Mario Nuti in mostra allo Spazio Dinamico Arte

In esposizione le opere di uno dei principali esponenti di “Astrattismo Classico” Tra linea astratta e disobbedienza formale la ricerca ininterrotta di un maestro del secondo Novecento.

Alessandro
Alessandro Lazzeri
27 marzo 2019 01:01
  Mario Nuti in mostra allo Spazio Dinamico Arte

La mostra “ Mario Nuti: linea astratta e disobbedienza formale” ci permette di percorrere, almeno in parte, attraverso le opere di un significativo protagonista la vicenda del gruppo astrattismo classico. Mario Nuti influenzato giovanissimo dal novecentismo di Ottone Rosai e dal realismo visionario di Mario Sironi, fu, infatti, negli anni del primo dopoguerra, tra i fondatori dell'astrattismo classico. Se la vicenda del gruppo fiorentino di Vinicio Berti, Bruno Brunetti, Alvaro Monnini, Gualtiero Nativi e Mario Nuti e la relativa non fortuna critica s'iscrive in quei tardi anni Quaranta che videro le ricerche astratte nell'occhio del ciclone, tra una critica poco incline alle istanze di rinnovamento e una critica ideologizzata e fortemente condizionata dalla politica culturale di un partito comunista di stretta osservanza sovietica, è importante anche studiare la vicenda di ogni singolo esponente dopo la fine del gruppo.

In tal senso sembra collocarsi la significativa mostra di Mario Nuti che ci regala i segni di un percorso individuale che si muove, come suggerisce il titolo dell'esposizione tra linea astratta e disobbedienza formale. In mostra sono esposte opere del periodo 1949-1955 che evidenziano come l'artista nel corso degli anni abbia progressivamente superato la rigidità formale e si sia affrancato dal geometrismo di Astrattismo Classico, abbia, per così dire disubbidito ai canoni del gruppo, per muoversi verso più complesse tramature strutturali e cromatiche Dalle bellissime composizioni del 1949 a quell’evidente ricerca di nuovi spazi delle opere degli anni Cinquanta, sino alla costruzione di tralicci astratti che produrranno poi i suoi muri informali.

Personalità esuberante e creativa, con la fine del gruppo Astrattismo Classico, Mario Nuti ha percorso un itinerario più libero che l’ha indotto a percorrere sempre nuove ricerche. Forse quando ha avvertito che l'astrattismo poteva condurlo a una non narrazione, a risultati meramente decorativi ha scelto di trovare e adoperare linguaggi più adeguati a esprimere la sua ricerca esistenziale e umana. Dopo una fase informale tornerà verso la fine degli anni Sessanta a una figuratività capace di riconquistare la realtà, attraverso una sorta di sofferto espressionismo, dove la sua esperienza astratta continuerà a emergere come sostegno a ogni nuova tensione emotiva ed espressiva.

Le opere esposte in galleria, legate alla fase astratta, sono di grande rilievo qualitativo, una conferma di un artista che sicuramente meriterebbe una maggior considerazione storico-critica ed espositiva. La mostra promossa dal giovane gallerista Niccolò Raugei e dal critico Nicola Nuti, s’inserisce significativamente nella linea culturale di Spazio Dinamico Arte. Una linea che alterna, con crescente successo, mostre dedicate a giovani artisti con iniziative volte a far conoscere i maggiori artisti toscani del Novecento.

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