Nuovo Pignone: licenziamento camuffato nello stabilimento di Massa?

La Fiom Cgil chiederà un incontro alla direzione aziendale e alla Regione Toscana per un'intesa che garantisca i lavoratori dello stesso ciclo produttivo su salari, diritti e sicurezza. Dal licenziamento al ritorno al lavoro alla Tmm di Pontedera

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 marzo 2019 10:02
Nuovo Pignone: licenziamento camuffato nello stabilimento di Massa?

Succede nella più grande azienda della Toscana. A un lavoratore dipendente di una ditta che opera in subappalto presso lo stabilimento del Nuovo Pignone di Massa, durante il giorno di malattia, è stato comunicato con un messaggio telefonico che non doveva presentarsi al lavoro e che sarebbe stato collocato in ferie forzate. Nel frattempo al lavoratore è arrivata anche una raccomandata dove gli viene comunicato che alla fine del periodo di ferie dovrà collocarsi a lavorare presso l'azienda da cui dipende, la ditta Crosa di Scarlino.

Per la Fiom Cgil questo è un licenziamento camuffato: "Sollecitiamo da tempo, congiuntamente alle altre organizzazioni sindacali, la necessità di un protocollo di intesa complessivo sugli appalti all'interno del Nuovo Pignone che garantisca stesse condizioni e diritti per tutti i lavoratori della filiera produttiva -affermano Massimo Braccini, Segretario Generale Fiom Toscana Daniele Calosi, Coordinatore Nazionale Fiom gruppo BHGE ( Nuovo Pignone)- Il contratto integrativo del gruppo BHGE (Nuovo Pignone) prevede un sistema di informazione da parte della direzione aziendale che su base periodica deve informare le organizzazioni sindacali sulla situazione delle ditte in appalto. Si sono tenuti nei mesi scorsi, ma anche negli anni passati, più incontri presso la Confindustria di Massa Carrara fra le organizzazioni sindacali di categoria e confederali, le ditte in appalto ed il Nuovo Pignone, al fine di definire un protocollo complessivo. Ad oggi purtroppo dobbiamo constatare che questo non è avvenuto. La Fiom Cgil non accetta che in uno stesso sito produttivo vi siano lavoratori che hanno condizioni salariali e diritti diversi tra di loro. Non vogliamo pensare che la più grande azienda multinazionale presente in Toscana costruisca la propria competitività sulle spalle dei lavoratori che per vivere debbono lavorare. In ragione di ciò, la Fiom Cgil chiederà un incontro sia alla direzione aziendale Nuovo Pignone, sia alla Regione Toscana, al fine di definire un'intesa che regoli e garantisca tutti i lavoratori dello stesso ciclo produttivo sui salari, diritti e sicurezza".

“Dopo un anno di presidio permanente ed una lotta civile e democratica, dove i lavoratori non si sono mai fatti impressionare nemmeno dalle intemperie del tempo e dalla bufera di neve, avevamo deciso di costituire assieme una cooperativa, Presidio Petalmeccanico Pontedera, con l’obiettivo di far riprendere il lavoro e creare un futuro dignitoso -racconta Massimo Braccini, segretario generale Fiom Toscana- Non è stato un percorso facile, abbiamo incontrato molte difficoltà e abbiamo sempre affrontato la situazione con molta cautela, senza mai avventurarci in percorsi non garantiti. In questo lasso di tempo abbiamo valutato molte proposte, ma tutte di difficile attuazione.

Avevamo capito subito che era impossibile riprendere il lavoro di produzione delle marmitte nella fabbrica chiusa, non a caso abbiamo valutato di poter aprirci ad altre possibilità. La formazione dei soci della cooperativa è stato un passaggio importante, anche al fine di far acquisire nuove professionalità e comprendere come gestire una cooperativa. Nel corso di questa battaglia avevamo ben chiaro che comunque fosse andata ne saremmo usciti tutti migliori. Ci abbiamo creduto e non abbiamo esitato ad affrontare passaggi anche difficili. I lavoratori ex Tmm hanno vissuto la loro lotta come un imperativo morale, la tenda era diventata una specie di comunità, ognuno con precisi compiti per mantenere ben saldo il presidio, definire i turni, i pasti, le numerose assemblee e iniziative pubbliche. La Fiom ne è stata punto fermo, certezza che saremmo andati fino in fondo e che qualsiasi decisione sarebbe stata sempre presa con i lavoratori, all’insegna della democrazia. La lotta dei lavoratori Tmm con a fianco le bandiere rosse della Fiom, ha dimostrato, ancora una volta, che vale sempre la pena lottare per costruire un futuro migliore.

Nove soci hanno ripreso il lavoro, il nostro obiettivo resta quello di riportarceli tutti, siamo convinti che ci riusciremo, per l’intanto possiamo dire, abbiamo vinto noi”.

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