Nardella al ministro: "Per i bambini chiusi in casa da un mese va trovata una soluzione"

Coronavirus, il sindaco di Firenze torna su un tema bollente e lancia un appello al governo nazionale. "Occorre garantire la salute di tutti ma anche l'equilibrio psico-fisico dei più piccoli va salvaguardato. Spero che Lamorgese possa dare una indicazione a tutto il territorio". Regione, circolare sui gravi disabili intellettivi

Redazione Nove da Firenze
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31 marzo 2020 14:22
Nardella al ministro:
immagine da Agenzia Dire

(DIRE) Firenze, 31 mar. - "Scendere sotto casa per prendere un po' d'aria credo sia un diritto anche dei bambini. Sono il primo a dire che bisogna stare a casa il più possibile, ma se penso a dei bimbi che abitano in un piccolo appartamento, senza un giardino o un terrazzino, chiusi da quasi un mese, allora da padre mi chiedo se non abbiano diritto a prendere qualche mezz'ora sul marciapiede sotto casa e poi rientrare. Credo che sia un fatto di buonsenso, soprattutto se il bambino è accompagnato da un solo genitore, senza avere contatti con nessuno".

Lo spiega il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che torna sul tema sollevato da molte famiglie con bimbi piccoli, in questi giorni segnati dall'emergenza coronavirus e dalle misure restrittive per non diffondere il contagio. "Due giorni fa- aggiunge- ne ho parlato direttamente con la ministra Lamorgese. L'ho trovata molto sensibile e attenta a questo tipo di esigenza". Per questo "auspico davvero che possa dare un'indicazione a tutto il territorio".

Detto questo, precisa, la situazione "non deve essere strumentalizzata". Avere figli, in sostanza, "non significa andare in giro a passeggiare come e quando si vuole. Sappiamo che attività ludiche sono vietate e che non si può uscire per motivi futili". Tuttavia, ribadisce, "per i bambini chiusi in casa da un mese si deve trovare una soluzione che garantisca la salute di tutti", compreso "l'equilibrio psico-fisico" dei più piccoli. "Non dobbiamo solo pensare ai nostri anziani, ma anche ai nostri bambini". (Dig/ Dire)

Persone con gravi forme di disabilità intellettiva possono uscire di casa, ma nel rispetto obbligatorio di determinate regole. E’ quanto si precisa in una Circolare regionale inviata, ieri, a prefetti, asl e associazioni, a firma dell’assessore alla salute Stefania Saccardi. La Circolare fornisce alcune indicazioni sulle uscite e gli spostamenti delle persone con gravi disabilità intellettive, disturbi dello spettro autistico e/o patologie psichiatriche ad elevata necessità di supporto, al fine di prevenire e gestire emergenze comportamentali. Le uscite saranno, dunque, consentite solo con l’assistenza di un accompagnatore, limitate allo stretto necessario e nel rispetto delle misure di prevenzione raccomandate (distanza interpersonale, utilizzo di dispositivi di protezione individuale).

“Fatto salvo il rispetto delle norme attualmente in vigore per il contenimento dell’epidemia su tutto il territorio regionale e da parte di chiunque - chiarisce l’assessore Saccardi - abbiamo ritenuto opportuno disciplinare le uscite e gli spostamenti di queste persone che, senza le attività sociali, scolastiche e riabilitative a cui sono abituati, possono scivolare verso stati d’ansia, di iperattività o di agitazione emotiva, che possono mettere in pericolo la loro incolumità e quella dei loro conviventi. Le uscite potranno esserci solo a determinate condizioni, che vanno assolutamente rispettate”.

Riguardo all’accompagnatore la Circolare precisa che “avrà cura di portare con sé l’apposita autocertificazione dello stato di necessità, prevista dalla attuale normativa, e una specifica certificazione da richiedere al medico specialista di riferimento (neuropsichiatra infantile o psichiatra o specialista della riabilitazione) che indichi la necessità di effettuare brevi uscite nell’ambito del Comune di residenza”.

Resta fermo il divieto assoluto di muoversi dalla propria abitazione - sia per la persona interessata che per l’accompagnatore - in presenza di una sintomatologia febbrile e/o respiratoria, in caso di positività al virus o se si è in quarantena domiciliare.

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