Multinazionali a Firenze: più lavoro, se investire fosse facile

Servivano i 'facilitatori' per aprire un canale di Comunicazione tra Economia e Politica

Antonio
Antonio Lenoci
30 giugno 2016 14:20
Multinazionali a Firenze: più lavoro, se investire fosse facile

La Città Metropolitana di Firenze ha fatto una grande scoperta che rischia di rivelarsi un successo: per attrarre investimenti e creare posti di lavoro occorre far dialogare Economia e Politica.Il sindaco Dario Nardella ha voluto creare un tavolo che accogliesse le richieste avanzate, ma inascoltate per anni, di alcune aziende selezionate in base soprattutto alla forza lavoro impiegata e non solo sulla base dei fatturati.Palazzo Vecchio ha quindi chiesto aiuto al presidente della Camera di Commercio Leonardo Bassilichi affinché fosse messo a disposizione un team incaricato di andare fisicamente nelle aziende per conoscerne le problematiche e raccoglierne le istanze. L'obiettivo comprende due finalità: problem solving aziendale ed alternanza scuola-lavoro.

A spiegarci cosa avviene al tavolo della Consulta è Carlo Badiali della Camera di Commercio di Firenze incaricato di seguire alcune aziende in particolare. Siete "facilitatori" o intermediari tra la multinazionale e le istituzioni, ma di cosa vi occupate? "Siamo suddivisi in coppie ed a ciascuna coppia sono assegnate 6 Multinazionali. Andiamo in azienda, incontriamo i referenti e prendiamo nota delle problematiche di intralcio allo sviluppo.

Come comprensibile sono più facili i rapporti con il Comune di Firenze, più difficili con i comuni limitrofi seppur in un contesto metropolitano. Ad esempio ad Empoli abbiamo incontrato qualche problema in più per venire incontro alle richieste di Sammontana sulla viabilità".Qualche esempio di intervento? "Ge Oil & Gas cercava uno stabile dove poter formare manager da tutto il mondo, siamo riusciti a sbloccare la burocrazia che impediva l'affitto di un locale a Firenze Nova di proprietà comunale e questo ha scongiurato che il gruppo scegliesse di spostare gli incontri a Monaco in Germania.

Altra richiesta quella di una location per l'incontro annuale che, grazie alla nostra mediazione, si terrà al Teatro dell'Opera di Firenze grazie ad un accordo intervenuto in tempi rapidi".Investimenti ci sono quindi? "E non sono investimenti a fondo perduto, ma interessano in primis le Multinazionali stesse e portano un ritorno economico considerevole. Solo l'incontro annuale prevede centinaia di arrivi e prenotazioni in pochi giorni".Ci sono anche problemi pratici da risolvere? "Sempre Ge Oil & Gas aveva un problema per quanto riguarda la mobilità elementare da mettere in sicurezza, parliamo di 5000 persone che ogni giorno si recano a lavoro ed avevano una rotatoria che metteva in pericolo la vita, c'è stato anche un incidente mortale purtroppo.

Abbiamo mediato affinché si potesse trovare una soluzione urbanistica accettabile ed oggi esistono dissuasori e rallentatori ottici. Lo stesso è accaduto per Sammontana ad Empoli dove da un lungo viale occorre immettersi nello stabilimento effettuando una svolta che pone l'automobilista-impiegato a rischio tamponamento".Si tratta dunque di mediare su argomenti che sembrano fin troppo alla portata di tutti. "L'osservazione è giusta. La risposta è semplice: i funzionari non dialogano tra loro.

Avviene spesso che il referente dell'azienda non riesca a contattare l'ufficio competente nelle istituzioni e qui interviene il facilitatore specializzato nell'individuare gli interlocutori giusti".A sentire la filosofia applicata ed i risultati ottenuti, viene da chiedersi cosa penserà chi è rimasto fuori. "Anche questa non è una riflessione sbagliata, infatti la Camera di Commercio ha ricevuto richieste anche da parte di Acqua Panna, che ha dietro la Nestlè, per poter far parte del gruppo delle 17, ed un'altra pretendente è ACF Fiorentina..

ma non escludo che il format che noi definiamo OCP One Contact Point possa includere altre realtà del territorio".Nel ramo dell'alternanza Scuola-Lavoro è specializzata Elena Brettone componente del team di Bassilichi incaricata di mettere in relazione l'Ufficio Scolastico Regionale con gli Istituti superiori e le Multinazionali."Sono circa 60 i ragazzi coinvolti nel progetto durante il 2015 che hanno potuto usufruire di alcune ore da trascorrere in azienda, non solo osservandone l'attività ma anche impegnandosi in alcuni settori secondo criteri concordati con l'Istituto di provenienza.

Il desiderio del presidente Bassilichi è quello di implementare il servizio ottenendo maggiore disponibilità da parte dei soggetti seduti al tavolo per dare seguito alla nuova normativa che prevede come obbligatoria la frequenza di 200 ore per i Licei e 400 ore per i Professionali nell'alternanza Scuola-Lavoro".Quale il feedback da parte degli interessati? "I ragazzi hanno risposto bene ed anche le aziende. Il fatto che si tratti di Multinazionali è importante perché hanno da offrire maggiori sbocchi professionali, poiché al loro interno si sviluppano varie tipologie di lavoro, ma questo non esclude anche altre aziende.

Fuori dal tavolo specifico esistono realtà più piccole che portano avanti un discorso di formazione".I nostri diplomati sono spesso additati come preparatissimi nella teoria, ma carenti di senso pratico. Visto che al tavolo dei 17 c'è anche la Scuola, le Multinazionali hanno segnalato il problema? "Credo lo abbiano compreso bene. Purtroppo però il problema sussiste. Al termine del corso di studi è previsto un esame e dunque il programma ministeriale deve essere completato.

Questo impone delle materie da studiare e dei tempi per farlo che non si conciliano con la pratica.. e non possiamo neppure correre il rischio di avere troppa pratica e poca teoria".Nessuno al tavolo ha suggerito maggiore elasticità e nuove materie di studio? "In realtà qualcosa del genere sta accadendo. In alcuni casi non sono quei 4 o 5 ragazzi ad entrare in azienda, ma è l'azienda che porta i tecnici a scuola, magari per spiegare come funziona il ciclo produttivo, oppure per presentare l'utilità di un software usato in azienda. Tutto è però sempre soggetto al programma scolastico, almeno fino a che non interverrà una riforma sull'esame finale con un sistema premiante per coloro che affrontano questo tipo di preparazione".

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