Opere pubbliche e sistema degli appalti: una lezione da Lupi

Interesse pubblico e interessi privati, nella visione del Ministro, alla luce dell'inchiesta in corso sul passante TAV. CNA-Fita: "Renzi restituisca l'onorabilità al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti con un tempestivo e profondo rinnovamento delle cariche politiche e tecniche"

Redazione Nove da Firenze
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17 marzo 2015 13:43
Opere pubbliche e sistema degli appalti: una lezione da Lupi

“Saremo pronti per Expo 2015. Il Ministero ha dato la disponibilità di Italferr e non ci saranno problemi. L’importante è che adesso si possa tornare a parlare di contenuti, di alimentazione. Expo sarà una importante vetrina per l’Italia e consentirà alle diverse parti del mondo di tornare a confrontarsi”. diceva Maurizio Lupi, ministro delle Infrastrutture dei Trasporti intervenendo sabato mattina a Firenze al corso di alta formazione politico-istituzionale Eunomia Master. Sulle priorità infrastrutturali, Lupi, alla vigilia della pubblicazione dell'l'inchiesta "Sistema" sulla corruzione nelle Grandi Opere, sottolineava come “le opere strategiche sono quelle delle reti e del collegamento dei nodi.

È fondamentale selezionare per non disperdere le risorse. Bisogna inoltre accelerare sulle infrastrutture le cui risorse sono già finanziate”. Nell'ambito del corso, organizzato dall'associazione Eunomia e giunto alla sua 10^ edizione, Lupi era stato chiamato a tenere una lezione su “Opere pubbliche e sistema degli appalti” insieme al professor Duccio Traina. “E’ importante –diceva Lupi sabato scorso– che le regole si adeguino agli obiettivi, che devono essere chiari e individuati con trasparenza.

Per evitare fenomeni di corruzione a mio avviso non serve irrigidire le norme o burocratizzare ulteriormente, al contrario è indispensabile semplificare ed eliminare passaggi nei quali può trovar spazio la corruzione. Oltre, ovviamente, a prevedere vere funzioni di controllo”.

Parole che sembrano adattarsi alla perfezione, alla luce delle attuali risultanze dell'inchiesta sul passante TAV di Firenze, a Ettore Incalza, sorta di dominus di tutti gli appalti che passavano dal ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, proprio quello di Maurizio Lupi. Grandi appalti, concessioni autostradali, finanziamenti ed incentivi pubblici. Un fiume di denaro gestito da un Ministero su cui aleggia, adesso se non da tempo, il sospetto di cointeressenze e corruzione."CNA-Fita più volte - ha dichiarato Cinzia Franchini, presidente nazionale dell'associazione artigiana dell'autotrasporto - ha ribadito, per esempio, l'insostenibilità economica, oltre che politica, del sistema delle concessioni autostradali e i relativi sistemi di pedaggiamento, richiamando l'attenzione del Governo ad azioni di riforma nell'interesse di tanti operatori economici del Paese e non dei soliti lobbisti.

Le indagini giudiziarie debbono fare il loro corso e fino all'ultimo grado di giudizio non si può certo gridare a condanne preventive, tuttavia oggi si pone al Ministero una macroscopica questione di opportunità politica su cui il Governo Renzi si gioca la carta della credibilità. L'arresto di Incalza e quanto disvelato dalle intercettazioni – ha concluso la Franchini - rendono necessario l'intervento dell'Esecutivo per un rinnovamento radicale e profondo nel Dicastero di Lupiche sovverta l'inamovibilità di centri di potere gestiti da politici e grandi burocrati".

"Invito il consigliere comunale di Sel-Prc Tommaso Grassi ad assumere un atteggiamento più serio riguardo l'inchiesta sulla TAV portata avanti dalla Procura della Repubblica di Firenze -interviene Federico Perugini, Vicepresidente PSI della commissione di Garanzia del Q5- Il dottor Creazzo ha detto infatti in conferenza stampa che non ci sono politici indagati, quindi le dichiarazioni del consigliere riguardo all'estromoissione dal Governo degli esponenti politici coinvolti è destituita di fondamento. Essere coinvolti in un inchiesta significa aver ricevuto un avviso di garanzia ossia essere indagati, non essere citati in un' intercettazione. Eviti quindi il consigliere Grassi di dire parole in libertà, ne va della sua credibilità politica e delle forze politiche che rappresenta in consiglio comunale, che tuttavia spesso si sono dimostrate campioni della demagogia".

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