Mobilitazione contro i bombardamenti dell'esercito turco

Oggi protesta in piazza Duomo e Piazza Signoria contro l'invasione del nord della Siria, dove si contano i primi morti civili. Bundu e Palagi (Sinistra Progetto Comune): "Domani in piazza e nei prossimi giorni ancora impegnati per chiedere a tutto il Comune di prendere posizione". Ad Aleppo il progetto Meyer e Fondazione Il Cuore si scioglie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 ottobre 2019 21:32
Mobilitazione contro i bombardamenti dell'esercito turco

Oggi 50 persone hanno protestato da piazza Duomo a Piazza Signoria contro i bombardamenti turchi sul nord della Siria, dove si contano già i primi morti civili. Il corteo ha attraversato le strade che ancora portano il segno della minaccia terroristica di ISIS, dove le fioriere in cemento armato al centro delle strade dello shopping proteggono dal ripetersi dei terribili attentati che hanno fatto decine di vittime nel cuore dell'Europa. Ad essere sotto le bombe da oggi sono gli stessi uomini e donne che hanno combattuto ISIS in Siria, il popolo curdo, unica alternativa alle barbarie dello Stato Islamico, baluardo di convivenza tra popoli, libertà di culto e democrazia. Gli stessi valori per cui Lorenzo Orsetti ha dato la vita, durante le battaglie per espugnare le ultime roccaforti dello Stato Islamico. Per questo anche domani, 10 ottobre, l'appuntamento è per le 18:00 in piazza S. M. Novella per poi dirigersi verso l'ambasciata americana.

"Il regime fascista turco di Erdogan, sconfitto alle ultime elezioni e segnato dalla crisi economica crescente, cerca di reagire alle difficoltà utilizzando l’arma del nazionalismo e della guerra contro i kurdi per recuperare consensi e mettere fine all’esperienza che si sta sviluppando in Rojava. -si legge in un documento dell'Assemblea fiorentina per il KurdistanL’invasione del Rojava e della Siria del Nord scatenerà nuovamente la guerra in quei territori.

Il Medio Oriente continua ad essere al centro dello scontro e dell’attenzione degli stati capitalisti e imperialisti, che cercano attraverso la guerra di espandere i propri interessi. E per fare questo, tutti gli attori regionali ed internazionali coinvolti, dagli USA alla Russia, dall’Iran alla Unione Europea, sono ben disposti a lasciare che la Turchia continui la sua guerra al movimento kurdo, dentro e fuori dai confini del paese, attraverso politiche di repressione, sostituzione etnica e di aperto sostegno a ciò che resta delle milizie jihadiste in Siria.

Mentre Ankara continua ad utilizzare il ricatto dei profughi e dell’invasione migratoria come arma contro l’Unione Europea. Come sta facendo da oltre 40 anni, il movimento kurdo non si arrenderà".

"Firenze e tutto l'occidente dovrebbero essere grati alla resistenza kurda, per la battaglia che conducono contro l'Isis, a favore dei diritti umani, dell'ambiente, della parità di genere, della giustizia sociale -intervengono i consiglieri del gruppo Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi- La Turchia si nasconde dietro alla lotta al terrorismo per giustificare l'invasione della Siria settentrionale. Erdogan ha avuto persino il coraggio di mettere sullo stesso piano kurdi e Daesh.

Lunedì abbiamo provato con il massimo impegno a lanciare un segnale dal Consiglio comunale. Purtroppo le altre altre opposizioni non sono sensibili al tema, mentre la maggioranza si è nascosta dietro a qualche dettaglio per timore di essere troppo critica verso il governo turco. Ora che la guerra è iniziata e i morti iniziano ad essere contati proviamo ancora più rabbia per come sono andate le cose. Intanto l'appuntamento domani è alle 18 in piazza Santa Maria Novella, per raggiungere poi il Consolato USA.

Invitiamo tutta la città a rispondere all'appello Assemblea fiorentina per il Kurdistan, anche in ricordo di Lorenzo Orsetti!".

Le donne del Partito Democratico del territorio metropolitano di Firenze esprimono la loro solidarietà al popolo curdo e condannano fermamente l'attacco da parte della Turchia: "La popolazione curda della Siria del Nord ha rappresentato un baluardo contro l'ISIS e il loro sacrificio è avvenuto anche a garanzia della nostra sicurezza.Le donne curde sono state in prima linea nella lotta contro la violenza cieca del Daesh, pagando un alto tributo di vite e sofferenze. E' importante ricordare che quando la lotta contro l'Isis sembrava una battaglia persa , la popolazione curda è riuscita a organizzare una resistenza inaspettata, schierando anche le donne in prima linea.

