Olio toscano: poche olive, piante stremate dalla siccità

Una delle produzioni simbolo dell’agricoltura toscana come l’olio extravergine di oliva, secondo le previsioni, segnerà un calo importante nell’annata 2017

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 settembre 2017 15:47
Olio toscano: poche olive, piante stremate dalla siccità

Le operazioni di raccolta ancora non sono iniziate ma i dati parlano chiaro. Piante con pochi frutti, in alcuni casi nessuno, stremati dalla siccità e dalle alte temperature estive.

“Quest’anno – dice Tulio Marcelli, olivicoltore aretino e presidente di Coldiretti Toscana - sulle nostre piante non c’è traccia di mosca e altri parassiti, ma la mancanza di pioggia e la calura primaverile con le impennate di temperatura, con le piante in piena fioritura, hanno ridotto la presenza dei frutti. Secondo le nostre stime dovremmo essere intorno ad un -40% che in alcuni casi potrebbe superare il -50%”.

Numeri che pesano come macigni sulle circa 50.000 aziende agricole toscane che producono olio su una superficie complessiva che supera i 90.000 ettari. Il peso del settore sul Pil agricolo è importante con oltre 120milioni di euro. Secondo recenti studi (Banca CR Firenze - Intesa San Paolo) il valore della produzione di olio esportato dalla Toscana si aggira intorno ai 600milioni di euro. “Un dato che dice come il brand “toscana” richiami l’interesse di grandi gruppi industriali – continua Marcelli – a produrre olio nella nostra regione con olio che viene da altri territori. Quest’anno poi con la scarsa produzione locale il fenomeno potrebbe crescere con i connessi rischi di contraffazione”.

Grosseto e Firenze sono le capitali olivicole della Toscana dove si producono una buona parte dei circa 170 mila quintali di extravergine.

“Per fortuna circa il 25-30% dell’olio prodotto in Toscana è venduto come olio a denominazione di origine. Infatti la nostra regione – dice Antonio De Concilio, direttore Coldiretti - vanta 5 denominazioni riconosciute che sono: Toscano IGP, Chianti Classico DOP, Lucca DOP, Seggiano DOP e Terre di Siena DOP. A fare la parte del leone è il Toscano IGP, che vanta un primato nazionale e la leadership regionale per i quantitativi certificati. Al consorzio della denominazione “Toscano” aderiscono oltre 10.250 olivicoltori, 265 frantoi, 360 confezionatori. Sei milioni e mezzo sono le piante iscritte, 35 mila i quintali di olio prodotto destinato soprattutto all’export. L’olio Toscano IGP da solo – conclude De Concilio - rappresenta oltre il 30% della produzione di olio extravergine italiano che viene messo in commercio con la certificazione di origine. Una garanzia per imprese e cittadini che vogliono scegliere di privilegiare le produzioni made in”.

In evidenza