Mercatone Uno: anche a Firenze tanti lavoratori disoccupati

Risoluzione firmata da tutto il gruppo Pd in Comune. Armentano “Vicenda drammatica che necessita massima attenzione”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 agosto 2019 15:27
Mercatone Uno: anche a Firenze tanti lavoratori disoccupati

Il caso Mercatone Uno arriva sui banchi di Palazzo Vecchio. A portarlo è il gruppo consiliare del Pd con una risoluzione firmata da tutti i suoi componenti. Nell’atto si esprime solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori del punto vendita Mercatone Uno di Calenzano e si impegna il Comune a valutare, assieme agli altri comuni della città metropolitana, misure di sostegno di tipo economico ai 31 dipendenti dello stabilimento, fino all’erogazione della CIGS, e a proseguire nel monitoraggio della vertenza assieme al tavolo di crisi regionale.

La risoluzione sollecita inoltre “la Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica affinché si faccia chiarezza, anche mediante l’istituzione di apposita commissione d’inchiesta, sulle vicende aziendali che hanno portato al fallimento della Shernon Holding S.r.l., gruppo che ha rilevato il Mercatone Uno pochi mesi precedenti al fallimento, e alla chiusura degli stabilimenti e alla perdita del posto di lavoro degli oltre 1.800 dipendenti”, “il Governo e la Regione Toscana a farsi parte attiva presso i Ministeri competenti per favorire soluzioni imprenditoriali private alternative, tali da garantire la continuità occupazionale dei lavoratori dipendenti della Shernon Holding S.r.l., attualmente senza lavoro, e tali da garantire ai lavoratori risposte concrete per il proprio presente in materia di sostegno al reddito” e infine “il Ministero ad individuare l’azione più idonea per garantire il risarcimento del danno anche ai clienti sopra citati, valutando le varie proposte ricevute sui tavoli delle trattative”.

“Con la risoluzione vogliamo far sentire in modo concreto la nostra vicinanza e solidarietà ai 31 dipendenti dello stabilimento commerciale e nello stesso tempo tenere alta l’attenzione su un fallimento che ha ripercussioni drammatiche e gravi da un punto di vista occupazionale su tutta l’area fiorentina: importante la firma di tutti i consiglieri, a dimostrazione di una volontà comune molto forte su un tema che tutti noi abbiamo a cuore. - spiega Nicola Armentano, capogruppo Pd – Il 31 luglio si è tenuto un tavolo tra sindacati e amministrazione straordinaria che si è concluso in maniera interlocutoria, aggiornandosi al 16 settembre, senza peraltro la formale partecipazione del Mise che, coordinandosi con quello del Lavoro, è l’organismo deputato a sostenere ogni azione utile per la ripresa dell’attività produttiva e per garantire un reddito ai lavoratori in cassa integrazione straordinaria a zero ore.

La catena Mercatone uno è stata acquisita nel 2018 dalla società Shernon Holding SRL: nel passaggio i lavoratori avevano accettato un taglio significativo dell’orario di lavoro, e di conseguenza del salario, in cambio dell’impegno da parte della nuova proprietà e del Mise di garantire un’occupazione stabile entro due anni, impegno ad oggi disatteso. Con la dichiarazione di fallimento del gruppo Shernon Holding SRL del 23 maggio scorso, sono stati chiusi dalla sera alla mattina 55 negozi in tutta Italia, compreso quello di Calenzano, lasciando dall’oggi al domani i lavoratori a casa, senza stipendio e senza ammortizzatori sociali.

Attualmente inoltre risultano oltre 200 i clienti in Toscana, circa 20 mila in tutta Italia, che hanno pagato o dato acconti per merci che presumibilmente non riceveranno mai. Con questo atto impegniamo il comune di Firenze, insieme agli altri comuni della città metropolitana a valutare anche forme di sostegno di tipo economico per le lavoratrici e i lavoratori rimasti senza reddito e in attesa della CIGS e a continuare a seguire l’evolversi della vertenza rimanendo in contatto con le organizzazioni sindacali e con il tavolo di crisi attivato dalla Regione Toscana.

Sollecitiamo inoltre la Camera e il Senato a fare chiarezza sulla vicenda anche con un’apposita commissione d’inchiesta, Governo e Regione a agevolare il percorso verso alternative imprenditoriali e il Ministero a trovare soluzioni sia per i lavoratori che per i clienti da risarcire”.

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