Maggiori sinergie per la cardiochirurgia pediatrica in Toscana

Audizione dei direttori generali di Meyer e Fondazione Monasterio e del coordinatore Osservatorio qualità ed equità di Ars. A novembre nuovo incontro per approfondimenti su proposta creazione dipartimento interaziendale per equipe integrata

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 agosto 2014 13:18
Maggiori sinergie per la cardiochirurgia pediatrica in Toscana

FIRENZE “Raggiungeremo il nostro obiettivo se riusciremo a dotare la Toscana, già ad un altissimo livello, di attività e servizi ancora più efficienti, in grado di rispondere alle esigenze dei nostri cittadini. Se poi questo si dovesse trasformare, perché i numeri lo dicono e sono evidenti, in una maggiore capacità di attrazione che indubbiamente servirebbe anche a potenziare la cardiochirurgia pediatrica in un contesto di stretta sinergia tra le strutture, allora avremo fatto un ulteriore passo avanti per il bene comune”. 

Così il presidente della commissione Sanità, Marco Remaschi (Pd), a margine dell’audizione di ieri con i direttori generali di Meyer e Fondazione Monasteri o Tommaso Langiano e Luciano Ciucci

Incontro organizzato da un lato per presentare il rapporto 2005-2013 sull’attività delle cardiochirurgie in Toscana, illustrato dal coordinatore dell’Osservatorio per la qualità e l’equità dell’Ars (Agenzia regionale di sanità) Andrea Vannucci, dall’altro per fare il punto sul funzionamento delle attività connesse alla cardiochirurgia pediatrica.

L’audizione conclude il ciclo delle sedute della commissione che riprenderà i lavori all’inizio di settembre con un “impegno” preso direttamente dal presidente: riprendere i numeri presentati per fare un “ulteriore passo avanti”. “Abbiamo di fronte ancora qualche mese prima della fine di questa legislatura. In questi anni – ha osservato Remaschi – abbiamo provato ad occuparci, non sempre riuscendoci, di molte questioni. Abbiamo seguito con attenzione e con le dovute fasi di approfondimento il sistema sanitario regionale cercando di stimolare discussioni, suggerimenti e talvolta intervenendo anche in maniera pesante.

La cardiochirurgia, intesa tanto per i grandi che per i più piccoli, è un tema che evidentemente ci interessa”. “Ad Ars chiediamo di approfondire, in tempi ragionevoli, i dati illustrati anche alla luce delle osservazioni che sono state espresse per costruire una base su cui avviare un’attenta valutazione”. “A novembre – ha continuato il presidente – ci ritroveremo per un nuovo incontro anche per affrontare nel merito la proposta avanzata dal Langiano sulla creazione di un dipartimento interaziendale per unificare le cardiologie ed avere un’equipe integrata”. 

Remaschi ha quindi invitato i due direttori generali a collaborare “da subito, in stretta sinergia” con Ars. “Il risultato di questo lavoro di gruppo darà alla commissione tutti gli elementi sufficienti per capire la reale portata e necessità di una rete unificata da portare poi all’attenzione della Giunta”.

I numeri illustrati da Vannucci mostrano una cardiochirurgia per adulti che in termini di ricoveri annui si attesta mediamente su 4495. Per quanto riguarda gli interventi sull’aorta toracica si registra un forte aumento dal 2005 al 2013 (+ 40 per cento) con una crescita decisa a carico della Fondazione Monasterio (+82) e per Careggi almeno dal 2009 (+80). Calano invece gli interventi di bypass aortocoronarico (-35,9 per cento) ed è in forte decrescita Pisa (-67).

Gli interventi sulle valvole sono in aumento (+35 per cento) dovuti ad un raddoppio dell’attività della Fondazione Monasterio che passa da 384 a 757 negli anni 2005-2013. In crescita anche i trapianti (+33,3 per cento) da un’unica struttura, l’Azienda senese, che esegue mediamente 15 interventi l’anno. Rispetto agli interventi definiti urgenti e quelli definiti programmati, il 73 per cento dell’attività cardiochirurgia risulta come programmata e il restante 27 in regime di urgenza. L’azienda pisana effettua nel 91 per cento dei casi ricoveri programmati mentre quella di Careggi riporta i valori più elevati di ricoveri in regime di urgenza (37 per cento della sua attività totale).

Sul fronte della mobilità intra ed extra regionale, il saldo tra fughe ed attrazioni da e fuori la Toscana è positivo. L’1 per cento dei cittadini toscani operati decide di farlo in altre regioni mentre quelli operati in Toscana ma non residenti sono l’11 per cento. Dal 2005 al 2013 poi, le aziende pisana e senese dimostrano di rispondere prevalentemente alla domanda interna di area vasta. Careggi e Fondazione Monasterio mobilitano maggiormente residenti di altre aree vaste. Per quanto attiene all’età dei pazienti che ricorrono ad interventi cardochirurgici, si registra un progressivo aumento a partire dai 35 anni, in particolar modo negli uomini.

I tassi di mortalità a 30 giorni dall’intervento sono in linea con quelli europei (2,3 per cento contro il 2,2 nel biennio 2011-2012) e di poco superiore a quella italiana (2,8 per cento contro il 2,5 nell’anno 2012). Solo l’Azienda pisana si attesta su numeri superiori dell’intervallo nel biennio 2011-2012 e considerando tutti il periodo analizzato dal rapporto (2005-2013), sempre sopra la media regionale a partire dal 2007.

Per quanto attiene la cardiochirurgia pediatrica, i cui dati sono stati illustrati da Ciucci, l’attrazione fuori regione è passata dal 30 per cento del 2013 al 46 del 2014. Sono invece stati otto gli interventi, non definiti di emergenza, fatti a Firenze dal febbraio del 2013. A Massa, invece, dove si contano 77 unità di personale dedicato alla pediatria e 185 a metà tra questa e altre discipline, il totale degli interventi si attesta a 260. In termini di fughe verso altre regioni, sono 15 pazienti su 260.

Il Direttore generale del Meyer ha dichiarato che nel 2013 sono stati sette gli interventi in emergenza, tre le procedure Ecmo, ossia salvavita, nello stesso anno e una nel 2014. 

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