Menarini, Poggiolini non può più testimoniare

Il Tribunale di Firenze ne ha sancito l'incapacità a deporre

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 febbraio 2015 17:06
Menarini, Poggiolini non può più testimoniare

Era stato disposto l'accompagnamento coattivo visto che in precedenza il testimone dell'accusa non si era presentato spontaneamente in udienza.Vani i tentativi di interrogare l'85 enne sui suoi rapporti con il patron Menarini, Alberto Aleotti. Poggiolini ha fatto solo dei cenni indicando di non sentire le domande e di non poter rispondere.

I giudici di Firenze, prendendo atto delle condizioni dell'ex dirigente nazionale della Sanità, avrebbero però evidenziato come le difficoltà riscontrate dal medico, incaricato a dicembre di valutare le condizioni psico fisiche di Poggiolini, sarebbero state relative alle sole difficoltà di deambulazione.

Chi è Duilio Poggiolini?Duilio Poggiolini (Roma, 25 luglio 1929) , ex dirigente pubblico italiano, è stato direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità e coinvolto nell'inchiesta Mani Pulite sullo scandalo di Tangentopoli. È stato membro della loggia massonica P2.Medaglia d'oro al merito della sanità pubblica il 13/07/1977 e Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana il 02/06/1974.A Poggiolini venne inizialmente contestato di aver istruito procedure per cui venivano autorizzati aumenti di prezzo dietro versamento di compensi "una tantum". In seguito fu accusato di aver favorito l'ingresso di alcuni farmaci nel prontuario sanitario dietro compensi e regalie, in beni o denaro.

All'atto dell'arresto vennero sequestrati oltre 15 miliardi di lire su un conto svizzero intestato alla moglie: inoltre nella casa di Napoli della coppia vennero trovati diversi miliardi di lire in lingotti d'oro, gioielli, dipinti e monete antiche e moderne. Venne rinchiuso nel carcere napoletano di Poggioreale, dove fu sottoposto ad interrogatori da parte dei PM di "Mani Pulite", tra cui Antonio di Pietro, rimanendovi per sette mesi e dando numerose deposizioni.

Fino alla scoperta del tesoro, Poggiolini aveva avuto uno stile di vita sobrio, quasi povero, ma all'atto della perquisizione furono necessarie dodici ore per catalogare i tesori nascosti negli armadi e persino, fatto che divenne poi "macchietta" del personaggio, in divani, materassi e pouf. 

I giudici lo condannarono in primo grado, il 21 luglio 2000, a sette anni e mezzo di reclusione. L'appello ridusse la condanna a quattro anni e quattro mesi, e il verdetto fu confermato in Cassazione. La condanna è stata scontata prevalentemente ai domiciliari. L'indulto del 2006 cancella la pena di Poggiolini quando doveva scontare ancora due anni.

Duilio Poggiolini è stato indagato anche dalla Procura di Trento per il reato di epidemia colposa, in seguito ad una serie di infezioni da HIV e epatite C avvenute nei primi anni novanta tramite la trasfusione di sacche di plasma che non erano state adeguatamente controllate. Secondo i dati dell'Associazione politrasfusi, tra il 1985 ed il 2008 sono state 2605 le vittime di trasfusioni con plasma infetto. Sono 66 mila le richieste di risarcimento giunte dai pazienti al Ministero della Salute; a dicembre 2008 circa 49 mila persone hanno ottenuto un assegno di 1080 euro a bimestre.

Il risarcimento che lo Stato Italiano ha chiesto a Duilio Poggiolini è di 60 milioni di euro.Dell'inchiesta - che escludeva il dolo basandosi su una teoria della colpa per assenza di controlli - la Procura della Repubblica di Napoli (a cui era stata trasferita dal tribunale di Trento l'8 aprile 2003), aveva richiesto l'archiviazione il 18 giugno 2005 per prescrizione dei termini, impossibilità di prova del nesso di causa, incompetenza territoriale.

Il 27 dicembre 2007 il giudice Maria Vittoria De Simone, in accoglimento dell'opposizione, ha ordinato alla Procura della Repubblica di Napoli di formulare l'imputazione di omicidio colposo plurimo a carico di Duilio Poggiolini ed altri 10 indagati. Di conseguenza, dopo più di 25 anni dai primi decessi per AIDS il 2008 ha visto in Italia l'avvio di uno storico processo penale per centinaia di morti italiani.

Il 31 luglio 2008 la Procura della Repubblica di Napoli ha effettivamente richiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo plurimo di Duilio Poggiolini e altri 10 imputati ed il 12 novembre 2008 si è tenuta l'udienza preliminare. Tuttavia il processo non ha superato la fase dell'udienza preliminare ed è stato interrotto per un vizio di forma nel mese di febbraio del 2009, con restituzione del fascicolo alla Procura della Repubblica.

Nel dicembre del 2013, dopo 5 anni,, il PM di Napoli ha depositato nuova richiesta di rinvio a giudizio sia per Duilio Poggiolini che per il resto degli indagati.

Il 13 novembre 2014 il GUP di Napoli ha accolto la richiesta del PM nei confronti di Duilio Poggiolini, rinviandolo a giudizio per omicidio colposo plurimo aggravato per la morte di nove emofilici italiani. (Wikipedia)Il 5 gennaio 2015 il Processo, dai giudici  del Tribunale di Napoli, è stato rinviato al 27 aprile.

In evidenza