febbraio 2020 18:14
Padre Sisto e la Certosa del Galluzzo: ricordo sabato 15 febbraio

Un ricordo di Padre Sisto, che alla Certosa del Galluzzo e al restauro dei libri antichi e di pregio (alluvionati e non solo) ha dedicato tanta parte della sua vita. Si terrà sabato prossimo, 15 febbraio con inizio alle 15,30 nel monastero alle porte di Firenze.

L'annuncio è stato dato oggi durante la Messa domenicale delle 11. Al ricordo, organizzato dalla Comunità di San Leolino succeduta ai Monaci Cistercensi nella guida della Certosa, parteciperanno certamente numerosi amici, studiosi e artigiani perché Padre Sisto, morto lo scorso autunno 2019 lontano dalla Certosa del suo cuore, aveva tanti estimatori anche nel mondo imprenditoriale.

“La scomparsa di Padre Sisto per noi artigiani- disse ad esempio Alessandro Sorani, presidente di Confartigianato Firenze dopo la morte di Sisto - è un grande dolore perché con Lui se ne va un grande uomo e un grande restauratore. Abbiamo avuto il piacere di essere tra gli ultimi a poter ammirare la sua arte nel laboratorio all'interno della Certosa dove stava restaurando libri antichi e per noi è stata una vera e propria lezione di vita.

Era impegnato nel restauro dei preziosi libri della biblioteca di Torino fortemente danneggiati da un incendio. E davanti a noi abbiamo potuto ammirare il grande impegno e la grande maestria con cui ridava vita e tempo con pazienza certosina a una pagina al giorno. Perché Padre Sisto non era solo un grande artigiano-artista - spiegò Sorani - , ma anche un eccezionale maestro, perché ha fatto una cosa che sempre meno artigiani fanno: prima di andarsene ha fatto tanta formazione accompagnando tanti giovani verso il bellissimo e complicatissimo mestiere del restauratore di libri.

Ha fatto vedere a tutti noi che ci sono ancora tanti lavori che assumono un valore non solo materiale ma anche immateriale perché portano con sé un grande patrimonio di valori. Come artigiani siamo orgogliosi del suo lascito così come ci inorgoglisce il fatto che per tanti anni abbia scelto la nostra Firenze come luogo di meditazione e di lavoro”.

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