Morire per un fungo, ecco come evitare le intossicazioni 

La stagione dei funghi sta producendo raccolte record, in particolare in alcune zone, soprattutto di porcini e ovoli. Importante riconoscerli ma anche conservarli bene

Antonio
Antonio Lenoci
22 ottobre 2014 10:35
Morire per un fungo, ecco come evitare le intossicazioni 

Malgrado gli appelli alla prudenza, all’attenzione alle specie tossiche e alla buona conservazione di quelle commestibili, i pronto soccorso delle Asl toscane hanno registrato diversi accessi: sette persone negli ultimi dieci giorni solo a Grosseto. In tutta la Toscana degli oltre 2.506 accessi in pronto soccorso per patologie riconducibili al consumo di alimenti e acqua registrati nel corso del 2012, il 13% è riconducibile all’assunzione di funghi. Secondo i dati del Centro di riferimento regionale sulle tossinfezioni alimentari le intossicazioni correlate appunto al consumo di funghi sono state 318 solo nel 2012.

 In alcuni casi, alle strutture sanitarie di emergenza si sono rivolte persone che presentavano sintomi di intossicazione per aver consumato ovoli crudi invasi da muffe e larve d'insetti, porcini cotti, ma ugualmente infestati di larve. Solo in un caso, invece, il cercatore aveva consumato l’Omphalotus olearius (il sosia dei Cantharellus cibarius, conosciuto come giallarello), responsabile di oltre il 20 per cento delle intossicazioni.Come spiega il responsabile dell’Ispettorato micologico della Asl 9, Leonardo Ginanneschi, infatti, “al momento non si sono registrati episodi di particolare gravità, ma, in diversi casi, responsabile dell’intossicazione non è stato il fungo malefico, ma il fungo buono consumato malgrado muffe, larve e vermi.

Da qui il rinnovato invito a controllare le specie commestibili raccolte e a conservarle in frigo o in un luogo fresco e asciutto, a cuocerle bene e a consumare crudi solo i funghi giovani e in perfetto stato di conservazione”. Attivi ogni anno in tutto il territorio, gli sportelli dell’Ispettorato micologico, un servizio gratuito, rivolto ai cercatori occasionali che raccolgono funghi per autoconsumo, dove i micologi forniscono consulenza sulla qualità delle specie raccolte. 

“In caso di dubbi – spiega Ginanneschi - prima di cucinare le specie raccolte, recarsi alle sedi degli ispettorati più vicine e farle esaminare dagli esperti, ricordandosi di portare con sé tutti i funghi trovati, integri e ben conservati per facilitarne il riconoscimento.Tra i responsabili di intossicazione ci sono funghi in realtà commestibili e molto apprezzati, ma che figurano nell’elenco perché cucinati e consumati in cattivo stato di conservazione (vecchi, ammuffiti, ecc.): si tratta dei porcini (Boletus edulis), le mazze di tamburo (Macrolepiota procera), gli ovoli (Amanita caesarea), i chiodini (Armillaria mellea) tossici, se consumati dopo le gelate o poco cotti, i boleti luridi (Boletus luridus), che non vanno consumati fritti o alla griglia (modalità che mantengono pressoché cruda la carne del fungo al centro della fetta).In percentuali molto più basse, si sono verificate anche intossicazioni per il consumo della temibile Amanita phalloides, una specie potenzialmente mortale anche se assunta in piccole dosi (70 grammi di fungo fresco possono portare alla morte un adulto di 70 chili, se non trattato in tempo).Il Centro regionale di coordinamento per la micologia coordina tutti gli Ispettorati delle Asl toscane in collaborazione con l’Associazione dei gruppi micologici toscani (A.G.M.T.). Nel biennio 2012-2014 ha organizzato corsi gratuiti propedeutici alla raccolta e al consumo dei funghi rivolti alla cittadinanza di tutta la regione Toscana anche in istituti scolastici secondari ed ha partecipato a manifestazioni di informazione ed educazione alla salute.Il centro di controllo per l'area fiorentina nella stagione di raccolta dei funghi è attivato nel periodo dal 15 settembre al 15 Dicembre 2014. I cittadini possono recarsi per il controllo e la certificazione dei funghi epigei spontanei.

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