Multiservice: chi controlla il controllore?

Un'incredibile sequenza di coincidenze e omonimie rischia di associare l'affidataria del servizio pubblico del Comune di Firenze alle stagioni di Tangentopoli e di Licio Gelli

Nicola
Nicola Novelli
31 ottobre 2015 17:55
Multiservice: chi controlla il controllore?

FIRENZE- Questa settimana Nove da Firenze si è occupato degli impianti di riscaldamento delle abitazioni e in particolare degli obblighi legati alla manutenzione delle caldaie. Abbiamo scritto che il Comune di Firenze affida il servizio di censimento e verifica degli impianti termici sul territorio comunale (ai sensi dell'art. 31 comma 3 della L. 10/91) mediante appalto a una società esterna. Dal 2011 il servizio è affidato alla Multiservice SpA, che si è aggiudicata la gara con un'offerta di € 3.196.477,44. L'appalto scadrà nei prossimi mesi e i sindacati sono già preoccupati per il destino lavorativo dei 13 dipendenti fiorentini, che nei giorni scorsi hanno manifestato davanti all'Assessorato all'Ambiente.

La Multiservice effettua le ispezioni sugli impianti termici anche per il Comune di Monza, la Provincia di Varese, le Città metropolitane di Bologna e Roma, e assicura i servizi archivistici, di protocollazione, di gestione informatizzata delle richieste di intervento tecnico, di inserimento dati e di supporto a strutture dipendenti dalla Giunta regionale della Liguria.

Di chi è questa Società per azioni? I più credono si tratti di una municipalizzata genovese. Invece il Comune di Genova ha ceduto il 35% delle azioni che deteneva con un'asta pubblica nel 2010.

Di chi è allora la Multiservice? Dal sito ufficiale non si capisce granché. C'è scritto che è società leader nel servizi di ispezione per gli impianti termici, che negli anni ha ampliato i campi di attività in una gamma di servizi che vanno dal settore archivistico alla formazione e i servizi integrati a imprese ed enti pubblici, che i valori etici, professionali e di business sono insiti nel personale e nel management aziendale. Nessuna informazione sul fatturato, sull'organico e sul Consiglio di Amministrazione.

Nove da Firenze si è procurato una visura camerale. Vi si evince che la sede legale è ancora a Genova (altri uffici a Firenze, Monza, Roma e Savona), il fatturato nel 2014 ammontava a € 4.175.995, prodotto da 79 dipendenti (fonte INPS). Le azioni della Società sono così ripartite tra i proprietari: il 63,00% è di Msc Partecipazioni e Servizi Srl, il 22% del Consorzio Abaco, una Srl costituita nel 2002 da Legacoop Liguria, oltre a due quote del 7,5% che afferiscono a due privati, il 66enne Michele Fossa e il 52enne Guido Massari. Entrambi si ritrovano nel Consiglio di amministrazione, rispettivamente con il ruolo di Presidente e di consigliere. Chi sono?

Michele Fossa è un ex candidato del PD genovese, secondo il quotidiano La Repubblica tra i fondatori del "Comitato Sanità per Matteo Renzi", negli anni '80 assessore regionale per il Partito Socialista Italiano nella giunta guidata da Alberto Teardo, caduta sotto i colpi delle inchieste giudiziarie all'epoca di Tangentopoli. Sia il nome di Teardo, che quello di Fossa risultavano negli elenchi degli iscritti alla Loggia Propaganda 2, ritrovati dalla Guardia di Finanza nel 1981 nella villa di Licio Gelli a Castiglion Fibocchi. Alla P2 apparteneva anche il padre di Michele, il senatore del PSI Franco Fossa, tra l'altro sottosegretario ai Lavori Pubblici, e cognato di Guido Grillo, in anni recenti assessore provinciale di Genova per Forza Italia.

Per pura coincidenza negli elenchi della Loggia massonica di Gelli c'era un altro deputato del PSI (ex socialdemocratico), il milanese Renato Massari. Certo un caso di omonimia con Guido Massari, consigliere di amministrazione della Multiservice, come omonimo è Paolo Massari, l'ex consigliere comunale PdL nella giunta di Letizia Moratti.

Le fortuite coincidenze che perseguitano la Multiservice non finiscono qui. L'on. Massari fu sotto i riflettori della cronaca all'epoca di Tangentopoli per il suo ruolo di consigliere di amministrazione della municipalizzata AEM. In quel consiglio di amministrazione sedeva anche il 76enne romano Maurizio Cassella, Amministratore delegato della Multiservice, a fianco del consigliere Stefano Cassella, 50enne romano.

Ripetiamo, si tratta solo di sfortunate coincidenze. Ma per impedire che una incredibile sequenza di omonimie finisca per far credere che la giunta comunale di Matteo Renzi abbia potuto affidare un appalto pubblico a una società il cui consiglio di amministrazione può venire associato a Tangentopoli e Licio Gelli, sarebbe opportuno che il sindaco Nardella dissipasse pubblicamente ogni stupido malinteso.

Anche per non consentire ai malpensanti di battere la grancassa dei luoghi comuni, sostenendo che l'economia italiana è condizionata da rapporti personali, che finiscono per favorire i soliti amici, o frequentatori di partito, in danno della libera intrapresa. Cosa che tenderebbe per far assomigliare il nostro paese all'ex Unione Sovietica, dove spesso gli ex gerarchi del Partito comunista sono oggi i padroni, direttamente o con presta-nome, delle migliori aziende russe.

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