Nuovo Consiglio in Palazzo Vecchio, Arazzi tornano a Firenze

I 20 Arazzi commissionati da Cosimo I torneranno a Firenze, lo ha annunciato il sindaco presentando il nuovo Salone de' Dugento

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 settembre 2016 13:06
Nuovo Consiglio in Palazzo Vecchio, Arazzi tornano a Firenze

Presentato stamani a Firenze il nuovo allestimento della Sala che ospita il consiglio comunale, tra i presenti varie autorità cittadine ed anche gli ex consiglieri invitati dalla presidente Caterina Biti. Non poteva mancare all'appuntamento l'ex presidente dell'Assemblea cittadina, oggi presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani al fianco del sindaco Dario Nardella.Il costo complessivo dell’intervento è stato di 640mila euro, di cui 528mila coperti dagli sponsor.

Una volta abbandonata la sede temporanea di Palazzo Medici Riccardi, assessori e consiglieri torneranno in Palazzo Vecchio in una Salone de' Dugento totalmente ristrutturato e ricco di novità: alle pareti gli Arazzi Medicei saranno esposti a rotazione dietro speciali tende a sensore di luce e di calore, gli scranni nuovi al centro della sala accoglieranno i rappresentanti dei cittadini nella nuova conformazione a ferro di cavallo con poltroncine a scomparsa.La struttura in alluminio, vetro e legno dai colori freddi si erge al centro della sala mentre il pubblico sembra al momento poter mantenere la posizione originaria nonostante l'estrema vicinanza con la parete sulla quale saranno appesi gli Arazzi.Novità anche per quanto riguarda gli spazi dedicati alla stampa.

Oltre a una postazione nella Sala per assistere direttamente ai lavori (di lato alle sedute del pubblico), infatti, la Sala Macconi sarà attrezzata con diretta video e postazioni per i giornalisti in occasione delle sedute del consiglio.

Nuovi impianti di illuminazione, condizionamento e sonorizzazione. La sistemazione dell'assemblea “all’inglese”, al centro della sala, lascia liberi i lati dove sono di nuovo completamente visibili le bifore perimetrali con i gradini contrapposti di accesso alle finestre, mentre tutte le pareti della sala saranno attrezzate per esporre gli arazzi del Bronzino e del Pontormo

Ritornano dopo oltre 100 anni i venti arazzi medicei raffiguranti le storie di Giuseppe Ebreo e realizzati dai più importanti artisti del Rinascimento. Divisi tra Firenze e Roma e poi provvisoriamente riuniti lo scorso anno per la mostra ‘Il Principe dei sogni’, adesso tutti saranno custoditi a Firenze ed esposti a rotazione nella rinnovata Sala dei Duecento.

L’annuncio è arrivato dal sindaco Dario Nardella, in occasione della presentazione del .“Si tratta – ha dichiarato il sindaco Nardella – di un evento di portata storica per Firenze e per l’Italia. In questa sala, che ha visto passare la storia pubblica della città, presentiamo oggi non solo il progetto che integra l’allestimento istituzionale con il percorso museale ma grazie alla collaborazione decisiva del Quirinale e alla disponibilità personale del presidente Sergio Mattarella, possiamo annunciare la decisione di custodire i 20 arazzi delle storie di Giuseppe Ebreo a Firenze al fine di consentirne un’esposizione permanente a rotazione dove originariamente Cosimo dei Medici aveva voluto che fossero esposti”.“Ritorniamo in chiave filologica all’origine della storia di questo patrimonio culturale – ha continuato il sindaco -.

Ringrazio sentitamente il presidente della Repubblica e il Ministero dei Beni culturali. Nelle prossime settimane metteremo a punto le modalità con cui custodire ed esporre questa collezione di arazzi che non esito a definire tra le più importanti al mondo”.

L'intervento, che ha visto la partecipazione di Gucci ed Ente Cassa di Risparmio come main sponsor, con la collaborazione di Mitsubishi, Sauter e Lamm, restituirà la Sala dei Duecento alla fruizione museale, mantenendo nel contempo la storica funzione di sede del consiglio comunale, grazie alla tecnologia impiegata che ha in pratica trasformato lo spazio in una enorme teca da museo al cui interno possono convivere persone ed opere d’arte.“Abbiamo reso alla città di Firenze la Sala dei Duecento trasformata.

