Ospedali in Toscana: il gradimento degli utenti e confronto regionale

"Gli indicatori relativi di mortalità infantile, per tumori, per malattie cardiocircolatorie e per suicidi denotano il buon livello di salute della popolazione toscana"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 luglio 2016 13:54
Ospedali in Toscana: il gradimento degli utenti e confronto regionale

 Una indagine di gradimento, condotta dal Laboratorio MeS (Management e Sanità) della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa tra gli utenti, a proposito dei ricoveri ospedalieri.

"La valutazione della qualità dei servizi sanitari - dice Stefania Saccardi - può considerarsi completa quando include, tra le altre misure, anche indicatori che esprimono le valutazioni e l'esperienza degli utenti che ne hanno usufruito. Noi teniamo molto al loro giudizio, che è fondamentale per aiutarci a migliorare sempre di più i servizi che offriamo loro. Per questo chiediamo sempre al MeS di condurre anche le indagini tra gli utenti".

Dal 2004 il Servizio Sanitario Toscano conduce periodicamente, in collaborazione con il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, indagini sull'esperienza degli utenti del ricovero ospedaliero, del pronto soccorso, del percorso nascita, della medicina generale, oltre ad altre rilevazioni ad hoc su altri servizi. Si è conclusa da alcune settimane la quinta edizione della rilevazione rivolta agli utenti del servizio di ricovero ospedaliero (ordinario), che ha visto la partecipazione di circa 4.000 utenti ricoverati in 35 presidi ospedalieri pubblici (90 dipartimenti) tra novembre 2015 e gennaio 2016. Una volta dimessi, gli utenti hanno ricevuto a casa un questionario cartaceo da compilare sulla base della propria esperienza di ricovero, e da restituire tramite busta preaffrancata allegata al gruppo di ricerca del Laboratorio Mes per l'attività di analisi e valutazione dell'assistenza.

 Il dato di questa ultima edizione, confrontato con le precedenti due edizioni, descrive un servizio, a livello regionale, in continuo miglioramento. La valutazione complessiva dell'assistenza ricevuta è buona o ottima per l'86,3% dei rispondenti (83,7% nel 2014; 81,2% nel 2011), mentre resta stabile la percentuale già molto alta di utenti che - sicuramente o forse - raccomanderebbero il servizio, in caso di bisogno, a parenti e amici (95% nel 2016; 95% nel 2014; 94,9% nel 2011). In miglioramento anche le valutazioni che riguardano il lavoro di squadra dei professionisti, medici e infermieri, incontrati durante il ricovero, con valutazioni buone o ottime per l'83,1% degli intervistati (81,1% nel 2014; 78,1% nel 2011).

Agli utenti del servizio di ricovero è stato chiesto di rispondere anche a domande più specifiche, sulla fase di ammissione e dimissione dall'ospedale, sulla comunicazione, sulla centralità della persona nel percorso assistenziale, sulla qualità dei pasti, comfort pulizia e rumorosità dei reparti, sui servizi della farmacia ospedaliera, etc.. Anche per queste dimensioni specifiche, a livello regionale si osserva una tendenza al miglioramento o in alternativa un dato stabile rispetto al passato, fatte salve alcune eccezioni che riguardano soprattutto il processo informativo in fase di dimissione e la pulizia delle strutture.

Nel dettaglio, migliora l'esperienza degli utenti del servizio di ricovero ospedaliero ordinario quando si parla di: comunicazione in fase di ammissione, con la presentazione del percorso assistenziale che attende i pazienti (89,5% nel 2016, 88,7% nel 2013 e 80,9% nel 2011); informazioni sui rischi e benefici dei trattamenti (91,8% nel 2016, 90,1% nel 2013 e 89,8% nel 2011); risposte chiare da parte degli infermieri (96,9% nel 2016, 95,6% nel 2013 e 97% nel 2011); attesa alla chiamata dopo aver suonato il campanello (76,5% nel 2016, 73,3% nel 2013 e 75,1% nel 2011); rispetto della persona con il 93,6% dei pazienti che riferiscono che i medici non hanno mai parlato davanti a loro come se non fossero presenti (93% nel 2013 e 88,5% nel 2011). Migliora anche la percezione dei pazienti ricoverati di avere una figura medica di riferimento durante l'intero ricovero, dopo il calo brusco osservato nel 2014 (41% nel 2016, 38,4% nel 2013 e 47,8% nel 2011).