La strategia statunitense di ritirare le truppe nella zona nord-est, quella presidiata dai curdi siriani, sta lasciando di fatto il campo libero alla Turchia Chiediamo all'Italia di farsi parte attiva in Europa e a livello internazionale affinché l'azione della Turchia sia fermata, la Siria sia accompagnata ad un processo di pacificazione e alle regioni curde sia riconosciuta autonomia. L'Europa deve svolgere fino in fondo il proprio ruolo, anche facendosi promotrice in sede ONU di una conferenza di pace".

Anche Friday For Future invita a solidarizzare e a partecipare alle manifestazioni contro la guerra nel nord della Siria: "Ci schieriamo a difesa della rivoluzione confederale contro l’attacco assassino di Erdogan. Ci sentiamo vicini ad una rivoluzione ecologica di questo tipo e ne traiamo esempio. Il Rojava non sarà una prateria per la speculazione delle grandi multinazionali che estraggono le risorse e inquinano per i loro profitti. Fermiamo l'invasione turca e la dittatura di Erdogan!"

La missione umanitaria fiorentina per i bambini di Aleppo

Dopo il sopralluogo dello scorso gennaio, un’equipe di specialisti del Meyer è pronta a fare ritorno nel paese devastato da sette anni di guerra. La data di partenza della spedizione – composta da una psicologa e due fisioterapisti - è prevista per sabato prossimo, il 5 ottobre. Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Il Cuore si scioglie, Meyer e Fondazione Meyer, passa quindi alla fase operativa, che si articolerà in vari momenti. L’obiettivo è quello di sostenere gli operatori che ogni giorno, nella città siriana, lavorano tra mille difficoltà per dare una risposta ai bisogni riabilitativi dei bambini rimasti vittime di lesioni per lo scoppio di mine e il crollo di edifici, portando sul posto anche i presidi necessari. La missione degli operatori dell’ospedale pediatrico Meyer rientra nelle attività della campagna di solidarietà 2018/2019 della Fondazione Il Cuore si scioglie e prosegue un impegno per i bambini colpiti dalla guerra in Siria già iniziato nel 2017, con il supporto alle attività della Fondazione Giovanni Paolo II e di Arci Toscana volte a garantire cure e assistenza ai piccoli cittadini della città siriana. Già a gennaio 2019 i professionisti del pediatrico fiorentino avevano visitato alcuni centri riabilitativi presenti ad Aleppo e avevano incontrato i colleghi presenti sul posto per appurare quali fossero le effettive necessità.

Quel primo sopralluogo è stato prezioso per comprendere, attraverso il confronto e l’osservazione dal vivo, le drammatiche condizioni in cui gli operatori siriani si trovano costretti a lavorare: i fisioterapisti, e i loro piccoli pazienti hanno a disposizione spazi freddi e ristretti, poco igienici, con scarsa disponibilità di materiali, soprattutto dedicati all’età pediatrica. “I giocattoli che abbiamo regalato, selezionati perché funzionali a costruire alcuni trattamenti, non erano presenti nella struttura e sono stati molto apprezzati” spiegano gli specialisti del Meyer.

Sabato prossimo ne porteranno di altri, scelti con cura in base alle esigenze emerse nel corso dei colloqui. Un’ulteriore criticità è legata alla ridotta disponibilità di attrezzature per la prima infanzia (passeggini, sdraiette, seggioloni) anche nelle abitazioni dei bambini. E i gli ausili e le ortesi disponibili vengono utilizzati anche se danneggiati o se divenuti troppo piccoli: i tempi per averne di nuovi sono infatti molto lunghi.

“Tanti bambini e i loro genitori si trovano ad affrontare il lutto legato alla perdita della salute per una disabilità acquisita – raccontano gli specialisti - In un ambiente socio-culturale che è ancora poco pronto a sostenere l’inclusione di soggetti disabili sembrano carenti le opportunità per le famiglie di avere uno spazio dedicato all’ascolto e alla possibilità di affrontare la sofferenza legata a esiti prognostici non sempre favorevoli e a possibilità di recupero spesso solo parziali”.

Il conflitto ha interrotto anche la comunicazione tra i professionisti: questo ha portato a una frammentazione del processo riabilitativo e l’ottica multidisciplinare, fondamentale per fornire una risposta efficace, è venuta a mancare. Per questo è importantissimo investire sulla formazione. Gli specialisti del pediatrico fiorentino metteranno quindi a disposizione la loro professionalità e le loro competenze con un percorso formativo destinato ai colleghi siriani. La formazione sarà il perno centrale anche attorno a cui ruoterà l’intervento in ambito psicologico. Per una settimana, gli operatori saranno coinvolti in un training teorico-esperienziale con due obiettivi: da una parte l’apprendimento di strumenti per la relazione di aiuto a bambini e adolescenti e alle loro famiglie, dall’altra il sostegno all’elaborazione di esperienze traumatiche vissute dagli stessi operatori negli otto anni di guerra.

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