"No contratti pirata": sentenza del Tribunale di Firenze su un appalto all'Hotel Minerva

La Filcams Cgil: “Riconoscimento importante, la sentenza serva da monito, va ridata dignità al lavoro e va combattuto il dumping contrattuale”. Lettera di Samb, operaio della Superlativa, al Sindaco di Prato. Fattori (Sì): “Regione chieda ritiro multe. Parlamentari e consiglieri sfilino il 18 gennaio"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 gennaio 2020 08:32

E' stata pubblicata giovedì la sentenza con la quale il Tribunale di Firenze ha dato ragione a dieci lavoratori impiegati nell'appalto di pulizie e facchinaggio presso il Grand Hotel Minerva di Firenze, riconoscendo loro le differenze retributive tra il Contratto nazionale "pirata" a loro applicato (Contratto nazionale Turismo cooperative Facility Management) e il Contratto nazionale del Turismo sottoscritto dalle organizzazioni sindacali e datoriali "comparativamente più rappresentative nella categoria". Il Tribunale ha condannato la cooperativa dell’appalto al pagamento di queste differenze retributive nei confronti dei lavoratori (circa alcune migliaia di euro euro a testa).

Si tratta di un riconoscimento importante non solo per i dieci lavoratori ma anche per chi li ha sostenuti e assistiti cioè la Filcams Cgil di Firenze, che da anni porta avanti la battaglia ai Contratti nazionali "pirata" nel settore delle strutture ricettive alberghiere ed in particolare negli appalti delle stesse. La Filcams Cgil di Firenze si augura che questa sentenza serva da monito per le associazioni di rappresentanza di questo settore affinché le dinamiche del lavoro non siano affidate alla Magistratura, ma ad una normale e fisiologica dialettica tra le parti sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative nella categoria.

Da questo punto di vista occorre che il confronto che si è avviato in città anche con le istituzioni possa giungere alla determinazione di accordi che riconoscano le applicazioni contrattuali legittime. In un settore importante come quello del Turismo a Firenze occorre insomma dare finalmente dignità al lavoro, e al contempo metter fine al fenomeno del dumping contrattuale che determina la concorrenza sleale tra le imprese.

Una lettera, scritta da Samb Papa, operaio e delegato Si Cobas della tintoria Superlativa chiede conto del silenzio del sindaco Biffoni sulla vicenda delle multe indirizzate agli operai in sciopero in conseguenza dei Decreti Salvini. Anche per il Sindaco gli operai che stanno denunciando lo "sfruttamento" sono un problema? Sono passati ormai sei mesi da quando il sindacato Si Cobas ha richiesto per la prima volta a Matteo Biffoni un incontro senza ricevere nessuna risposta. Perciò il delegato della Tintoria Superlativa ha deciso di rompere il silenzio delle istituzioni, dato che il 18 gennaio scenderanno in piazza per una marcia sindacale insieme a decine di associazioni e realtà del territorio.

Arriva in Consiglio regionale la mozione di Sì -Toscana a Sinistra nella quale si esprime solidarietà agli operai della tintoria Superlativa e alle altre persone sanzionate. La mozione impegna la Giunta Regionale ad attivarsi presso la Prefetta di Prato, dottoressa Scialla, e presso il Ministero degli Interni, per ottenere l’immediato ritiro delle multe ai lavoratori in sciopero e a chi solidarizzava con loro, fra cui due studentesse. Si chiede inoltre alla Giunta di attivarsi presso il Governo nazionale perché siano cancellati i due decreti sicurezza firmati da Salvini, ora convertiti in legge, che sono all’origine delle multe contro gli operai che stavano scioperando contro sfruttamento e illegalità.

“Ci troviamo davanti al mostruoso paradosso per cui vengono puniti e multati non gli sfruttatori che evadono norme e fisco ma i lavoratori che scioperano contro sfruttamento e illegalità. Di questo dobbiamo ringraziare prima di tutto l’ex ministro Salvini”, dichiara Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra in Consiglio regionale. “Sicurezza, per noi, significa assicurare il rispetto dei diritti fondamentali all’interno di tutti i luoghi di lavoro, compresi i capannoni industriali del distretto pratese”. “L’attività della tintoria Superlativa è stata sospesa più volte, nel corso del tempo, a causa dell’accertato ricorso al lavoro nero ed altre irregolarità, compresi turni massacranti, indennità non riconosciute e ritardi nei pagamenti.

La prefettura, la questura e le istituzioni dovrebbero usare mezzi ed energie per contrastare e sanzionare efficacemente lavoro nero, lavoro grigio, evasione del contratto nazionale di categoria, turni di dodici ore al giorno per sette giorni la settimana, negazione di diritti elementari come quelli alla malattia e alle ferie, paghe da fame che in molti casi non superano i 1000 euro mensili e non per comminare 84 mila euro di multa a chi subisce e patisce tutto questo, oltretutto dopo essere da 7 mesi senza stipendio”, prosegue Fattori. “In questa situazione, prefettura e questura di Prato dovrebbero scusarsi con i lavoratori, costretti a scioperare per ottenere il rispetto di elementari diritti che le istituzioni avrebbero il dovere di assicurare e garantire, non certo multarli”, continua Fattori.

“Come è grave il tentativo di limitare l’attività sindacale di Luca Toscano e Sarah Caudiero, i due sindacalisti del Si Cobas che stanno seguendo la vertenza e che mesi fa ricevettero due fogli di via obbligatori da parte della questura di Prato”. “La Regione Toscana deve schierarsi senza se e senza ma a fianco degli operai e chiedere alla Prefetta Scialla e al Ministero degli Interni l’immediato annullamento delle multe. E dobbiamo esigere dal Governo nazionale la cancellazione dei decreti sicurezza voluti da Salvini, ora convertiti in legge.” “Il 18 gennaio - conclude Fattori - è stata indetta a Prato una manifestazione per chiedere il ritiro delle multe, ovviamente noi consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra ci saremo e faccio appello ai colleghi parlamentari, consiglieri regionali e comunali perché siano presenti, non possiamo lasciare soli questi lavoratori né accettare che venga limitato il diritto allo sciopero o che venga colpito chi denuncia condizioni di sfruttamento sul lavoro”.

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