Gli utenti che hanno compilato il questionario negli ultimi mesi sono invece un po' più critici rispetto al passato sui temi della pulizia degli ambienti del reparto (94% nel 2016, 95% nel 2013 e 95,4% nel 2011) e sulle informazioni che ricevono alla dimissione, soprattutto quando queste riguardano cosa fare nel caso dovessero manifestarsi complicazioni (81% nel 2016, 83,9% nel 2013, dato non rilevato nel 2011) o a chi rivolgersi nel caso di bisogno (82% nel 2016, 84,8% nel 2013, dato non rilevato nel 2011).

Ma cosa accade nelle aziende? A questo livello è interessante osservare in alcuni casi una riduzione della variabilità interaziendale, con un range, ad esempio, nella valutazione complessiva dell'assistenza ricevuta che va dall'80,1% al 93,6% (contro i valori aziendali del 2014 che riportavano valori variabili dal 73,5% al 97%), o nell'offerta di informazione sui rischi e benefici dei trattamenti, nel qual caso il dato varia dall'86,9% al 100% (contro i valori 2013: range aziendale 82,0-97,5%).

Al contrario, la variabilità tra le aziende aumenta rispetto al passato quando si parla della presenza di un medico di riferimento durante tutto il ricovero (range 2016: 26,5-60,8%; range 2013: 27,6-58,1%), attesa dopo aver suonato il campanello (range 2016: 66,1-89,7%; range 2013: 60,7-82,8%) e comfort del reparto (range 2016: 80,8-97%; range aziende 2013: 88,1-97,7%)

"L'esperienza riferita dagli utenti che hanno partecipato a questa quinta edizione dell'indagine - commenta Sabina Nuti, direttore del MeS - descrivono sicuramente un servizio buono, che negli anni è stato in grado di migliorare quando possibile, ma che richiede ancora attenzione su temi importanti, quali ad esempio la continuità assistenziale nella fase della dimissione, affinché i pazienti una volta tornati a casa non si sentano abbandonati dal sistema ma sappiano sempre cosa fare e a chi rivolgersi.

Aspetti, questi, importanti in un'epoca in cui si parla sempre più spesso di partecipazione attiva dei pazienti al percorso di cura e creazione di una partnership strategica capace di produrre valore per il paziente, in termini di salute e esperienza, e per il sistema che riesce a garantire efficacia delle cure e corretto utilizzo delle risorse".Confronto tra i servizi sanitari delle varie Regioni derivanti dal sistema di valutazione condotto come ogni anno dal MeS, il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, con l'ormai collaudato strumento dei bersagli.

La Toscana ha la maggior parte degli indicatori nelle tre fasce centrali (verde scuro: performance ottima; verde chiaro: buona; giallo: media); solo due indicatori in fascia arancione (scarsa); e nessuno in fascia rossa (molto scarsa).

Lo scorso 24 giugno, il Network di Regioni che condivide il medesimo sistema di valutazione della performance, coordinato dal MeS, ha reso pubblici sul web i risultati per l'anno 2015, che stamani l'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi ha presentato in conferenza stampa assieme a Sabina Nuti, direttore del MeS. Le Regioni che hanno seguito la Toscana nel sistema di valutazione della performance e hanno aderito nel 2016 su base volontaria al network sono Basilicata, Calabria, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria, Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Puglia e le P.A. di Trento e di Bolzano.

"Anche in questo caso, come è già avvenuto nei mesi passati per il Programma nazionale esiti e per la griglia Lea, che hanno visto la Toscana sul podio delle Regioni per i servizi sanitari erogati ai propri cittadini - è il commento dell'assessore Saccardi - non siamo noi a vantare primati. Lo dicono dati obiettivi, gli strumenti di un sistema di valutazione ormai collaudato, che analizza le performance delle varie Regioni, con criteri scientifici uguali per tutti".

La collaborazione nasce per fornire un quadro dell'andamento dei sistemi sanitari regionali e delle loro componenti, attraverso il confronto di un set di circa 270 indicatori condivisi; a 115 di essi è associata una valutazione. Gli indicatori vengono raggruppati, tramite una struttura ad albero, in 35 indicatori di sintesi, rappresentati in forma grafica tramite il "bersaglio", con 5 fasce di valutazione. Il Laboratorio MeS supporta le Regioni nella definizione degli indicatori, nel calcolo, nella verifica metodologica della congruenza dei risultati e nell'integrazione del sistema di valutazione con i meccanismi di governance regionale. Le Regioni del Network cooperano nel processo di condivisione degli indicatori e del metodo di calcolo, definiscono congiuntamente le fasce di valutazione e sono responsabili dell'elaborazione e del caricamento dei dati sulla piattaforma messa a disposizione da l Laboratorio MeS.

