Mobilità a Firenze: come fare se le vie sono finite

Un viaggio attraverso gli spostamenti quotidiani nell'area fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 novembre 2017 14:00
Mobilità a Firenze: come fare se le vie sono finite

Abbiamo monitorato un qualsiasi lunedì fiorentino, interrogando in varie fasce orarie Google Maps e ViaMichelin.it per capire quali fossero gli itinerari suggeriti a seconda della variazione del traffico. Tra le sorprese l'invito ricorrente ad utilizzare l'Autostrada A1 come circonvallazione (o raccordo) oppure alternare mezzi urbani ed extraurbani e treni regionali per coprire tragitti all'interno della città.Polo Ospedaliero di Careggi ed Amerigo Vespucci risultano tra le mete più battute, ma cosa accade quando vogliamo tagliare la città da Soffiano alle Cure, da piazza Ferrucci a via Baracca o da Novoli a via Aretina? Autisti del Bus, Tassisti ed NCC ci hanno raccontato la loro esperienza, segnalando le criticità presenti nel reticolo urbano, le zone "maledette" e le situazioni che destano particolare preoccupazione.

Gli auspici legati ad una riorganizzazione del traffico dovuta alla nuova Tramvia, per il momento su 3 Linee, sono anche legati alle alternative che ci saranno a quelle strade occupate dai binari.  Alle biciclette sono oggi dedicati i tracciati presenti lungo i viali che sorgono sul solco delle vecchie mura abbattute durante l'800 per una Firenze Capitale dove non c'era traffico e le ampie strade erano una questione di 'rappresentanza'.

Oggi i ciclisti fiorentini chiedono però una Bicipolitana che abbia come obiettivo quello di collegare punti di interesse e non di coprire semplicemente le distanze lasciando poi alla creatività dei singoli la penetrazione del centro storico o l'uscita verso la periferia. Infine, Firenze è una città che si attraversa facilmente a piedi, percorrendo preferibilmente l'Arno da Est ad Ovest o tagliandola attraverso l'asse che da migliaia di anni unisce Porta San Gallo con Porta Romana, il Mugello con Siena oltrepassando il fiume a Ponte Vecchio.

Gli itinerari storici sono una risorsa per la mobilità del futuro e meglio sarebbe non interromperne la libera percorribilità.

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