L’assetto istituzionale – ha spiegato la presidente del Consiglio comunale Caterina Biti – si integra con la possibilità di fruire di questo luogo per ammirarne la bellezza. La presenza degli arazzi nella sala rende tutto ciò ancora più straordinario e unico. Come consiglieri comunali non possiamo che impegnarci ancora di più nella nostra azione politica per essere all’altezza di tale bellezza e della storia di questa città”.Nuovo è l’impianto audiovideo del consiglio. Il sistema di voto si compone di 50 postazioni di conferenza dotate di funzione votazione tramite chip card, permettendo al consiglio comunale di operare come in passato ma aggiungendo funzionalità ed innovazioni tecniche di ultima generazione, prima fra tutte la gestione digitale dei segnali audio e video, consentendo inoltre sistemi di ripresa e distribuzione video in alta definizione.Scheda tecnica dell’interventoNel 2011 l’Amministrazione ha avviato un piano organico di interventi a Palazzo Vecchio finalizzato alla sua valorizzazione culturale attraverso l’estensione delle condizioni di fruizione pubblica delle architetture storiche e del suo contenuto artistico.Oggi si conclude l’intervento forse più rappresentativo delle strategie perseguite in questi anni che finalmente consentirà di annettere stabilmente al percorso di visita la sala dedicata ad ospitare il Consiglio Comunale, confermandone la funzione istituzionale ma con la dotazione tecnologia di una moderna sala museale, attrezzata per la migliore esposizione del suo eccezionale corredo artistico tessile.La serie degli Arazzi disegnati da Bronzino e Pontormo per la nuova reggia di Cosimo I ed Eleonora, già riunificati dall’esposizione conclusasi nel Febbraio scorso, adesso potranno godere di uno spazio studiato appositamente per consentirne una esposizione periodica ed a rotazione, nel rispetto delle condizioni climatiche e museografiche necessarie per la migliore tutela delle opere d’arte.L’intervento ha preso avvio dallo studio della nuova configurazione planimetrica delle sedute consiliari, ispirata alla esigenza di liberare le pareti laterali, dedicate all’appendimento ed alla fruizione museale dei tessuti.

La funzione istituzionale, parte rilevante del valore storico e documentario dell’ambiente, occupa la parte centrale della sala con una disposizione assembleare “all’inglese”, consentendo un percorso perimetrale di visita dell’architettura e del suo corredo ornamentale e rendendo finalmente fruibile nella sua interezza l’infilata delle bifore perimetrali con i gradini contrapposti di accesso. A tal fine la sala è stata dotata di una complessa attrezzatura impiantistica in grado di soddisfare le esigenze di entrambe le funzioni; quella istituzionale e quella museale.Una nuova cornice tecnologica sotto il soffitto consente di ospitare il sistema di sollevamento dei tessuti e quello di oscuramento delle aperture esterne, oltre a contenere il nuovo sistema di illuminazione del palco ligneo di Giuliano da Maiano.

Al di sotto di questa un binario tecnico, sospeso nel vuoto da cavetti quasi invisibili, sperimentato in occasione della mostra fiorentina di expo 2015, è stato confermato ed integrato con un doppio ordine di corpi illuminanti: uno dedicato agli arazzi e l’altro ai lavori del Consiglio.Gli impianti sono dotati di una gestione domotica che consente l'utilizzo di vari "scenari" a seconda dell'uso della sala (sedute Consiglio, percorso museale, conferenze, ecc..). Il sistema gestisce sia l'impianto di illuminazione, realizzato con corpi illuminanti a tecnologia LED, sia gli impianti per il sollevamento degli arazzi e dell'oscuramento delle finestre, garantendo un controllo costante del livello di illuminamento nel rispetto dei parametri di tutela degli arazzi.

