"Non dimentichiamo le patologie no Covid"

Sanità, il vicepresidente del Consiglio regionale Scaramelli su Pronto soccorso, malattie tempo dipendenti, personale sanitario da tutelare

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 novembre 2020 16:42

"E' giusto e corretto che in questo momento la massima attenzione sia nei confronti dell’emergenza Covid ma non possiamo dimenticare le altre emergenze. Dobbiamo garantire a chiunque la risposta veloce e importante dei Pronto Soccorso, difendere la nostra sanità nel suo complesso, consentire l'attività chirurgica delle sale operatorie. Gli stessi diritti e la stessa possibilità di accesso alle cure ai cittadini di ogni luogo della Toscana". A dirlo Stefano Scaramelli, vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, che punta l'accento sulle patologie tempo dipendenti e le neoplasie.

"Purtroppo dovremo vivere in questa situazione altri mesi ed è impensabile trascurare le malattie non Covid – dice Scaramelli -. Le segnalazioni che ho ricevuto in questi giorni sono preoccupanti. Non vorrei che per colpa del Covid si iniziasse a morire di altre malattie che invece potrebbero essere affrontate e curate. Ictus, infarti, penso alle zone rurali in cui l'accesso ai servizi è più distante rispetto alle grandi città. Dobbiamo a tutti i costi riuscire ad occuparci di tutte le questioni. Dalla gestione del Covid e quella delle altre malattie che possono essere esiziali".

La proposta di Scaramelli per gestire le patologie Covid e no Covid è di istituire dei Commissari che coadiuvino la presa in carico dei pazienti, supportando le aziende sanitarie impegnate costantemente nella gestione della pandemia. "La governance sanitaria è tutta concentrata sul Covid. La mia proposta è creare – continua Scaramelli - un commissario Covid nei territori in modo da liberare risorse per le altre attività. Anche medici e operatori devono essere divisi fra i due ambiti e chi si trova a operare in un settore non proprio, come accade ormai spesso, deve essere tutelato".

Per la tutela dei professionisti della sanità secondo Scaramelli è necessario: "Lo scudo penale ai medici soprattutto quando, con un ordine di servizio, vengono chiamati a fare cose a cui non sono abituati ed eliminare l'imbuto formativo delle scuole di specializzazione".

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