Mobilità ferroviaria: due nuovi collegamenti tra Firenze e Pistoia

Climatizzazione: i risultati dei controlli ai treni regionali

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 settembre 2016 16:59
Mobilità ferroviaria: due nuovi collegamenti tra Firenze e Pistoia

Due nuovi collegamenti tra Firenze e Pistoia nella fascia mattutina, prolungamento delle corse fino a Pistoia dei treni Montevarchi-Prato e fermate a Prato Borgonuovo (stazione che serve il nuovo ospedale di Prato). Queste in sintesi le novità operative da lunedì 12 settembre, programmate di concerto con la regione Toscana. Un nuovo treno in partenza da Firenze Santa Maria Novella alle 10.20 con arrivo a Pistoia alle 11.03 e l’altro in direzione opposta da Pistoia alle 10.22 con arrivo a Firenze SMN alle 11.13.

I due treni fermeranno a Firenze Rifredi, Sesto Fiorentino, Pratignone, Prato Centrale, Prato Porta al Serraglio, Prato Borgonuovo e Montale Agliana. I due nuovi collegamenti sono inseriti nella fascia oraria mattutina fino ad oggi riservata alla manutenzione programmata. Rete Ferroviaria Italiana infatti, svolgerà le attività di manutenzione durante le ore notturne. Inoltre, i treni Regionali 11807, 11809, 11808, 11812 che oggi collegano Montevarchi con Prato e viceversa, da lunedì 12 settembre prolungheranno il servizio fino a Pistoia, effettuando la fermata anche nelle stazioni intermedie. Mentre i treni Regionali 11797, 11955, 11805, 23502, 11806 e 11810 inizieranno a fermare anche Prato Borgonuovo, la stazione di riferimento del nuovo ospedale pratese.

Scelta che va incontro alle richieste del territorio. Il risultato sarà un servizio più capillare, grazie al quale i cittadini avranno a disposizione treni cadenzati e ben 4 collegamenti ogni ora per direzione tra Firenze e Pistoia.

“Abbiamo l'impressione che il Comune di Firenze voglia starsene in disparte e riaffermare la centralità fiorentina, senza più una discussione con il territorio, per realizzare una mobilità che non tiene conto di una visione complessiva, regionale e nemmeno nazionale.” A dirlo è il segretario della Fit-Cisl toscana, Stefano Boni, dopo le prese di posizione di Palazzo Vecchio su alta velocità e sul futuro della Stazione Leopolda.“Oggi – nota Boni - è veramente difficile capire quale siano le intenzioni del Comune di Firenze, rispetto alle infrastrutture ferroviarie e ai collegamenti con il resto della Toscana.

Di certo registriamo un cambio di rotta rispetto ad una visione complessiva che concepiva Firenze e la Toscana come unico territorio, da rendere sempre più vivibile e sostenibile con una rete di trasporti al servizio di tutti i cittadini toscani.”“Come un fulmine a ciel sereno – continua il segretario Fit - durante una festa estiva a fine giugno, il sindaco ci ha annunciato il blocco dei lavori della TAV a Firenze perché opera nazionale che apparentemente non porta benefici immediati ai propri cittadini.

I cantieri aperti, sia nella zona dei Macelli che nella zona di Campo di Marte, le pesanti penali da pagare alle società appaltatrici dei lavori, i soldi già spesi, gli espropri effettuati, le opere già realizzate, sono evidentemente problemi di altri. Ad agosto poi abbiamo appreso dalla stampa che la ferrovia fra la stazione di Firenze Leopolda e la stazione di Empoli (Piagge-San Donnino-Signa-Lastra a Signa-Montelupo Fiorentino) riattivata solo nel 2009 con un impegno di spesa da parte delle Ferrovie di circa 25 milioni di euro, chiuderà i battenti entro il 31 dicembre 2016 e i doppi binari, il sedime, i territori adiacenti, passeranno gratuitamente al Comune di Firenze in attesa della realizzazione della linea tranviaria 4, peraltro ancora da progettare e sopratutto da finanziare.

Inoltre si prevede laricollocazione dei 9-10 treni che oggi servivano quella tratta, dirottandoli nella già congestionata stazione di Santa Maria Novella (a tutto svantaggio dei treni locali e regionali) e la messa in vendita, da parte delle FS dell’area (circa 60mila mq.) delle ex Officine Grandi Riparazioni e di parte della Stazione Leopolda.”“Fatti che – prosegue Boni - disegnano un quadro disomogeneo, sganciato da una logica complessiva di mobilità sostenibile, che non tiene conto dei tantissimi pendolari e lavoratori (nessuna linea tranviaria passa per l'Osmannoro, cuore logistico-industriale della Toscana), né delle infrastrutture a carattere nazionale.