Inoltre la nuova sala del Consiglio è stata dotata di un nuovo impianto audio-fonico.La pedana che ospita gli scranni consiliari riveste tutta la dotazione di climatizzazione della sala, in comune con la sottostante sala d’Arme e sfruttando i cavedi originari aperti nelle volte di quest’ultima. L'impianto di climatizzazione è studiato per raggiungere gli standard richiesti dai musei contemporanei e, soprattutto, dalle esigenze di tutela dei tessuti cinquecenteschi, che richiedono rigorosi parametri di funzionamento quali temperature, umidità, velocità dei ventilatori, direzioni dei getti, comando e stato delle utenze; questi saranno monitorabili da remoto a cura delle professionalità interne alla Direzione Servizi tecnici attraverso il sistema di telecontrollo Sauter ModuWeb-Server. Le sedute ed i banchi del Consiglio sono state selezionati per il design essenziale e le ottime caratteristiche di ergonomicità e collocate in una disposizione studiata per garantire la migliore funzionalità ai lavori del Consiglio.

I rivestimenti sono, invece, ispirati a garantire il carattere architettonico consono al prestigio delle spazio e, al contempo, il massimo livello di neutralità nei confronti delle architetture storiche; così pavimenti e arredi seguono una variazione graduata di ocra mentre gli elementi verticali che si frappongono alla percezione dello spazio sono della medesima colorazione delle pareti laterali della sala.Il sistema di voto si compone di 50 postazioni di conferenza dotate di funzione di votazione tramite chip card, permettendo al Consiglio Comunale di operare come in passato ma aggiungendo funzionalità ed innovazioni tecniche di ultima generazione, prima fra tutte la gestione digitale dei segnali audio e video, consentendo inoltre sistemi di ripresa e distribuzione video in alta definizione.SostenitoriGucciAlla Maison fiorentina si deve non solo una sponsorizzazione di € 228.000,00 finalizzata al riallestimento degli Arazzi all’interno della Sala ma anche la condivisione complessiva ed il sostegno dell’intero progetto di valorizzazione museale della Sala all’interno dell’accordo quadro siglato con l’Amministrazione sulla base del quale il 50% proventi del Museo relativi al 2014 ed al 2015 sono stati destinati a finanziare le opere della sala e quelli del 2016 alla realizzazione della esposizione che ha consentito, dopo 150 anni, la riunificazione della collezione di tessuti.Ente Cassa di Risparmio di FirenzeAlla Fondazione si deve una erogazione liberale di € 300.000 dedicata al fondamentale intervento di riqualificazione museale della dotazione impiantistica della sala, necessario a raggiungere i parametri climatici di temperatura, umidità ed illuminazione obbligatori per l’esposizione dei tessuti all’interno della SalaSauter Italia SpaAlla ditta Svizzera si deve una sponsorizzazione si € 27.000,00 dedicata alle apparecchiature telematiche per il controllo microclimatico del Salone e l’impianto di supervisione.Mitsubischi Electric Europe BVAll’Azienda si riconosce l’eccezionale trattamento economico riservato all’Amministrazione in sede di fornitura delle apparecchiature interne ed esterne dedicate alla climatizzazione estiva ed invernale della Sala.Lamm ParmaLa Ditta selezionata per la realizzazione degli scranni consiliari ha integrato la sua commessa, senza ulteriori oneri rispetto a quelli pattuiti, con la fornitura di 36 nuove sedute per il pubblico.Gruppo Fallani, Venezia, Opere di Allestimento ArazziBencistà Giuseppe, Firenze, Impianti di climatizzazioneTecnoproject, Firenze, Impianti elettrici e di illuminazioneBiagiotti e Bertini, Firenze Realizzazione Pedana e rivestimenti sala consiliareAvutec, Firenze, Impianti video e medialiNenci e Scarti, Firenze Opere di FabbroTao Everest, Treviso, tende tecniche/sistemi appendimento arazzi Notizie storiche sulla Sala dei Duecento e sul ciclo di arazzi con storie di Giuseppe ebreoPosta nel nucleo originario di Palazzo Vecchio risalente ai primi anni del XIV secolo, l’ampia sala fu costruita per ospitare le riunioni del Consiglio fiorentino.

