Mercoledì di Scioperi: concentrazione in piazza Duomo a Firenze

Tra coloro che si fermano rivendicando il diritto al lavoro ci sono anche i forestali toscani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2016 15:25
Mercoledì di Scioperi: concentrazione in piazza Duomo a Firenze

Domani mercoledì 23 marzo gli operai forestali toscani scioperano tutta la giornata, con l'obiettivo di dare una prospettiva per il settore forestale della regione. Nell'occasione, ci sarà anche un presidio dalle 10 alle 12 a Firenze in piazza Duomo 10, davanti alla sede della Regione. In Toscana lavorano circa 500 forestali per assolvere ai compiti di cura del patrimonio forestale, che ammonta a 110.526 ettari (circa 172 ettari ad operaio). Si spendono parole importanti sul ruolo della forestazione in Toscana (che è il territorio più boscato d'Italia), sulla prevenzione dell'ambiente e la salvaguardia idrogeologica, sulla manutenzione e l'usufruibilità del bosco nella nostra regione anche con interventi di antincendio, ma non si capisce di chi sono le responsabilità su questa materia, chi la gestisce, chi ci lavora e con quali prospettive.

“E' arrivato il momento di fare chiarezza e di indicare chi e come debba occuparsi della tutela dell'ambiente boschivo, della sua prevenzione e manutenzione. In qualunque situazione, dal servizio antincendio alle emergenze invernali, gli operai forestali sono stati sempre in prima fila con capacità operativa ad affrontare le calamità - spiegano Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil della Toscana -. In questo 2016, a sorpresa, la Regione Toscana nel suo bilancio non ha stanziato alcun finanziamento per il settore forestazione, così di colpo gli operai forestali spariscono dalla scena, il loro lavoro finisce, diventano inutili come presenza territoriale. La loro occupazione diventa precaria, i loro stipendi a rischio. La Regione e Le Unioni dei comuni vogliono assumersi una responsabilità così grave?”

Sempre domani mercoledì 23 Marzo Cgil-Slc e Uilposte hanno organizzato un presidio dei lavoratori di Poste Italiane della Toscana, dalle 11 alle 13 davanti alla sede della Regione in piazza del Duomo 10 a Firenze

No alle gravi ricadute in termini produttivi, di servizio e occupazionali. Queste le preoccupazioni di Cgil-Slc e Uilposte dellaToscana sul progetto di riorganizzazione di Poste Italiane. Le due organizzazioni sindacali chiedono garanzie all'azienda sul recapito a giorni alterni (che partirà a maggio, prima provincia in Toscana, ad Arezzo) e sul futuro del CMP di Sesto Fiorentino, di cui ad oggi ancora non esiste certezza. Per questo Cgil-Slc e Uilposte hanno organizzato un presidio davanti a Palazzo Sacrati Strozzi, sede della Regione Toscana, per chiedere un incontro urgente al presidente Enrico Rossi per impedire il grave depauperamento produttivo e occupazione che si verrebbe creare nel nostro territorio e che riguardano circa 10.000 lavoratori in Toscana.

E ancora domani a Firenze uno sciopero di 3 ore dalle 9.30 alle 12.30 con presidio davanti alla sede di Via De' Barucci, 2. Nell'ambito delle 12 ore di sciopero proclamate dal coordinamento nazionale Fim Fiom Uilm di KME in tutti i siti, domani 23 marzo nello stabilimento di Barga si attueranno 4 ore di sciopero, ore 8.00-12.00, con concentramento e presidio ai tornelli, ingresso operai, da li i lavoratori si muoveranno in corteo lungo il perimetro della fabbrica per trasferirsi ai cancelli, ingresso carrabile. 

Questo si leggeva nel comunicato del 17 marzo scorso con il quale il coordinamento unitario dei meccanici Kme annunciava la mobilitazione e il pacchetto di ore di sciopero: “Dopo mesi e mesi nei quali le organizzazioni sindacali e i lavoratori si sono comportati più che responsabilmente, andando a vedere con serietà i molteplici progetti che via via l'azienda ha presentato, è venuto il momento di fermarsi e fare il punto seriamente. Dopo l'ultimo incontro nel quale l'azienda ha annunciato la non riaccensione del forno verticale Asarco di Fornaci di Barga, nonostante le assicurazione date in via informale sulla sua rimessa in funzione, siamo di nuovo ad un cambio di versione che rende poco credibile seguire l'azienda in tutte queste giravolte. Prima l'idroponico, poi una presunta trattativa con Eredi Gnutti Metalli che non arriva mai a conclusione, poi la non riaccensione del forno verticale di Fornaci di Barga, poi il declassamento del centro direzionale di Firenze a centro servizi verso la cui concreta costituzione non siamo stati informati di nulla, poi la cessione di KME France a Cupori che invece si scopre essere ancora di proprietà di KME al 51%, dopo tutte queste vicissitudini l'accusa di irresponsabilità rivolta a noi dall'azienda risulta essere a dir poco ridicola”.

In evidenza