Operato al rene sbagliato, sull'errore interrogazione in Regione Toscana

Poche settimane fa l'agitazione per la grande mole di lavoro caricata sui singoli presidi locali.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 aprile 2014 15:07
Operato al rene sbagliato, sull'errore interrogazione in Regione Toscana

Nel 2011 a Pisa un paziente è stato operato per un tumore inesistente alla prostata: i suoi referti erano stati scambiati con quelli di un altro paziente, e il caso è salito alla ribalta delle cronache solo in questi giorni. Nel 2012, al policlinico di Careggi a Firenze, uno scambio di pazienti in reparto provocò la somministrazione errata di una trasfusione, con esposizione a un grado di rischio altissimo per il paziente.

Sempre a Firenze, all’ospedale di Ponte a Niccheri, un paziente oncologico sarebbe stato opeato al rene sano.   Il riassunto di alcuni casi di malasanità arriva dopo poche ore dal Post su Facebook di Enrico Rossi che attribuisce un buon voto in pagella alla Regione Toscana, migliore di altre Sanità regionali. Il Vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai (FI) traduce le sue perplessità in un’interrogazione urgente all’assessore regionale al diritto alla salute e al governatore Rossi: "Ci viene il sospetto che questa serie di sbagli sia anche il prodotto di una governance sanitaria che carica a dismisura gli operatori, a tutti i livelli, di responsabilità e mansioni spesso in maniera ondivaga e senza che vi sia una visione prospettica e d’insieme del sistema sanitario che, lo ricordiamo, manca di pianificazione da tutta la legislatura.

Questo genera un’incertezza che mina i livelli di concentrazione aumentando il rischio di errore umano e, in definitiva, di eventi avversi come questi e altri".

"Solo pochi giorni fa – ricorda Mugnai – l’intersindacale medica aveva annunciato lo stato d’agitazione proprio per questi motivi, lamentando blocco del turn over, delle indennità e del rinnovo dei primariati a fronte del surplus di burocrazie, tagli dei servizi e fallimento del modello di riorganizzazione ospedaliera per intensità di cura, il tutto senza tempi certi né strategie di gestione che mirino alla soluzione dei problemi. Segno che il disagio esiste, e alla fine si manifesta".

"E’ inaccettabile – sottolinea l’esponente di Fi – che le notizie su gravi casi di malasanità si apprendano solo dai giornali. Con questo atteggiamento, il timore che di casi altrettanto gravi se ne verifichino molti più di quanto sia noto è inevitabile".

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