Questa sua antica funzione la rende uno dei luoghi più rappresentativi della storia di Firenze. Detta in origine Sala del Popolo o del Comune, assunse l’attuale denominazione nel XVI secolo, quando il duca Alessandro de’ Medici riformò il Consiglio portando a duecento il numero dei suoi componenti.In antico vi si accedeva con una scala dal cortile oggi detto di Michelozzo ed era dotata di un recesso separato per gli scrutini, chiamato «segreto», di una tribuna per la Signoria e le magistrature e di un altare, dal quale proviene verosimilmente la celebre Pala degli Otto di Filippino Lippi (1486) attualmente nella Galleria degli Uffizi.Nell’ottavo decennio del Quattrocento Giuliano da Maiano e i suoi collaboratori vi realizzarono il magnifico soffitto ligneo a lacunari intagliati, con rosoni circondati da gigli angioini e un fregio ornato da ghirlande e scudi recanti le tradizionali insegne della città.

In quegli anni la stessa rinomata bottega di legnaioli e scultori realizzò nel palazzo anche i soffitti dorati delle soprastanti sale dei Gigli e delle Udienze.Durante i due periodi repubblicani del 1496-1512 e 1527-1530, il Consiglio, essendo stato notevolmente ampliato, si riunì nella nuova grande aula che per esso era stata costruita, l’attuale Salone dei Cinquecento, e la «sala vecchia» venne utilizzata per le adunanze del Senato degli Ottanta.L’antica funzione della sala, ripristinata da Alessandro de’ Medici, passò in secondo piano quando il successore Cosimo I, salito al potere nel 1537, accentrò su di sé gran parte delle prerogative decisionali del Consiglio.

Trasferitosi a Palazzo Vecchio nel 1540, il duca Cosimo de’ Medici scelse per il suo appartamento proprio le stanze adiacenti alla Sala dei Duecento e cinque anni dopo commissionò il famoso ciclo di arazzi con Storie di Giuseppe ebreo per adornarla sontuosamente. All’epoca vi erano solo due porte, una nel lato breve senza finestre, in una posizione diversa rispetto all’attuale accesso, e l’altra nella parete confinante con l’appartamento del duca.Nella breve stagione dei moti liberali del 1848 la sala tornò al centro della vita politica della città come aula del Senato, ma solo dopo la cessione del palazzo al Comune, nel 1872, poté riacquistare la funzione, che svolge ancora oggi, di sede delle adunanze del Consiglio fiorentino.Gli arazzi con Storie di Giuseppe ebreoIl celebre ciclo di venti arazzi con Storie di Giuseppe fu realizzato tra il 1545 e il 1553 per adornare le pareti della Sala dei Duecento in Palazzo Vecchio.

Raro esempio di ciclo tessile del XVI secolo interamente conservato, è considerato uno dei capolavori di questo genere di arte, il primo e il più importante tra quelli prodotti dall’arazzeria che Cosimo I de’ Medici aveva istituito proprio nel 1545 chiamando a Firenze due rinomati maestri fiamminghi, Jan Rost e Nicholas Karcher.A commissionare il ciclo fu lo stesso duca Cosimo che da cinque anni risiedeva a Palazzo Vecchio. Deciso a dimostrare che poteva competere con le più importanti corti europee anche in questo campo, ne affidò l’ideazione ad alcuni dei maggiori artisti attivi a Firenze, esponenti di spicco del Manierismo: sedici furono disegnati da Bronzino, ritrattista di corte e in Palazzo Vecchi autore della decorazione della Cappella di Eleonora, tre da Pontormo e uno da Francesco Salviati, al quale si devono, nel medesimo palazzo, gli affreschi della Sala delle Udienze.

Nove vennero tessuti da Rost e undici da Karcher.Gli arazzi rappresentano le vicende del patriarca Giuseppe narrate nel Vecchio Testamento (Genesi, 37-50), secondo l’interpretazione del De Josepho di Filone (I sec. d.C.) e di altre fonti. La scelta del soggetto fu dettata dal fine celebrativo di paragonare le doti e conquiste del personaggio biblico a quelle del duca Cosimo. Giuseppe, figlio minore di Giacobbe, inviso ai fratelli e perciò da questi venduto come schiavo, entrò nelle grazie del faraone d’Egitto per le sue doti divine e una volta divenuto potente, perdonò coloro che lo avevano tradito offrendo asilo a tutta la famiglia.

