Novoli, arriva la Casa della Carità: oltre 6 milioni per 2800 metri

Sei milioni di Euro per costruirla: 2.800 metri quadrati dei quali 1.400 coperti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 gennaio 2015 14:38
Novoli, arriva la Casa della Carità: oltre 6 milioni per 2800 metri

Il primo gesto verso l’ormai prossimo appuntamento del V Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze (9-13 novembre 2015) è una realizzazione concreta e permanente in aiuto delle fasce più deboli della popolazione. Si è identificata una periferia, quella di Novoli - il quartiere più popoloso in assoluto e quello con la più alta incidenza di anziani - per venire incontro alla carenza di servizi e di housing sociale. Tre i soggetti coinvolti: la Conferenza Episcopale Italiana che devolverà allo scopo due milioni e cinquecentomila euro, l’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che donerà altrettanti due milioni e cinquecentomila euro e l’Arcidiocesi di Firenze che destinerà all’iniziativa un milione e cinquecentomila euro.

L’obiettivo è costruire la ‘Casa della carità’, presentata stamani nella sede della Curia arcivescovile di Firenze, per venire incontro ad anziani soli ed autosufficienti. In concreto, si tratta di realizzare un condominio solidale destinato a servizi per persone svantaggiate e in disagio sociale del quartiere e per attività socio-assistenziali, non senza un previo accordo con le autorità pubbliche e il dipartimento Urbanistica e di Edilizia del Comune di Firenze.

Il condominio solidale (2.800 metri quadrati dei quali 1.400 coperti) prevede di ospitare una Comunità di Suore (5-6) a cui verrà affidata la cura e il coordinamento dei servizi previsti; un Centro diurno per anziani autosufficienti con annessa mensa che consentirebbe di offrire attività sociali agli anziani del quartiere; 18 mini appartamenti destinati a singoli (14) o a coppie (6) di anziani autosufficienti (max 26 posti) in accordo con i servizi sociali; un Centro di accoglienza per emergenze abitative e migratorie per 50 persone; un luogo di aggregazione per bambini o ragazzi che potrà essere un asilo o un doposcuola.

L’intervento prevede, inoltre, lo spostamento nella 'Casa' dell’attuale Mensa del Quartiere 5 per la quale esiste una convenzione apposita con il Comune di Firenze e che, al momento, è ospite nei locali di via Baracca adiacente alla mensa più ampia e storica della Caritas.

L’inizio dei lavori è previsto per le prossime settimane, mentre la conclusione è ipotizzata per fine 2016. L’edificio sul fronte di via Corelli, che ospiterà il condominio solidale, verrà realizzato entro la fine di quest’anno. In pratica, il Convegno di Firenze si avvierà quando i lavori saranno già partiti e poco dopo la sua celebrazione il nuovo spazio abitativo sarà realizzato. Il convegno è dunque il momento centrale di una azione che, nel mostrare la rilevanza sociale della fede, lascia percepire la concretezza dell’umanesimo che trasforma il vivere quotidiano.

Infatti, ripensare l'abitare è fondamentale in un tempo dove l'individualismo spinto si è iscritto anche nella fisicità dei nostri ambienti e nelle architetture delle nostre città, soprattutto delle periferie, avvilite da progetti fallimentari di ingegneria sociale, spesso ridottisi a costruzione di spazi di stoccaggio di una umanità indesiderata nei centri storici da riqualificare. Fin dalle 'unità di abitazione' e dalla casa come 'macchina per abitare' di Le Corbusier, il modello taylorista ed efficientista della fabbrica si è esteso, snaturandolo, all'ambito dell'abitare.

La sfida di oggi è liberarci da un dato per scontato che si rivela sempre più inadeguato, e immaginare nuove forme dell'abitare dove l'umano in relazione sia alla base della progettualità abitativa. La vulnerabilità non va vista solo nel suo lato di criticità, che richiede assistenza, ma anche nel suo essere possibile risorsa, che apre nuove possibilità di relazione e nuove energie da investire in una migliore qualità della vita.

“Il Convegno di Firenze - ha dichiarato il Segretario generale della Cei Monsignor Nunzio Galantino - è già iniziato. Non solo grazie alla serie dei contributi provenienti da tutta Italia e che raccontano esperienze di umanesimo concreto. Ma anche grazie alla realizzazione della Casa della Carità nella periferia di Novoli a Firenze che aiuta a svecchiare l’immagine di ‘convegno’ e a dare l’esatta percezione di questo importante appuntamento dei cattolici italiani: inventare forme nuove del vivere insieme, ispirate dal Vangelo. Anche la stessa dinamica dell’abitare cambia di segno se c’è di mezzo l’umanità che Gesù Cristo ci ha svelato”.

"Sono molto lieto - ha osservato a sua volta l'Arcivescovo di Firenze Cardinale Giuseppe Betori - che il Convegno ecclesiale inizi per Firenze con l'avvio di questa struttura che va a toccare due aspetti emergenti della marginalità oggi: l'abitazione e l'età anziana. Appare particolarmente significativo e, per così dire, in controtendenza poter offrire spazi di vita in una società che è molto attenta ad allargare gli spazi del consumo, ma è poco attenta agli spazi di vita e di relazione, come pure poter dare risposte a persone che per l'età avanzata non sono più 'produttive' per una società che valuta solo sul rendimento produttivo e sulle capacità di consumo.

È questo un segno concreto della visione dell'umano che trae dal Vangelo i suoi criteri fondanti ed è capace di mostrare una strada di piena umanizzazione per tutti. Ne dobbiamo essere grati alla Conferenza Episcopale Italiana e all'Ente Cassa di Risparmio di Firenze che, con i loro decisivi contributi, renderanno possibile la realizzazione di quest'opera".

'’Mi piace sottolineare - ha dichiarato infine il Presidente dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze Umberto Tombari - la lungimiranza della nostra istituzione e della Diocesi nei confronti delle periferie che, già nel 2002, hanno sostenuto la nascita del complesso polifunzionale in via Salviati a Sesto Fiorentino e, nel 2006, della Meridiana a Scandicci. L’intento di allora, che oggi assume una valenza ancora più forte, era di creare alcune strutture satellite ai margini della città per permettere di aiutare quella fascia di popolazione più disagiata che si trova a soffrire soprattutto la carenza di servizi e di strutture.

La realtà che presentiamo oggi e che segna una felice collaborazione, oltrechè con la Diocesi, con la Conferenza Episcopale Italiana, si colloca in questo contesto e vuole anch’essa raggiungere il disagio dove esso si manifesta. Potrei dire che è la solidarietà che va verso coloro che ne hanno bisogno e non viceversa, secondo un processo che l’Ente Cassa persegue fin dalla sua costituzione e che vede destinare quest’anno al comparto dell’ emergenza sociale l’importo più alto tra i settori di riferimento: sono complessivamente 10 milioni di euro, pari al 39% delle erogazioni complessive che sono di 26 milioni di euro.

Una risposta chiara e inequivocabile alla crescente domanda che ci viene rivolta dal territorio e alla quale non possiamo non rispondere con tutte le nostre energie. Mi piace in questa sede ricordare gli altri progetti che condividiamo con la Caritas: la partecipazione al fondo di microcredito per prestiti a famiglie in difficoltà, il sostegno alla ‘Mensa dei poveri’ in Piazza Santissima Annunziata, l’aiuto al Centro Stenone, una preziosa struttura che assicura assistenza sanitaria agli extracomunitari non aiutati dal Servizio Sanitario Nazionale’’.

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