Montepulciano: il Caravaggio nascosto a Palazzo Neri Orselli

Al Museo Civico Pinacoteca Crociani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 luglio 2017 08:07
Montepulciano: il Caravaggio nascosto a Palazzo Neri Orselli

Il Palazzo Neri Orselli è una delle vere sorprese di Montepulciano. In esso ha sede il Museo Civico Pinacoteca Crociani.

Fino al 30 settembre 2017 vi è in corso la grande mostra Il Buon Secolo della Pittura Senese - Dalla maniera al lume caravaggesco, che si svolge in tre città del Senese, ed è dedicata ad uno specifico periodo storico che va dagli inizi del XVI alla metà del XVII secolo, quando l’arte senese brillava di eccellenti e singolari personalità artistiche, a tutt’oggi, nella maggior parte dei casi, ancora troppo poco note al grande pubblico. Il giovane Domenico Beccafumi è il protagonista al Museo Civico Pinacoteca Crociani, che dedica una sezione espositiva all'importante artista senese ed al suo ambiente.

Ma è un autentico colpo di scena, l'imbattersi nel piccolo museo della città senese, in un ritratto recentemente restaurato, di cui si propone l’attribuzioneCaravaggio. Un tempo catalogato come Pittore romano di ambito caravaggesco, ritratto di gentiluomo, dalle più recenti ricerche emergerebbe l’identificazione del soggetto della tavola a olio nel principe Scipione Borghese, con una conseguente attribuzione dell’opera allo stesso maestro lombardo.

Il museo civico ha sede dal 1957 in un esempio di architettura civile del trecento senese, un palazzo che è il risultato di secoli di profonde modifiche e adattamenti di vari edifici fusi insieme. Il palazzo presenta una facciata a tre piani in laterizio su Via Ricci, un cortile con loggetta e pozzo e il sotterraneo, tutto riadattato per l’uso espositivo. Il Museo raccoglie le collezioni private del passato di Montepulciano, in un susseguirsi da un piano all'altro dell'edificio che crea un’atmosfera di sorpresa ogni rampa di scale.

Il nucleo più importante del Museo è il lascito di Francesco Crociani, che nel 1859 decise di lasciare in eredità alla comunità poliziana la sua quadreria, comprendente soprattutto opere del 600 del 700 di ambiente fiorentino e bolognese, oltre a dipinti di pittori dei paesi bassi. A essa si sono poi affiancate altre donazioni provenienti dal patrimonio eclesiastico. Una delle opere più celebrate del museo è il San Francesco su tavola di Margaritone d’Arezzo, del secolo XIII. Si segnala la tavola Madonna con Bambino e due Angeli, recentemente attribuita al pittore senese legato all’ambito di Duccio da Buoninsegna detto “Maestro di Badia Isola” (inizio XIV secolo).

Di effetto la grande tavola con l’Incoronazione della Vergine, ultimamente ricondotta al senese Jacopo di Mino del Pellicciaio (metà XIV secolo. L’arte trecentesca è ammirabile anche nei corali miniati di produzione fiorentina della prima metà del secolo. Il Quattrocento è testimoniato da poche opere: soprattutto la Natività su tavola attribuita al pittore senese Benvenuto di Giovanni e la Crocefissione derivata da una pala di Filippino Lippi. Di interesse, dal secolo XVI la pala d’altare con l’Allegoria dell’Immacolata Concezione e Santi del pittore aretino amico del Vasari Giovanni Antonio Lappoli e la Sacra famiglia con San Giovannino, opera di Antonio Bazzi detto il Sodoma, rubata nel 1970 e recuperata nel 1994.Importanti quadri anche tra le opere sei-settecentesche che sono state organizzate per genere: nella sala 7 la pittura di storia e di figura e la Galleria dei Ritratti, nella sala 8 il paesaggio, nella sala 9 le scene di genere e le nature morte.

Si segnalano il ritratto della Beata Caterina De’Ricci, opera fiorentina del secondo cinquecento attribuita a Giovanni Battista Naldini e fra le scene di genere, la straordinaria tela con i giovani che giocano con il gatto, attribuita al pittore olandese Abraham Bloemart (XVII). Vi si trovano anche dipinti di piccole dimensioni in una galleria di passaggio, appositamente ricostruita e chiamata non a caso lo Studiolo, dove sono esposti anche alcuni arredi del XVI secolo.La collezione di Terracotte robbiane è in stretto legame con la storia di Montepulciano.

Vi si trovano inoltre, le due pale di altare Dio Padre Beneficente, già nel palazzo comunale e la lunetta raffigurante Madonna con Bambino, già nel palazzo del Capitano, commissionate ad Andrea della Robbia dal 1484 agli inizi del 1525. Altra opera notevole è il frammento di pala d’altare con S. Giovanni Battista proveniente probabilmente dal distrutto convento di Fontecastello.Il Museo ospitata nel piano sotterraneo, coperto da volte in laterizo, repetti lapidei di varia provenienza (iscrizioni, stemmi,ecc.) già ospitati nel cortile del palazzo.

Tra il Marzocco raffigurante il leone, simbolo di Firenze, in travertino. Venne eretto nel 1511, nell’attuale Piazza Savonarola in memoria del definitivo passaggio di Montepulciano a Firenze, e la rimase fino al 1856 quando fu sostituito da una copia. Sono in oltre presenti una piccola raccolta di materiali ceramici recuperati in un pozzo di butto (visibile all’interno del sotterraneo) che documenta la produzione di oggetti ceramici a Montepulciano dal XIII al XIX secolo. Nella sala 4 si possono ammirare alcuni oggetti in argento (tra cui la maschera funebre della Santa poliziana Agnese Segni, morta nel 1317).Nella Sezione archeologica, la prima incontrata dal visitatore, corredi tombali etruschi e reperti edilizi Romani, trovati nelle prossimità di Acquaviva di Montepulciano nel corso dell’ultimo secolo e urne cinerarie etrusche provenienti dalla collezione del nobile Poliziano Pietro Bucelli.

Tra gli oggetti bronzei di prestigio un foculo –una sorta di bracere– e un candelabro, nel corredo della tomba omonima.Aperto da Lunedì a Domenica -CHIUSO IL MARTEDI'- dalle ore 10.30 alle 18.30 orario continuato.

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