Così i Medici, cacciati dai concittadini, avevano poi riconquistato il potere e la dignità, arrivando infine con Cosimo a governare con clemenza e portare prosperità al loro stato.I venti arazzi, nelle occasioni in cui venivano appesi nella Sala dei Duecento, ne coprivano tutte le pareti, comprese quelle con le finestre, per una superficie di quasi 450 metri quadri. Le grandi dimensioni e soprattutto le straordinarie altezze sono tra le peculiarità di questo ciclo, insieme alla rara preziosità delle trame, che uniscono alla lana quantità notevoli di costosi filati in seta e in argento parzialmente dorato.Negli anni di Firenze capitale d’Italia (1865-1871) dieci dei venti arazzi furono trasferiti nella residenza reale di Palazzo Pitti da dove poi passarono al Palazzo del Quirinale a Roma.

I rimanenti dieci nel 1872-1873 furono riappesi nella Sala dei Duecento in Palazzo Vecchio e qui restarono finché nel 1983 si decise di rimuoverli per rimediare ai danni causati dalla prolungata esposizione.Oggi vengono esposti a rotazione per brevi periodi, dopo un lungo e complesso restauro durato fino al 2012 e condotto contemporaneamente su entrambe le serie, dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze per quelli delle Gallerie fiorentine in deposito al Comune, dal Laboratorio del Quirinale per quelli di proprietà della Presidenza della Repubblica.Lo scorso anno il ciclo è stato riunito per la prima volta dopo un secolo e mezzo con la mostra itinerante “Il Principe dei sogni.

Giuseppe negli arazzi medicei di Bronzino e Pontormo” che in occasione di Expo2015 si è tenuta prima nel Palazzo del Quirinale a Roma, poi nel Palazzo Reale a Milano e infine, dal settembre 2015 al febbraio 2016, nella Sala dei Duecento in Palazzo Vecchio.In occasione dell’inaugurazione del nuovo allestimento della Sala dei Duecento, saranno temporaneamente esposti i seguenti due arazzi, selezionati tra i dieci che si conservano nella Sala delle bandiere di Palazzo Vecchio:15. Giuseppe si fa riconoscere dai fratelli e congeda gli Egizianidisegno e cartone di Agnolo Bronzino, tessitura di Nicolas Karcher1550-1553cm 557 x 283Firenze, Gallerie degli UffiziAllora Giuseppe non poté più contenersi e gridò: «Fate uscire tutti dalla mia presenza!».

Così non restò nessuno presso di lui, mentre Giuseppe si faceva riconoscere dai suoi fratelli. Ma diede in un grido di pianto e tutti gli Egiziani lo sentirono e la cosa fu risaputa nella casa del Faraone. Giuseppe disse ai fratelli: «Io sono Giuseppe, il vostro fratello che voi avete venduto per l’Egitto».(Genesi 45: 1-4)16. Giuseppe perdona i fratellidisegno e cartone di Agnolo Bronzino, tessitura di Nicolas Karcher1550-1553cm 573 x 457Firenze, Gallerie degli UffiziGiuseppe aggiunse: «Ora non vi rattristate e non vi crucciate per avermi venduto quaggiù, perché Dio mi ha mandato qui prima di voi per conservarvi in vita.

Dunque non siete stati voi a mandarmi qui ma Dio ed Egli mi ha stabilito padre per il Faraone, signore su tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d’Egitto». «Affrettatevi a salire da mio padre e ditegli: Dice il tuo figlio Giuseppe: vieni quaggiù presso di me e non tardare. Abiterai nel paese di Gosen e starai vicino a me tu, i tuoi figli e i figli dei tuoi figli, i tuoi greggi e i tuoi armenti e tutti i tuoi averi».(Genesi 45: 5, 8-10)

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