Mercati settimanali: scatta la limitazione per la vendita ai soli generi alimentari

A causa del passaggio in zona rossa per l'emergenza Coronavirus. La richiesta della Fiva Confcommercio: "Le attività essenziali devono poter lavorare". In ballo migliaia di imprese e centinaia di milioni di euro di perdite

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 novembre 2020 08:31
Mercati settimanali: scatta la limitazione per la vendita ai soli generi alimentari

Da domani, giovedì 19 novembre, i mercati settimanali di Tavarnelle Val di Pesa, San Donato in Poggio e Barberino Val d’Elsa saranno limitati alla vendita di soli generi alimentari. Secondo quanto previsto dalle misure restrittive contenute nel Dpcm dello scorso 3 novembre, relativo alle aree rosse, i cittadini potranno recarsi per gli acquisti presso i banchi, nei consueti appuntamenti settimanali allestiti il giovedì in piazza Matteotti a Tavarnelle, il venerdì in piazza del Pozzo Nuovo a San Donato e il sabato in piazza Mazzini a Barberino Val d’Elsa.

Mercati aperti anche per chi svolge un'attività ritenuta essenziale e che per questo deve poter continuare a svolgere il proprio lavoro sui mercati. E' Franco Palermo, presidente della Fiva Confcommercio Pisa a lanciare un appello a tutti i comuni della provincia, affinché con buonsenso ed equità sia consentito il legittimo esercizio anche ai generi non strettamente alimentari: “L'equiparazione tra un negozio e un banco al mercato che vendono la stessa merce è nei fatti e sfido qualcuno a sostenere il contrario” - spiega il presidente degli ambulanti Palermo: “L'allegato 23 dell'ultimo Dpcm lascia aperti in zona rossa negozi di diversi generi che lo stesso governo considera essenziali, una lista di trenta attività le più varie, dalla biancheria ai giocattoli, dai cosmetici alle ferramenta, dagli articoli per bambini ai fiorai.

Ora, l'evidenza logica porta chiunque di noi a dire e il Governo questo non lo esclude esplicitamente, che quello che si può vendere all'interno di un negozio lo si può vendere anche in un mercato all'aperto, è ciò che è considerato essenziale tra quattro pareti lo è per forza anche al di fuori”. “E' lo stesso Governo, d'altronde, in un punto dello stesso allegato a consentire il commercio al dettaglio ambulante tra le altre di fiori, profumi, cosmetici, saponi, detersivi, biancheria, confezioni, calzature per bambini e neonati, riconoscendo in modo inequivocabile l'essenzialità di questi prodotti e la facoltà di venderli da parte nostra” - aggiunge Palermo: “Tanto più, e lo ripeto, che i mercati sono all'aperto e per questo sono i luoghi più sicuri in assoluto”. “Di questo andazzo i mercati muoiono definitivamente e già troppe aziende stanno chiudendo, se pensiamo che sulle 2 mila imprese ambulanti attualmente registrate, ne rischiano la chiusura almeno la metà, e un perdita di fatturato che supera ampiamente i 130 milioni di euro. A nome di tutte queste imprese, chiediamo pertanto a sindaci e assessori dei comuni di tutta la provincia di aprire i mercati alle attività essenziali, consentendoci di lavorare, come sempre, nel rispetto assoluto delle regole”.

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