Maggio Musicale: due nuovi tavoli d'incontro

Il 30 aprile e il 6 maggio. Silvia Noferi (M5S): "Solidarietà ai lavoratori del teatro fiorentino"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 aprile 2015 09:12
Maggio Musicale: due nuovi tavoli d'incontro

Si è svolta ieri sera la prima del Fidelio, opera inaugurale della 78^ Edizione del Festival del Maggio Musicale Fiorentino. Nonostante lo sciopero che la Cgil ha attuato boicottando l’allestimento.

Sempre ieri presso la Città Metropolitana di Firenze un ulteriore incontro del tavolo procedurale sul Maggio Musicale tra la Fondazione, le organizzazioni sindacali e la Direzione Lavoro della Metrocittà. La Fondazione ha avanzato ufficialmente un'ulteriore proposta di natura economica. Non uniforme la reazione dei sindacati. La Cgil non ha revocato lo sciopero. Le parti hanno comunque fissato nuove date per incontrarsi il 30 aprile alle ore 14 e il 6 maggio alle ore 10.

"Un grave danno d’immagine alla città di Firenze, senza giustificazione. Solo per motivi strumentali. I lavoratori del Maggio infatti non hanno motivo di dubitare delle garanzie di riassorbimento da parte dell’Ales, né avranno alcun demansionamento”. Così la senatrice Rosa Maria Di Giorgi, dopo la conferma da parte della Cgil dello sciopero proclamato dalla Cgil “Nonostante l’impegno eccezionale del governo cittadino e di quello nazionale, che ha dato tutte le garanzie del caso per il salvataggio di posti di lavoro altrimenti destinati a diventare esuberi, una parte del sindacato continua ostinatamente ad agitare il proprio dissenso. E' uno sciopero inutile che va contro le istituzioni, contro i cittadini e contro il lavoro".

"Vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori del Maggio in sciopero per chiedere un tavolo di trattativa interministeriale per evidenti contrasti di interesse tra la carica di presidente della Fondazione e sindaco della città metropolitana di Dario Nardella -interviene anche Sivia Noferi del Movimento 5 Stelle- Mai si è visto un datore di lavoro essere allo stesso tempo anche il garante di imparzialità in una trattativa sindacale, il contrasto di interessi è talmente evidente che è anche stato ammesso dallo stesso Sindaco senza però porvi rimedio, anzi continuando caparbiamente a proporre lo stesso tavolo con l’aggiunta della presenza della società Ales. Le proteste dei lavoratori, le loro preoccupazioni per il futuro sono più che legittime, soprattutto dopo che la stessa Ales ha dichiarato di ricevere dal Ministero mandati per appalti di servizi di anno in anno. Il richiamo al senso di responsabilità dei sindacati e dei lavoratori avvenuta a mezzo stampa dal Sindaco, dall’ex assessore alla cultura Sergio Givone, da Leonardo Bassilichi presidente della CCIAA ed altri è inaccettabile, soprattutto perché a parlare sono coloro che dovrebbero per primi tacere. A partire dall’ex componente del cda Paolo Fresco, co-responsabile del buco di 30 milioni di Euro della Fondazione o il presidente di ADF Marco Carrai che non si vede a quale titolo rilasci dichiarazioni sullo sciopero dei lavoratori del teatro. La gestione dissennata del teatro non è stata fatta dai lavoratori ma dai suoi dirigenti, oggi si chiede che a pagare il conto siano solo i lavoratori e che accettino una resa senza condizioni. In Commissione Lavoro abbiamo più volte richiesto durante i trascorsi 10 mesi la presenza del Sovrintendente Bianchi per capire lo stato delle trattative e si è sempre negato.

Perfino il Sindaco al quale ho chiesto personalmente di venire in commissione in qualità di presidente della Fondazione ha declinato l’invito. Questa è la volontà di mediazione e di collaborazione dei massimi dirigenti della Fondazione? Questi i segnali che dovrebbero indurre i lavoratori a desistere dallo sciopero? Tutte le sigle sindacali chiedono un tavolo di trattativa interministeriale e un impegno serio della dirigenza del Maggio nel risolvere il problema degli esuberi. Chi dovrebbe avere un maggior senso di responsabilità verso questi lavoratori e le loro famiglie sono i massimi vertici della dirigenza non i sindacati".

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