Mamma Ebe: Enrico Ruggeri racconta la santona dell'Appennino

Martedì 19 aprile alle 15.30 a Il Falco e il Gabbiano su Radio 24

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 aprile 2016 16:03

“Considerata una santona, in realtà più probabilmente una delle più grandi truffatrici del fine secolo scorso” quella di Mamma Ebe, è “una storia emblematica tra religione e superstizione”: così Enrico Ruggeri annuncia la protagonista della puntata di oggi, martedì 19 aprile, de Il Falco e il Gabbiano in onda alle 15.30 su Radio 24. A parlarne con lui anche il giornalista Francesco Ridolfi e Patrizia Santovecchi, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Abusi Psicologici.

Gigliola Ebe Giorgini, questo il suo vero nome, nasce il 17 marzo del 1933 a Pian del Voglio, una frazione del comune di San Benedetto Val di Sambro, in provincia di Bologna. Penultima di quattro figli, la famiglia vive a Palminio, nella campagna pratese, e Gigliola a soli dodici anni inizia già a far parlare di sé: bambina “tutta casa e chiesa”, sogna di diventare suora e di prendere presto il velo come la sorella maggiore, suor Adele delle Minime dell’Addolorata. Lo sogna così tanto bene e spesso che comincia a raccontare, sin da piccola, di essere in contatto diretto con la Madonna.

L’idea di farsi suora le passa in realtà in fretta e quando è ormai una ragazza, Ebe, che è bella e alta e con un sorriso che si fa notare, a vent’anni si innamora di un contadino, si sposa e trasferisce in quella che è una classica dimora colonica toscana, piena di mosche insetti e polli. Qui Gigliola Ebe si ammala, ma si ammala di una malattia insolita, tanto che i medici non riescono a spiegarla. Lei soffre in silenzio e prega, prega tanto, e inizia ad avere delle visioni strane e soprannaturali. Dice al marito di vedere la Madonna e arriva addirittura un mattino in cui racconta che è proprio la Madonna a dirle che per guarire deve andare al Santuario di Padre Pio.

Gigliola ubbidisce, va da Padre Pio e miracolosamente guarisce. Quando torna in Toscana sta bene e comincia a curare la gente in nome del famoso frate di Pietrelcina. Così per oltre trent’anni Gigliola Ebe Giorgini, ormai conosciuta come Mamma Ebe, si spaccia per medico, guaritrice e santona. Fonda un ordine religioso mai riconosciuto dalla Chiesa e subisce svariati processi penali. Le accuse sono state pesanti, ma in centinaia sono stati i fedelissimi che l’hanno sempre difesa nella speranza di guarire e di scacciare per sempre le influenze maligne dalla propria vita. Una vita trascorsa tra preghiere e aule di tribunale.

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