I risultati sono articolati in sei macro-aree: la valutazione dello stato di salute della popolazione (dimensione A) presenta indicatori di mortalità e inerenti gli stili di vita; la capacità di perseguimento delle strategie regionali (B) include indicatori quali la gestione del dolore, gli screening oncologici e le copertura vaccinale; la valutazione socio-sanitaria (C) comprende indicatori di governo della domanda, di appropriatezza, di efficienza e di qualità; la valutazione da parte dell'utenza (dimensione D) include sia indicatori proxy, sia indicatori provenienti da indagini specifiche, realizzate in molte delle Regioni aderenti al network; la valutazione interna (E) considera il livello di soddisfazione del personale delle aziende sanitarie; infine, la valutazione economico-finanziaria e di efficienza operativa (F) monitora l'efficienza farmaceutica, la sicurezza sul lavoro, oltre ad alcuni indicatori economici relativi ai costi.

La maggior parte degli indicatori oggetto di monitoraggio migliora ulteriormente rispetto al 2014 e per il 37.5% di essi si registra, oltre ad un miglioramento, anche la riduzione della variabilità intra-regionale.

In riferimento alla capacità di migliorare specifiche politiche sanitarie, la copertura vaccinale si conferma ampia per tutte le tipologie di vaccinazioni, in particolare l'esavalente, per quanto debba essere tenuta alta la guardia per il vaccino antinfluenzale per gli anziani (comunque in miglioramento rispetto al 2014). L'attenzione verso la gestione del dolore, misurata tramite il consumo di farmaci oppioidi, è nella media e in ulteriore miglioramento rispetto al 2014. I programmi di screening oncologici presentano una buona copertura, in termini sia di estensione che di adesione da parte della popolazione.

Si conferma un punto di forza del sistema sanitario toscano l'appropriato ricorso al setting ospedaliero: il tasso di ospedalizzazione complessivo è il più basso del network (129,7 ricoveri per 1.000 residenti). Il dato va letto sia in riferimento all'efficiente organizzazione dei percorsi intra-ospedalieri, sia alla capacità dei servizi territoriali di prendere in carico i bisogni di salute della popolazione toscana.

In merito al primo punto, gli ospedali toscani mostrano un utilizzo appropriato sia del setting assistenziale chirurgico, sia di quello medico. Tra il 2014 e il 2015 si riduce ulteriormente la durata delle degenze – sia di tipo medico, sia di tipo chirurgico – confermando l'uso efficiente della risorsa ospedaliera (best practice nazionale). Un elemento di attenzione è tuttavia rappresentato dai tempi di attesa prima del ricovero per interventi chirurgici per tumore al retto e per tumore alla prostata, leggermente superiori ai 30 giorni massimi previsti dal Ministero. I tempi di attesa in Pronto Soccorso sono complessivamente in linea con quelli delle altre Regioni.

Venendo al secondo aspetto – la capacità di presa in carico da parte dei servizi territoriali – i bassi tassi di ospedalizzazione per patologie croniche e per patologie sensibili alle cure ambulatoriali – relative a ricoveri ospedalieri potenzialmente evitabili perché in carico al territorio – confermano l'ottima qualità dell'offerta. La percentuale di anziani assistiti a domicilio è la più alta del network.

L'area farmaceutica è probabilmente il settore su cui sarà necessario lavorare maggiormente in futuro: se i dati dell'Agenzia Italiana del Farmaco restituiscono un quadro critico per quanto riguarda la prescrizione tra le mura degli ospedali toscani, anche per quanto concerne i consumi sul territorio vi sono ambiti di recupero di appropriatezza: il consumo di antibiotici, ad esempio, è più alto rispetto alle altre Regioni del network, nonostante sia sempre più diffusa la consapevolezza degli effetti nocivi sulla salute cui un uso inappropriato può condurre (in primis, fenomeni di antibiotico-resistenza).

Riguardo infine alla sostenibilità economico-finanziaria del sistema sanitario toscano, sono contenuti sia il costo sanitario pro-capite, sia il costo per l'assistenza ospedaliera (nonostante un leggero incremento tra 2013 e 2014).

I dati sono pubblicamente accessibili all'indirizzo www.performance.sssup.it/netval. Come ogni anno, i risultati saranno inoltre disponibili in forma cartacea, tramite la stampa del Report 2015, prevista entro ottobre 2016.

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