Milioni di euro in Cina, con 10 mila euro di reddito

Sequestrati a due imprenditori cinesi beni ed aziende per un valore complessivo di circa 1 milione di Euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 dicembre 2014 15:01
Milioni di euro in Cina, con 10 mila euro di reddito

Nella mattinata odierna, i militari del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Firenze hanno dato esecuzione a due provvedimenti di sequestro “per sproporzione” in applicazione della misura di prevenzione patrimoniale emessa (ai sensi della normativa antimafia - D.Lgs 159/2011 -) dal Tribunale di Prato – Sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione – su proposta del dott. Tommaso Coletta della Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze, diretta dal Procuratore Giuseppe Creazzo, nei confronti di due imprenditori di origine cinese operanti in Prato. 

Sottoposti a sequestro 2 aziende, operanti nel settore tessile, e 4 immobili siti in Prato nonché 8 autovetture di grossa cilindrata per un valore complessivo di circa 1 milione di €.

L’odierno intervento si inserisce nel filone delle indagini che hanno portato alle operazioni “Cian Ba”, “Cian Liu” e “Cian Ba 2012” in cui le Fiamme Gialle fiorentine svelarono un sodalizio criminale che, tra il 2006 ed il 2010, provvedeva ad inviare nella Repubblica Popolare Cinese ingenti capitali aggirando la normativa in merito. In particolare, il denaro contante trasferito, era frazionato in tantissime tranche a tal punto che l’importo delle singole transazioni risultava al di sotto della soglia limite prevista dalla legge stabilita in € 1.999. Gli intestatari delle operazioni finanziarie, inoltre, sono risultati essere persone fittizie ovvero soggetti inconsapevoli.

Le indagini per identificare i reali mittenti del denaro hanno portato, tra gli altri, all’individuazione dei due imprenditori cinesi. Questi, nel corso degli ultimi 10 anni hanno presentato dichiarazioni dei redditi mai superiori ai 10.000 Euro e, tuttavia, nel triennio 2008 - 2010, non solo avevano trasferito in Cina, avvalendosi del meccanismo di money transfer, denaro per un ammontare complessivo di oltre 2 milioni di Euro ma, nel contempo, avevano acquisito il patrimonio immobiliare e beni mobili oggetto dell’odierno sequestro.

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