Una visione miope, di una Firenze rinchiusa in sé stessa e per la quale tutto ciò che sta fuori dai confini comunali non interessa, come i 220mila viaggiatori che tutte le mattine arrivano a Firenze Smn.“A questo punto – chiede il segretario Fit - è opportuno che il sindaco di Firenze scopra le carte, indichi la strada che vuole percorrere e dove vuole andare, come pensa debba essere integrata la città metropolitana (che proprio lui guida) con il territorio toscano e con quello nazionale e sopratutto come pensa di rendere un servizio efficiente e sicuro ai cittadini, mancando una visione generale e un progetto concreto, che coinvolga la società civile, i sindaci e gli amministratori del territorio e la Regione stessa.”“Per quanto ci riguarda – conclude Boni - vorremmo capire quale sarà lo sviluppo e l'integrazione delle infrastrutture, sia tranviarie che ferroviarie e come si pensa di salvaguardare e sviluppare l'occupazione in questi settori, in una visione che sia al servizio dei cittadini e dei milioni di pendolari, lavoratori e turisti, che tutti i giorni vivono e frequentano Firenze, in una visione toscana e nazionale.

La Fit è assolutamente contraria allo sperpero di denaro pubblico, al buttar alle ortiche i piani di sviluppo sostenibile fino ad oggi portati avanti senza una valida alternativa, a qualsiasi speculazione edilizia e a nuovi progetti di viabilità che rispondano solo a interessi particolari.”

Nel corso dell'estate 2016 è stato attivato per la prima volta questo capillare meccanismo di controllo, previsto dal nuovo contratto tra Regione Toscana e Trenitalia. I dati, elaborati sin qui, e che riguardano i mesi di giugno e luglio, certificano un andamento generalmente buono: i risultati medi dell'indice di climatizzazione per i mesi di giugno e luglio sono pari rispettivamente a 93,8% e 92,6%. Si tratta di numeri superiori alla soglia dell'85%, quella considerata critica e sotto la quale scatta un bonus per gli abbonati, con le stesse modalità di richiesta e erogazione del bonus sulla regolarità del servizio. Dall'analisi dei dati relativi a giugno e luglio, si conferma che l'indice di climatizzazione varia a seconda della tipologia di treno: i treni più vecchi, come le vetture Media Distanza, Ale e Aln, presentano dei risultati (91,8% e 90,1%), nettamente inferiori a quelli dei treni più nuovi, quali Vivalto, Minuetto, Jazz e Swing, (95,5% sia a giugno che a luglio).

Ogni cento treni regionali di Trenitalia, sono 91 (91,5%) quelli giunti a destinazione puntuali, ossia arrivati non oltre i cinque minuti dall’orario previsto, nei primi otto mesi del 2016. La percentuale sale al 93,5 nella fascia pendolari del mattino e si attesta all’91,1 per cento in quella pomeridiana. È il risultato dell’andamento reale di 172.000 corseche Trenitalia Regionale ha messo a disposizione dei pendolari della Toscana nei primi otto mesi del 2016. La statistica tiene conto di tutti i ritardi, qualunque ne sia la causa, e descrive quindi quanto effettivamente vissuto dai pendolari: 220 mila viaggiatoriche mediamente, nei giorni feriali, utilizzano i convogli regionali di Trenitalia in Toscana. Il trend 2016 continua a segnare un miglioramento continuo, già avviato dai primi mesi del 2015, e vede la percentuale regionale migliorare di 2,6 punti rispetto al 2015 e di 3,5 rispetto ai primi otto mesi del 2014.

Cresce la puntualità anche quando più elevato è il numero dei viaggiatori e dei treni in circolazione, nelle cosiddette fasce pendolari: 2,3 punti in più vs 2015 la mattina (6-10) e 3,3 punti in più vs 2015 nel pomeriggio (16-20). Positivi anche tutti gli altri principali indicatori industriali.

Sempre riferendosi alla media regionale su 172.000 treni regionali circolati, sono state cancellate nei primi otto mesi del 2016 lo 0,9 per cento delle corse programmate, e soltanto lo 0,3 per cento per cause ascrivibili a TrenitaliaRegionale. Erano state lo 0,7% per cento nei primi otto mesi del 2015 e lo 0,8% per cento nel 2014.

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