Nei sogni di Luca Macchi, tra Orfeo e Morfeo

Sino al 29 settembre 2020, alla Sala Esposizioni dell’Accademia delle Arti del Disegno in Via Ricasoli a Firenze

Antonella
Antonella Cimmino
06 settembre 2020 07:32
Nei sogni di Luca Macchi, tra Orfeo e Morfeo

Da sempre, la Toscana ha sfornato eccelsi artisti molto diversi tra loro per ambito, stile, personalità e background. E tra di loro, sicuramente emerge il nome di Luca Macchi.

Sino al 29 settembre 2020 all'Accademia delle Arti del Disegno, possiamo conoscere ed approfondire il talento di questo artista originario di San Miniato grazie alla mostra “Nel tempo del sogno”, in cui è esposta una collezione di sue opere molto evocative, quasi metafisiche. La mostra gratuita è uno sprazzo d’Arte accessibile a tutti.

Lo spazio espositivo è contiguo all’Accademia di Belle Arti dove ha studiato Luca Macchi. E nel 1986, nel chiostro del Convento di San Marco (dirimpetto al suddetto spazio espositivo, appunto), l’artista presentò il suo primo ciclo pittorico, dedicato a Girolamo Savonarola.

A dare il benvenuto ai visitatori, ieri pomeriggio, in occasione dell’inaugurazione dell’esposizione artistica “Nel tempo del sogno”, nomi di spicco come Cristina Acidini (Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze), Andrea Granchi (Presidente della classe di pittura), Nicola Micieli (curatore della mostra), Antonio Guicciardini Salini (Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato, Istituzione di diritto privato a scopo benefico) e ovviamente, Luca Macchi in persona.

La mostra di Macchi trasmette un vivo surrealismo, miscellanea di immagini oniriche seppur con elementi fermamente reali. “Nel tempo del sogno” vi porterà all’interno dell’immaginazione dell’artista facendovi letteralmente guardare con i suoi occhi. Foglie gemmate, volti, cipressi toscani, corone floreali, parole, sottosuolo, vedute paesaggistiche che sembrano intrappolate in un tempo fermo… Sono solo alcuni dei tipici elementi che Macchi introduce in questa collezione che sembra provenire direttamente da un luogo fuori dal tempo, mai visto eppur a tratti intimo ed inspiegabilmente familiare.

I volti rappresentati riportano del fogliame sugli occhi e sul capo, evocando proprio quel distaccamento dalla realtà, dal razionale, da qualcosa di terreno. Difatti, durante il sonno, occhi e ragione restano in standby, la persona non vede e non pensa. Non meno affascinanti i lavori realizzati in grafite, come accattivante è la scelta di lavorare su forme irregolari, asimmetriche, giustapposte, insomma lontane dal convenzionale rettangolo. Perché di convenzionale, in questa collezione c’è veramente poco.

Ed è per questo che merita una visita, ma anche due e tre. Perché ogni opera, osservata in circostanze diverse, narra racconti diversi. Lasciamo che l’artista ci prenda per mano, per guidarci all’interno di una dimensione che non potremmo conoscere se non ad occhi chiusi.

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